PIRELLI, Leopoldo
(v. pirelli, App. III, II, p. 424)
Imprenditore italiano. Dopo aver ricoperto la carica di vice presidente della Pirelli S.p.A. dal 1956, ne è diventato presidente dal 1965. È membro del consiglio di amministrazione di Mediobanca dal 1958, del consiglio della Società Metallurgica Italiana dal 1983, del consiglio della Compagnia Finanziaria De Benedetti dal 1987. È stato vice presidente della Confindustria dal 1974 al 1980.
P. si è trovato a gestire la grave crisi economica e finanziaria che il gruppo attraversò negli anni Settanta a causa del calo della domanda e della forte concorrenza a livello mondiale. L'alleanza tra P. e l'inglese Dunlop, a tal fine promossa da Mediobanca nel 1970, non diede i risultati attesi, e nel 1981 l'accordo fu sciolto. Le strategie finanziarie di risanamento avviate da P. richiesero alcuni disinvestimenti significativi con la cessione del famoso grattacielo Pirelli, quasi un simbolo della Milano industriale degli anni Sessanta, e di una partecipazione pari quasi al 2% nella FIAT. Il risanamento del gruppo fu compiuto attraverso interventi di razionalizzazione e di aumento dell'efficienza e (a differenza di quanto avvenuto negli altri grandi gruppi industriali italiani) attraverso una concentrazione dell'attività e degli investimenti nei tre settori tradizionali del gruppo (pneumatici, cavi e prodotti della gomma), perseguendone l'espansione internazionale piuttosto che la diversificazione in nuove aree. Nella seconda metà degli anni Ottanta sono state realizzate (o tentate) alcune importanti acquisizioni di società estere. La struttura azionaria del gruppo Pirelli si è trasformata nel corso degli anni: P. e la famiglia, pur possedendo una quota azionaria di minoranza (pari a soltanto il 5% della società capogruppo, la Pirelli e C.), attraverso il meccanismo dei patti di sindacato tuttora esercitano un controllo effettivo sul gruppo e sulla sua gestione. P. partecipa con una quota del 2% alla parziale privatizzazione di Mediobanca del 1988, dopo la quale Mediobanca è proprietà, con quote paritetiche, di un gruppo consorziato di imprenditori privati e delle tre banche allora controllate dall'IRI.