lepeniano
agg. Che si richiama alle strategie politiche di Jean-Marie Le Pen, ex presidente e fondatore del partito di estrema destra Fronte Nazionale, e di sua figlia Marine, succedutagli nella carica di presidente del partito.
• Per il momento il governo è più forte nei numeri certi (i dissidenti non possono certo rompere con [Enrico] Letta dopo aver rotto con [Silvio] Berlusconi), in una maggiore omogeneità programmatica, soprattutto nella libertà dai ricatti. Il governo usi quella libertà, questa presunta omogeneità e quei numeri per uno strappo sulla legge elettorale, offrendo al parlamento la sua maggioranza come base sufficiente di partenza per una riforma rapida, che venga prima di ogni altro programma, non in coda. Perché con Berlusconi libero e disperato, la tentazione lepeniana è a portata di mano per la destra italiana, un’opposizione a tutto, l’Italia, l’euro, l’Europa, e non importa se il firmatario del rigore con Bruxelles è proprio il Cavaliere, colpevole non certo di aver creato la crisi ma sicuramente di averla aggravata negandola. (Ezio Mauro, Repubblica, 28 novembre 2013, p. 1, Prima pagina) • Alessandro Colautti, capogruppo del Ncd, aveva bollato il recente congresso regionale come quello che aveva messo la parola fine alle istanze autonomiste del Friuli. E con esse ‒ aveva aggiunto ‒ è calato il sipario su un’intera classe dirigente friulana del Carroccio: [Francesco] Cecotti, Visentin, [Pietro] Fontanini e Violino, tanto per citarne alcuni. Non è sfuggito cioè il fatto che il neo segretario regionale Massimiliano Fedriga, abbia sposato il new deal di Salvini che vuole prioritarie per il rilancio leghista politiche di tipo lepeniano che abbiano al centro il problema immigrazione. (Messaggero Veneto, 6 ottobre 2014, p. 7, Regione) • Il metro di paragone per pesare il risultato, secondo il quartier generale della Lega, sono le Europee dell’anno scorso, e non le Regionali 2010 perché in pochi anni sono cambiate troppe cose nel Carroccio ‒ da quello nordista e governativo di [Umberto] Bossi al partito nazionale lepeniano di [Matteo] Salvini ‒ per fare confronti. (Paolo Bracalini, Giornale, 1° giugno 2015, p. 5, Il Fatto).
- Derivato dai nomi propri (Jean-Marie e Marine) Le Pen con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.
- Già attestato nella Stampa del 2 novembre 1985, p. 4, Dall’Estero (Enrico Singer).