CASSONE, Leopoldo
Nacque a Moncalvo, nel Monferrato l'8 dic. 1878 da Luigi ed Emilia Cerruti. Visse gli anni della prima giovinezza a Buenos Aires, dove la sua famiglia ebbe rapporti di amicizia con Amilcare Zanella, che trascorse molti anni nella capitale argentina prima di diventare direttore del liceo musicale di Pesaro. Qui il C. frequentò i corsi tenuti dallo stesso Zanella, per poi continuare lo studio della musica a Torino, città dove soggiornò stabilmente e in cui furono date le prime di tutte le sue opere. Il primo lavoro fu Velda, dramma lirico in due atti, rappresentato al teatro Vittorio Emanuele il 20 nov. 1906 e in seguito riproposto al teatro Petruzzelli di Bari. Quest'opera fu composta su libretto di Giuseppe Cassone, fratello del C., stimato pubblicista del quotidiano la Stampa di Torino che gli fu di grande aiuto, contribuendo non poco, con le sue capacità organizzative, alla riuscita dello spettacolo. Unanime fu tra l'altro il consenso della critica.
La serietà, da tutti riconosciuta, e la preparazione musicale del C., dopo quest'inizio più che incoraggiante, ebbero una validissima conferma nell'opera successiva Al Mulino, dramma lirico in un atto di A. Donini, che fu anch'esso dato al teatro Vittorio Emanuele il 17 nov. 1910. Il successo del pubblico fu incontrastato e si ripeté ogni volta che l'opera fu ripresentata in Italia e all'estero; anche la critica fu unanime nel riconoscere il valore musicale del lavoro. Questi riconoscimenti indussero il C. a cimentarsi in una rielaborazione del Barbiere di Siviglia, il cuilibretto fu dovuto per l'occasione alla penna di G. Drovetti e che fu rappresentato l'11 ott. 1922 al teatro Balbo di Torino. L'impresa era decisamente rischiosa, come l'amara esperienza rossiniana a Roma poteva ben insegnare; tuttavia il C., convinto di saper rendere mirabilmente l'atmosfera ambientale dell'azione, osò riproporre il Barbiere, così come il Rossini aveva fatto con il soggetto già caro al Paisiello e alla scuola napoletana. Anche nel suo caso era scontato che si suscitassero le ire dei conservatori, e il giudizio della stampa si risolse in una così totale e impietosa stroncatura da cancellare in un colpo tutte le speranze che erano state riposte nell'autore di Al Mulino e spezzare la stessa carriera del musicista torinese.
All'insuccesso del lavoro contribuì certamente un incauto articolo scritto dallo stesso C. per una rivista teatrale e riportato dal giornale La Stampa di Torino alla vigilia della prima rappresentazione, articolo in cui il maestro spiegava i motivi che l'avevano spinto al rifacimento del Barbiere:"... Se poi mi sono deciso a musicare questo soggetto... è perché nella mia mente si è fatta la convinzione che si poteva ancora trarre profitto dal bellissimo argomento e per varie ragioni: 1°Traendo una commedia lirica anziché un'opera buffa; 2° Per il colore d'ambiente ed elementi di poesia che si prestano; 3° Per l'anima dei personaggi; 4° Per i recitativi divenuti ormai insopportabilì ai tempi nostri; 5° Per una istrumentazione più ricca di colore e di timbri. Nell'opera di Rossini (a quei tempi non si usava) nulla vi è infatti di colore d'ambiente. Si potrebbe trasportare il soggetto in altro luogo e sarebbe lo stesso. Il personaggio di "Figaro" è un figaro forse più... napoletano che sivigliano. Se "Rosina" gorgheggia bene, è in compenso una creatura senza anima e senza sentimenti. Non ho potuto immaginare un "Conte di Almaviva" in uno stato d'animo innamoratissimo come si trova alle quattro del mattino quando passeggia sotto il balcone di una "Rosina"... che canta... come l'ha fatta cantare Rossini, etc." (La Stampa, I I ott. 1922).
Il C. musicò anche l'operetta L'Saot dla Bela Auda in dialetto piemontese, su un soggetto di Gemma Cuniberti elaborato dal librettista G. Drovetti, che fu rappresentata con modesto successo al teatro Scribe di Torino il 17 ott. 1916. Rimangono inoltre alcune sue romanze, quartetti per archi, una sonata per violino, alcuni pezzi per violino e pianoforte e un'opera lirica, Alda, su libretto di G. Drovetti, inedita.
Il C. morì a Torino il 21 apr. 1935.
Fonti e Bibl.: G. Cravero, in L'Italia reale (Torino), 21-22 nov. 1906, 21 nov. 1910; artic. in: La Gazz. del Popolo, 21 nov. 1906; 18 nov. 1910; 18 ott. 1916; 12 ott. 1922; La Stampa, 21-22 nov. 1906; 18 nov. 1910; 18 ott. 1916; 11 ott. 1922; 12 ott. 1922; Il Teatro illustr., 15-31 dic. 1906; 15-30 nov. 1910; C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, I, p. 307, e Suppl., p. 171; A. De Angelis, Dizionario dei musicisti, Roma 1928, p. 129; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1964, p. 212.