MAGGI, Leopoldo
Nacque a Rancio Valcuvia, presso Varese, il 15 maggio 1840 da Michele e da Serafina Salici. Compì gli studi universitari a Pavia, dove, ancora studente, fu assistente alla cattedra di anatomia comparata, retta da P. Panceri prima e poi da G. Balsamo Crivelli. Nel 1863 conseguì due lauree: in scienze naturali e in medicina e chirurgia, ottenendo subito l'incarico per l'insegnamento della mineralogia e della geologia; professore straordinario di queste discipline nel 1869, dal 1875 ricoprì la cattedra di zoologia e anatomia comparata, rimasta vacante dopo la morte di Balsamo Crivelli, suo maestro e suocero.
La quasi totalità degli studi geologici, che caratterizzarono il primo periodo dell'opera del M., ebbe come teatro la provincia di Varese e, in particolare, la Valcuvia. Con le sue prime memorie geologiche Intorno al terreno erratico della Valcuvia, in Atti della Società italiana di scienze naturali, IX (1866), pp. 35-49 e Intorno ai depositi lacustro glaciali ed in particolare di quelli della Valcuvia, in Memorie del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 3, cl. I, XI (1869), pp. 1-30, il M. prese parte al dibattito glaciologico ottocentesco, schierandosi, come G. Omboni e A. Stoppani, a favore della teoria glaciale.
Basata sul presupposto che nell'antichità i ghiacciai avessero occupato una superficie molto più estesa dell'attuale e nel ritirarsi avessero lasciato la loro impronta nella morfologia delle valli, la teoria si contrapponeva a quella del tedesco L. von Buch, sostenitore di un'origine alluvionale dei massi erratici conseguente a un'ipotizzata inondazione catastrofica.
Lo studio della costituzione geologica della provincia di Varese si concretò anche nella realizzazione di due carte geologiche, perdute: quella della Valcuvia (scala 1: 50.000) e quella della provincia di Varese, preparata in collaborazione con T. Taramelli.
Soltanto nei primi anni, e quale tributo alla sua terra, produsse anche qualche lavoro di paletnologia. Descrisse i prodotti dell'industria umana rinvenuti in Valcuvia e in provincia di Varese, oltre a manufatti e resti scheletrici (in particolare crani) venuti alla luce nel Pavese. Esperto di oggetti metallici, ceramiche e selci, che esaminava con criteri metallografici per confrontare la composizione dei bronzi provenienti da scavi diversi, dimostrò una speciale competenza come osteologo e antropologo fisico. Il suo metodo, basato sull'analisi osteometrica, si applicava in particolare alle modificazioni avvenute a livello del cranio nelle varie epoche. Il confronto fra le caratteristiche dei crani preistorici e quelle degli attuali impegnò anche un periodo successivo dell'opera del M., quando, alla fine del secolo, dedicò una lunga serie di contributi allo studio della craniogenesi dei Mammiferi.
Nell'anno accademico 1874-75, ancora straordinario di zoologia e anatomia comparata, il M. si dedicò completamente alla biologia e soprattutto all'anatomia comparata, cui andava il suo originario interesse, come attestato dalla sua tesi di laurea (Sull'apparecchio circolatorio degli animali, Milano 1863). La sua scelta fu confermata nel 1876 quando la cattedra fu sdoppiata ed egli preferì mantenere quella di anatomia e fisiologia comparate. Da allora i suoi studi si svolsero esclusivamente lungo i due filoni di ricerca della microbiologia e dell'anatomia comparata.
A caratterizzare l'opera scientifica del M. fu il contributo alla protistologia, cui dedicò due monografie, Protistologia (Milano 1882) e Tecnica protistologica (ibid. 1895), nonché il corso libero di protistologia generale e medica per il biennio di medicina, da lui tenuto per circa trent'anni. I suoi studi, all'inizio eminentemente descrittivi con la scoperta di numerosi taxa, ebbero una rapida evoluzione in campo medico per confluire nella batteriologia. In tale contesto si collocano le indagini microscopiche applicate allo studio delle acque potabili, da associarsi a suo parere necessariamente all'analisi geologica e chimica (Sull'analisi protistologica dell'acqua del lago Maggiore, estratta a 60 metri di profondità, tra Angera ed Arona, in Rendiconti del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, XV [1882] pp. 326-345).
Nel campo protistologico rientrano anche gli studi sulla generazione spontanea, iniziati in gioventù con Balsamo Crivelli, poi condotti autonomamente o in collaborazione con G. Cantoni. L'approccio del M. al tema, molto distante da quello tradizionale, fu una sorta di indagine sull'origine della vita. Egli intendeva dimostrare l'eterogenesi, un processo per cui da elementi inorganici avrebbero origine alcuni microrganismi, grazie al concorso di particolari condizioni fisiche, quali le alte temperature. Il M. era tanto sicuro della plausibilità di questa ipotesi da istituire, fin dal 1871, un corso libero di "eterogenesi sperimentale".
Al M. si deve anche la teoria plastidulare, secondo la quale i componenti cellulari noti come plastiduli sarebbero in grado di associarsi a formare una determinata struttura, per poter di nuovo assumere le funzioni di esseri viventi autonomi, dopo la disgregazione delle cellule.
All'origine di tali studi ci fu indubbiamente l'adesione del M. alle dottrine di E. Haeckel, di cui fu tra i primi e più ardenti seguaci in Italia. Convinto materialista, il M. sposò anche l'ipotesi haeckeliana che la psiche fosse il risultato di una somma di fenomeni cellulari e ritenne che, per indagare tali meccanismi, si dovesse iniziare con lo studio dei più bassi livelli di organizzazione per risalire agli organi più complessi, fino ai centri nervosi degli animali superiori. È in questa direzione che indirizzò, negli ultimi decenni, i suoi studi di anatomia comparata nei quali le teorie haeckeliane lo spinsero in varie occasioni a formulare ipotesi scientificamente poco documentate, che gli valsero pesanti critiche da parte di molti colleghi. Tra questi C. Golgi, professore e rettore dell'Università di Pavia, con il quale il M. ebbe forti contrasti ideologici e, al tempo stesso, dure dispute accademiche per la contesa di spazi e locali per i rispettivi istituti.
Durante la sua lunga carriera il M. si adoperò attivamente per la crescita delle istituzioni museali pavesi. Con la cattedra di anatomia comparata ebbe anche la direzione dell'annesso Museo universitario, che ordinò e arricchì moltissimo con preparati di grande pregio. Fece anche parte del collegio dei conservatori del Museo civico di storia naturale di Pavia, ricoprendone la presidenza a partire dal 1891 e contribuendo attivamente al suo potenziamento. Dedicò un'intensa attività redazionale al periodico, da lui stesso fondato nel 1879 insieme con G. Zoja e A. De Giovanni, il Bollettino scientifico, che portò avanti per gli oltre vent'anni della sua pubblicazione, ospitandovi contributi dei suoi allievi e dei colleghi universitari, oltre ai suoi propri.
Il M. morì a Pavia il 7 marzo 1905.
Opere: L. Maggi, Elenco delle pubblicazioni del prof. L. M., Pavia 1902. Gli scritti del M. sono più di 270, fra cui, oltre ai già citati: Sull'esistenza dell'uomo in epoca terziaria, in Rendiconti del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, III (1870) pp. 223-230; Cenni sulla costituzione geologica del territorio di Varese, in G.C. Bizzozzero, Varese e il suo territorio, Varese 1874, pp. 9-46; Catalogo delle rocce della Valcuvia, in Atti della Società italiana di scienze naturali, XXI (1879), pp. 858-876; Sull'analisi protistologica delle acque potabili, ibid., XIV (1881), pp. 621-626; Gl'invisibili del Varesotto, in Boll. scientifico, III (1881), 3, pp. 91-95; Le idee dell'Haeckel intorno alla morfologia dell'anima, in Riv. di filosofia scientifica, I (1882), 4, pp. 436-445; Sull'influenza delle alte temperature nello sviluppo dei microbi, in Boll. scientifico, VI (1884), 3-4, pp. 77-115; Sulla distinzione morfologica degli organi negli animali, in Rendiconti del R. Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, XVIII (1885), pp. 481-491; Di alcune soluzioni di coltura e loro sterilizzazione, ibid., XIX (1886), pp. 850-855; L'Istituto di anatomia e fisiologia comparate e di protistologia della R. Università di Pavia, in Boll. scientifico, XXI (1899), pp. 120-127.
Fonti e Bibl.: La collezione degli scritti del M. e dei suoi collaboratori è conservata presso il laboratorio di anatomia comparata dell'Università di Pavia. I documenti personali accademici sono presso l'Archivio storico della stessa Università, mentre nell'Archivio del Museo di storia naturale si conservano cataloghi e inventari dei musei diretti dal M. (e in essi è ampiamente documentato il suo contributo allo sviluppo di tali istituzioni); la documentazione dell'attività per il Museo patrio della città di Varese si trova presso l'Archivio storico del Comune di Varese, Fondo Museo patrio.
Numerosi gli scritti biografici sul M.: P. Pavesi, Orazione funebre sul prof. cav. L. M., in Boll. dei Musei di zoologia e anatomia comparata dell'Università di Torino, XX (1905), 489, pp. 1-6; G. Cattaneo, L. M., in Monitore zoologico italiano, XVI (1905), pp. 78-84; E. Artini, Comm. di L. M., in Rendiconti dell'Ist. lombardo di scienze e lettere, s. 2, XL (1907), pp. 88-97; E. Bonardi, Intorno ad alcuni punti del pensiero e dell'opera scientifica di L. M. di fronte all'attuale momento scientifico, ibid., XLVI (1913), pp. 591-600; C. Jucci, Contributo dell'Università di Pavia al progresso della biologia naturalistica, in Discipline e maestri dell'ateneo pavese. Università di Pavia, 1361-1961, con prefaz. di L. De Caro, Milano 1961, pp. 109-151; G. Landucci, M. L., in Dictionnaire du Darwinisme et de l'évolution, a cura di P. Tort, II, Paris 1996, pp. 2757-2759; L. M. (1840-1905): un naturalista eclettico nella Lombardia del secondo Ottocento. Atti del Convegno, Cuveglio, 2002, a cura di G. Armocida - S. Contini - E. Vaccari, Varese 2002.