MASSIMILLA, Leopoldo
– Nacque a Caserta il 16 febbr. 1930 da Eduardo e Anna Esione.
Conseguita la maturità classica, intraprese gli studi di ingegneria presso l’Università di Napoli. Nel 1954 conseguì, con il massimo dei voti e la lode, la laurea in ingegneria chimica, con una tesi sui transitori termici in pareti con sviluppo interno di calore. L’attività di tesi, svolta sotto la guida di A. Giannone, si sviluppò presso l’istituto di chimica industriale, diretto da G. Malquori.
Nel 1955, appena laureato, il M. ebbe l’incarico dell’insegnamento di impianti chimici, che, con una breve interruzione determinata da una permanenza negli Stati Uniti, ricoprì fino al 1963: nel 1957, infatti, fu visiting scientist presso il dipartimento di ingegneria chimica della University of Illinois at Urbana-Champaign, ove collaborò con i professori H.F. Johnstone e J.W. Westwater. Nel 1961 acquisì la libera docenza in impianti chimici. Dal 1963 al 1966 fu professore straordinario di principî di ingegneria chimica presso l’Università di Napoli e nel 1966 vinse brillantemente il concorso a cattedra come professore ordinario di impianti chimici.
Il 30 apr. 1962 sposò Diana Lambertini e dalla loro unione nacquero Edoardo, Giulio e Anna.
Dal 1963 al 1967 il M. fu responsabile della sezione del Centro di ricerche sui sistemi ad alte temperature del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), attiva presso l’istituto di chimica industriale e impianti chimici dell’Università di Napoli. Nel 1968, nel clima di profondo rinnovamento del CNR che si determinò con la presidenza di V. Caglioti, fondò il Laboratorio di ricerche sulla combustione (successivamente denominato Istituto di ricerche sulla combustione), che diresse fino alla scomparsa.
L’istituto raggiunse rapidamente, sotto la sua guida decisa e perseverante, livelli di qualificazione e visibilità internazionali comparabili con quelli delle principali istituzioni di ricerca attive nel settore, colmando in breve tempo il divario culturale preesistente. L’impegno profuso nella promozione della cultura scientifica sui temi della combustione si concretizzò anche nell’assunzione da parte del M., dal 1975 al 1983, della presidenza della sezione italiana del Combustion Institute, con sede a Pittsburgh (PA), avente la finalità di promuovere la cultura scientifica sull’argomento. Egli diede grande impulso alla sezione, con il concorso di colleghi e collaboratori, sia intensificando i rapporti con sezioni omologhe attive in altri Paesi, sia promuovendo iniziative scientifiche e convegni che divennero ben presto qualificate occasioni di confronto per gli studiosi del settore.
Già nei tardi anni Cinquanta il M. si era dedicato con tenacia allo sviluppo della scuola di ingegneria dell’Università di Napoli, divenendo presto elemento di spicco, ancorché giovanissimo, nella ristretta cerchia dei professori di ruolo della facoltà. Dalla morte di Malquori nel 1967 fino al 1975 diresse l’istituto di chimica industriale e impianti chimici della facoltà di ingegneria. L’impegno assiduo nella vita della facoltà culminò con l’elezione alla presidenza della facoltà per due mandati consecutivi, dal 1973 al 1979.
La conduzione della facoltà, appassionata e intraprendente, si sviluppò in un periodo carico di tensioni ideologiche e di profonde trasformazioni dell’istituzione universitaria. Le disposizioni legislative del 1969, che liberalizzavano gli accessi ai corsi di studio universitari e consentivano la presentazione di piani di studio individuali, rappresentavano la prima risposta istituzionale alle spinte del Sessantotto, avviando la progressiva transizione dall’università per pochi all’università di massa. Il M. seppe interpretare con sensibilità e visione d’insieme anticipatrice questa fase, affrontando con grande equilibrio e forte senso dell’innovazione, ma senza nulla concedere alla demagogia, il confronto, spesso contrastato, con gli studenti e i docenti non di ruolo. Tale lucidità di giudizio egli continuò a porre al servizio dell’ateneo napoletano anche negli anni successivi alla presidenza. Nei primi anni Ottanta fu nella commissione di ateneo, presiedendo la sottocommissione incaricata di strutturare l’università per dipartimenti e, dal 1983 al 1989, fu coordinatore del dottorato di ricerca in ingegneria chimica.
Parallelamente all’impegno accademico il M. fornì un contributo decisivo al pieno affermarsi della identità culturale dell’ingegneria chimica quale ambito disciplinare autonomo rispetto allo scenario universitario. Il periodo trascorso all’Università dell’Illinois lo aveva portato a riconsiderare criticamente la formazione e il ruolo dell’ingegnere chimico nel contesto nazionale e a farsi propulsore, nella ristretta cerchia di personalità accademiche italiane che agirono da illuminati consulenti, di quel processo di riforma degli statuti delle facoltà di ingegneria che venne avviato nei primi anni Sessanta. Prima di allora l’ingegneria chimica aveva rappresentato solo un filone, peraltro culturalmente non autonomo, di quella industriale. La revisione degli statuti portò profondi cambiamenti al suo impianto curriculare, che comportarono, tra l’altro, l’introduzione di nuove discipline secondo i modelli, mai recepiti acriticamente ma sempre attentamente rivisitati, delle migliori scuole di ingegneria chimica del mondo anglosassone.
Il M. fu nuovamente chiamato a interessarsi degli ordinamenti dei corsi di studio in ingegneria negli anni Ottanta. Dal 1982 al 1984 presiedette il comitato ordinatore per la costituzione della facoltà di ingegneria dell’Università di Salerno. In tale ruolo fu particolarmente apprezzato, sia per la fattiva determinazione con cui seppe affrontare e risolvere le molteplici difficoltà insorte nell’iter istitutivo, sia per la capacità di disegnare percorsi di formazione e di ricerca scientifica innovativi e organicamente raccordati alle esigenze del territorio.
Promosse, anticipando tendenze poi definitivamente consolidate in tempi successivi, la costituzione di un innovativo corso di laurea in ingegneria chimica a indirizzo alimentare, basato sulla equilibrata associazione di discipline proprie dell’ingegneria di processo con uno spettro più ampio di altre, quali la biochimica e la microbiologia, che allora non trovavano collocazione nelle facoltà di ingegneria. Tra 1985 e 1987 fu componente della commissione ministeriale per la riforma degli ordinamenti didattici delle facoltà di ingegneria, contribuendo alla definizione di nuovi indirizzi a più marcato carattere interdisciplinare, quali l’ingegneria gestionale e l’ingegneria dei materiali. Al coordinamento della didattica e della ricerca universitaria di ingegneria chimica a livello nazionale si dedicò, tra l’altro, anche nella funzione di presidente (1983-85) del gruppo nazionale di ricercatori di ingegneria chimica delle università italiane, della cui costituzione egli era stato convinto ispiratore.
Nel 1983 ricevette la medaglia d’oro per i benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte del ministero della Pubblica Istruzione e, dallo stesso anno fino al 1990, fu responsabile scientifico del sottoprogetto «Carbone e idrogeno» del progetto finalizzato Energetica II, gestito congiuntamente da CNR e dall’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente (ENEA), che vide la luce in un contesto di forte aleatorietà dei mercati dei combustibili, alla quale corrispondevano punti di vista contrastanti sui temi della differenziazione delle risorse energetiche. Il suo impegno di stimolo e coordinamento si concretizzò nella individuazione di un quadro ben definito e congruente delle possibilità e dei limiti di impiego dei carboni, nonché delle tecnologie disponibili in loco e di quelle da acquisire all’estero. Tale quadro rappresentò uno strumento importante per il delicato compito di programmazione e indirizzo delle fonti di approvvigionamento energetico e alle corrispondenti opzioni tecnologiche, e rappresenta ancora una significativa risorsa per la formazione di una cultura tecnico-scientifica sul carbone e sulle sue tecnologie a supporto di amministratori e operatori del comparto energetico nazionale.
Il M. non trascurò mai l’impegno nella ricerca.
Nella comunità scientifica il suo nome è indissolubilmente associato agli studi sulla fluidizzazione, tecnologia di processo in grado di assicurare efficace contatto tra correnti fluide e solidi granulari, della quale fu uno tra i massimi studiosi a livello internazionale. Fu nel ristretto novero di studiosi che pose solide basi meccanicistiche per la comprensione della fluidizzazione di solidi granulari nelle sue molteplici varietà fenomenologiche. Nello sviluppo delle sue ricerche coniugò in maniera equilibrata l’approfondimento rigoroso di temi di ricerca di base alla verifica degli aspetti più direttamente collegati alle applicazioni. Prendendo le mosse dallo studio della idrodinamica dei letti fluidizzati (v., per es., il suo saggio Flow properties of the fluidized dense phase, cap. 15, in Fluidization, a cura di J.F. Davidson - D. Harrison, London 1971), il M. allargò lo spettro dei propri interessi fino a una varietà di problematiche di ricerca collegate all’impiego della tecnologia della fluidizzazione in diversi comparti dell’industria di processo e delle conversioni energetiche. Di grande rilievo furono gli studi riguardanti la combustione e la gassificazione di combustibili solidi in letto fluidizzato, in cui il M. seppe additare con chiarezza variabili e processi che controllano le emissioni di incombusti e l’efficienza di conversione (numerosi i contributi del M. in questo settore, fra cui: The calculation of carbon load and axial profiles of oxygen concentration in the bed of a fluidized combustor, in Combustion Science and Technology, 1979, vol. 21, pp. 25 ss., in collab. con G. Donsì - M. Miccio - G. Russo - P. Stecconi; Fluidized coal combustion: the effect of coal type on carbon load and carbon elutriation, in Institute of energy symposium series, n. 4, Fluidized combustion: systems and applications, London 1980, p. IV-5-1, in collab. con J.M. Beér - A.F. Sarofim; Comminution of carbons in fluidized bed combustion, progress, in Energy and Combustion Science, 1991, vol. 17, pp. 297 ss., in collab. con R. Chirone - P. Salatino). L’originalità delle scoperte e la significatività delle ricadute applicative in questo campo gli valsero, nel 1993, un prestigioso riconoscimento da parte dell’American Society of mechanical engineers. Altrettanto significativi furono gli studi sulla fluidizzazione di polveri fini, settore nel quale il M. si distinse per aver evidenziato, con dovizia di supporto sperimentale, la rilevanza di forze interparticellari di natura coesiva quale elemento imprescindibile della fenomenologia documentata (The structure of bubble-free fluidized beds of fine fluid cracking catalyst particles, in Chemical Engineering Science, 1972, vol. 27, pp. 2005 ss., in collab. con G. Donsì - C. Zucchini). Ma i suoi interessi nel settore spaziarono anche altrove, dalle fluidizzazioni «frenate» e pulsanti (A study on pulsing gas fluidization of beds of particles, in Chemical engineering progress Symposium series, 1967, vol. 62, pp. 63 ss., in collab. con G. Volpicelli - G. Raso), alle condizioni di efflusso di solidi fluidizzati (Note on efflux from solid-gas fluidized beds, in American Institution of chemical engineers Journal, 1963, vol. 9, pp. 139 ss., in collab. con G. Volpicelli), alla interazione di getti con sospensioni fluidizzate (Gas jets in fluidized beds, cap. 4, in Fluidization, 2ª ed., a cura di J.F. Davidson - R. Clift - D. Harrison, London 1985, pp. 133 ss.), alle fluidizzazioni liquido-solido e trifasiche, all’esame dei regimi turbolenti e di trasporto (Behaviour of catalytic beds of fine particles at high gas velocities, in American Institution of chemical engineers Symposium series, 1973, vol. 69, n. 128, pp. 11 ss.; Hydrodynamics of circulating fluidized beds with risers of different shape and size, in Powder Technology, 1992, vol. 70, pp. 237 ss., in collab. con U. Arena - A. Marzocchella - A. Malandrino), alla fluidizzazione assistita da campi acustici (Sound-assisted aeration of beds of cohesive solids, in Chemical Engineering Science, 1994, vol. 49, pp. 1185 ss., in collab. con R. Chirone), e, ancora, alla fluidizzazione in condizioni pressurizzate (Fluidization of solids with CO2 at pressures and temperatures ranging from ambient to nearly critical conditions, ibid., 1993, vol. 48, pp. 617 ss., in collab. con M. Poletto - P. Salatino). La produzione scientifica del M. è documentata da oltre 170 pubblicazioni apparse in riviste scientifiche o in atti di convegni con comitato di revisione internazionale, molte delle quali rappresentano tuttora riferimenti cardinali nella letteratura scientifica del settore.
Il M. morì a Napoli il 29 maggio 1993.
Fonti e Bibl.: G. Andrisani, Ricordo di M., in Id., Diario casertano, persone e vicende, Gaeta 1994, pp. 399-408; R. Sersale, L. M., Napoli 1995; F. Tessitore - G. Volpicelli, Il premio Federico II al prof. Moncada e il ricordo dei proff. M. e Gasparini, in Notiziario dell’Università degli studi di Napoli «Federico II», n.s., I (1995), 1, pp. 75-78; F.P. Casavola, L. M. e Ferdinando Gasparini, ibid., pp. 79-85; L. M., a cura di P. Salatino, Napoli 2005 (con contributi di F. Tessitore, M. Dente e G. Bozzano, G. Volpicelli, G. Donsì, R. Chirone, P. Salatino, G. De Michele, F.P. Casavola); G. Marrucci, Dall’ingegneria chimica all’ingegneria chimica. Atti del I Convegno nazionale di storia dell’ingegneria… 2006, Napoli 2006, pp. 139-146. Alcuni di questi articoli contengono una bibliografia completa degli scritti scientifici del Massimilla. Riferimenti alle sue ricerche sono frequenti in testi scientifici, quali: M. Leva, Fluidization, New York 1959; J.F. Davidson, Fluidised particles, Cambridge 1963; Fluidization, a cura di J.F. Davidson - D. Harrison, cit.; K.B. Mathur - N. Epstein, Spouted beds, New York 1974; J.S.M. Botterill, Fluid bed heat transfer, London 1975; J.G. Yates, Fundamentals of fluidized bed chemical processes, London 1983; M. Radovanović, Fluidized bed combustion, Washington, DC, 1986; L.-S. Fan, Gas-liquid-solid fluidization, London 1989; L.K. Doraiswamy - A.S. Mujwndar, Transport processes in fluidized particles, Amsterdam 1989; P. Basu, Combustion of coal in circulating fluidized-bed boilers: a review, in Chemical Engineering Science, LIV (1999), p. 5547; H.T. Bi et al., A State-of-the-art review of gas-solid turbulent fluidization, ibid., LV (2000), p. 4789; J.P.K. Seville - C.D. Willett - P.C. Knight, Interparticle forces in fluidisation: a review, in Powder Technology, CXIII (2000), p. 261; J.M. Beér, Combustion technology developments in power generation in response to environmental challenges, in Progress in Energy and Combustion Science, XXVI (2000), p. 301; M. Kwauk - J. Li - D. Liu, Particulate and aggregative fluidization: 50 years in retrospect, in Powder Technology, CXI (2000), p. 3; Handbook of fluidization and fluid-particle systems, a cura di W.-C. Yang, New York 2003.