LEPCHA
. La principale popolazione del Sikkim (India Britannica), che rappresenta assai bene il tipo delle genti del versante meridionale del Himalaya, nel quale s'incontrano e si fondono elementi tibetani e indiani. Conta circa 18.000 individui. L'aspetto fisico è in prevalenza mongoloide, la cultura ha caratteri misti (casa di tipo "alpino", recipienti di bambù, sepolture con accumuli di pietre e pali per bandiera, ecc.). La religione è il buddhismo lamaico, con molti residui animistici. I Lepcha sono poligami e praticano anche la poliandria; la moglie è comprata con una piccola somma e dopo un certo periodo in cui lo sposo serve il suocero.
Lingua. - La lingua lepcha (o rong) appartiene al sotto gruppo dei dialetti himalayani semplici (non pronominalizzati) che fa parte del gruppo tíbeto-himalayano della famiglia linguistica indo-cinese.
Non possiede genere grammaticale; ha tre numeri. Il plurale si serve del suffisso -sang, se si tratta di esseri animati, -pang se inanimati; l'ergativo è caratterizzato da -nun, p. es., a-kup tek-nun a-bo-rem shu "il giovane disse al padre" (che si suole tradurre: figlio piccolo - dal padre - al disse, mentre si tratta di figlio piccolo-esso, cioè di un caso enfatico). È molto comune il prefisso ā- che forma i nomi e gli aggettivi (p. es., ā-dūm "bianco", dū "essere bianco"; ā-thit "arrivo", thi "arrivare"). Il verbo non muta per numero o per persona. Il lepcha ha una letteratura formata specialmente di opere religiose buddhistiche e di libri di legge.
Bibl.: G. B. Mainwaring, A grammar of the Róng (Lepcha) language, as it exists in the Darjeeling and Sikkim Hills, Calcutta 1876; id., Dictionary of the lepcha Language, revised and completed by Albert Grünwedel, Berlino 1898; W. Schott, Über die Sprache des Volkes Róng oder Lepcha in Sikkim, in Abh. der k. Akad. d. Wiss., Berlino 1881; L. Feer, Spécimen de la langue Lepcha ou Róng, nel Journal asiatique, s. 12ª, IX (1898), p. 177 segg.; Grierson, Linguistic Survey of India, III, i, Calcutta 1909, pp. 233-249.