LEOPOLDO da Gaiche (al secolo Giovanni Croci)
Nacque a Gaiche, presso Tavarnelle di Panicale in territorio perugino, il 30 ott. 1732 da Giuseppe Croci e Maria Antonia Giorgi, contadini benestanti e profondamente religiosi. Nella prima giovinezza Giovanni, mentre custodiva il gregge del padre, visitò il noviziato francescano di S. Bartolomeo a Cibottola e ne restò profondamente colpito. G. Zuccarini, parroco del vicino villaggio di Greppoleschieto, lo istruì nel catechismo, nelle materie letterarie e nel latino, i cui rudimenti erano indispensabili per poter essere ammessi in quel noviziato, dove entrò il 19 marzo 1751 mutando il nome in Leopoldo. Trascorso l'anno di prova, si trasferì nel convento della Ss. Annunziata di Norcia dove riprese gli studi, interrotti nell'anno precedente. Fu ordinato sacerdote il 5 marzo 1757. Lo studio approfondito delle materie letterarie, filosofiche e teologiche, nonché una curiosità poliedrica verso più campi del sapere, lo fecero destinare dai superiori all'insegnamento, prima della filosofia e poi della teologia, a cui si dedicò per vari anni. Ma la sua attività principale, svolta per circa cinquant'anni anche per le doti di oratore, fu la predicazione, nella quale riprese molto dal metodo di Leonardo da Porto Maurizio.
L. tenne la prima predica nella chiesa di S. Maria della Spineta, nella diocesi di Todi, nel 1761, ma si dedicò formalmente alle missioni rurali dal 1768. Per il grande impegno in questo campo, mantenuto nonostante la salute cagionevole, nell'agosto del 1771 fu nominato capo di missione. Nel Diario delle S. Missioni (Roma 1844) L. registrò, come Leonardo da Porto Maurizio aveva consigliato di fare, luoghi e durata dei cicli di predicazione, a partire dal 1761. Questi cicli, della durata media di quindici giorni, furono più di trecento, a cui vanno aggiunti oltre 40 quaresimali, 14 corsi di avvento, centinaia di esercizi spirituali per religiosi e religiose e altre centinaia di prediche per specifiche festività e ricorrenze.
La sua attività durante i cicli di missione, sempre circoscritta entro lo Stato della Chiesa e in particolare in Umbria, comportava quindi da due a quattro prediche giornaliere. Aveva eletto la Madonna a sua particolare protettrice e portava sempre con sé un quadro che la raffigurava. Delle sue missioni si ricordano gli "svegliarini", processioni notturne da cui erano rigorosamente escluse le donne e in cui si compivano flagellazioni collettive. Eresse 73 viae Crucis, ne restaurò moltissime e fece costruire spesso nei luoghi delle predicazioni croci commemorative. Occupò importanti uffici all'interno dell'Ordine dei frati minori (prima guardiano, poi custode e nel 1781 ministro della provincia umbra di S. Chiara), esercitando un controllo attento attraverso frequenti circolari e visite. Avviò in tutti i conventi un corso straordinario di esercizi spirituali, invitando a tenerli i religiosi più autorevoli. In particolare ebbe a cuore l'educazione dei giovani, specie dei novizi, e cercò di migliorare il sistema degli studi e la preparazione all'attività della predicazione.
Nella sua lunga vita scrisse moltissimo. Rimangono inediti, oltre le già citate prediche, corsi di esercizi spirituali per sacerdoti e fedeli, un abbozzo di storia della provincia francescana riformata dell'Umbria, un corso di lezioni di teologia morale, elenchi bibliografici di storia ecclesiastica e appunti di lezioni.
L. scelse il convento di Monteluco presso Spoleto come ritiro, soprattutto per i predicatori, affinché riprendessero forze spirituali e fisiche nelle pause dell'attività, e ne scrisse le regole e le costituzioni, ricalcate su quelle di altre sedi francescane ma con attenzione particolare alla disciplina. Il 1° nov. 1788 il ritiro fu inaugurato dall'arcivescovo di Spoleto, F.M. Locatelli, e L. ne divenne il primo superiore.
Con la soppressione napoleonica dei conventi (1810) i frati vennero dispersi, ed egli peregrinò da un luogo all'altro della regione. Fu in una casa nel villaggio di Terraia e, ad Assisi, in abitazioni private, nei conventi di S. Damiano e della chiesa Nuova e più a lungo (circa due anni) nel santuario di S. Maria degli Angeli.
Continuò comunque a predicare e a soccorrere i religiosi privati delle loro sedi. Il 10 ott. 1814 tornò nel ritiro, pronunciando un discorso ai confratelli e rinnovando la professione dei voti. Svolse un ultimo ciclo di missioni nella chiesa di Monteluco, dal 15 dic. 1814, ma poco tempo dopo si ammalò e fu costretto al riposo.
La morte avvenne nel convento di Monteluco il 2 apr. 1815. Il corpo fu sepolto nella piccola chiesa del ritiro.
Dopo i funerali, che ebbero una partecipazione imponente degli abitanti di Spoleto, iniziarono pellegrinaggi frequenti verso il ritiro, dove la salma fu trasferita quasi immediatamente. Testimonianze su miracoli avvenuti nel corso del tragitto e dopo il trasferimento del corpo a Monteluco si aggiunsero ad altre su quelli avvenuti in vita. L'avvio del processo di beatificazione (1830) fu propiziato dall'arcivescovo di Spoleto e futuro papa Pio IX, G.M. Mastai Ferretti. L. fu beatificato da Leone XIII il 12 marzo 1893. La prima edizione del Diario delle S. Missioni è in appendice alla Spoletana beatificationis et canonizationis… Leopoldi a Gaichis… (Romae 1844, pp. 8-70 ); recentemente U. Occhialini ha curato la riedizione dell'opera con il titolo Regole del Ritiro di Monteluco di Spoleto e diario delle missioni (Assisi 1999).
Fonti e Bibl.: Spoletana beatificationis et canonizationis ven. servi Dei fr. Leopoldi a Gaichis Nova positio super virtutibus, Romae 1850; Pacifico da Rimini, Della vita e delle eroiche virtù del venerabile padre L. da G., Foligno 1835; Analecta Franciscana, I (1885), pp. 367, 400; P. Campello della Spina, Vita del beato L. da G., Roma 1893; A.M. da Vicenza, Vita del beato L. da G., Roma 1893; B. Bazzocchini, Un apostolo dell'Umbria ossia Il "Giornale delle predicazioni" del beato L. da G., Trevi 1919; B. Bazzocchini, Cronaca della provincia serafica di S. Chiara d'Assisi, Firenze 1921, pp. 104 s., 239, 269-292, 339; U. Ceccacci, Il beato L. da G., Torino 1932; L. da Clary - G.C. Guzzo, B. L. da G. sacerdote dell'Ordine dei frati minori (1732-1815), in Aureola serafica, II (1951), pp. 405-420; L. Canonici, Il beato L. da G. O.F.M. (il faro sul monte), Assisi 1986; U. Occhialini, Tutto di Dio, tutto degli uomini. Il beato L. da G. di Perugia, Assisi 1993; J. Baudot, Dictionnaire d'hagiographie, Paris 1925, p. 406; Arturo a Monasterio, Martyrologium Franciscanum, Romae 1938, pp. 123 s. e n.; Enc. cattolica, VII, p. 1178; Lexikon für Theologie und Kirche, VI, Freiburg 1961, p. 970; Bibliotheca sanctorum, VII, pp. 1337-1340.