lepenizzazione
s. f. inv. Progressiva diffusione del pensiero politico e dei modelli proposti da Jean-Marie Le Pen e successivamente dalla figlia Marine.
• Jean-Marie Le Pen, che è invitato ovunque, costantemente e rispettosamente interrogato, non è mai stato così contento e non ha più bisogno di fare campagna elettorale, visto che la campagna degli altri fa il lavoro per lui, e in profondità. Come sono lontani i tempi in cui appariva evidente che il vecchio capo fascista non era un uomo politico come un altro! Come pare inopportuno il timore di una «lepenizzazione degli animi», che così giustamente doveva riguardare ciascuno di noi: non c’è più nessuno, oggi, pronto ad ascoltare quello che dice Le Pen poiché, con un gioco di destrezza la cui irresponsabilità sbalordisce, è [Nicolas] Sarkozy a ricoprire ufficialmente il ruolo del fascista. (Bernard-Henri Lévy, Corriere della sera, 26 gennaio 2007, p. 1, Prima pagina) • La lepenizzazione è in atto e ha fatto incrociare le strade della nuova Lega con la destra sociale. (Ilario Lombardo, Secolo XIX, 18 novembre 2014, p. 6, Radar) • Questi scrittori che vengono definiti filosofi, pubblicisti ed editorialisti non sono in alcun modo una specialità made in France, sono parte di un fenomeno che propongo di definire «trumpizzazione degli spiriti». La trumpizzazione degli spiriti («lepenizzazione» o «salvinizzazione» degli spiriti, nelle forme locali di Francia e Italia) non ha nulla a che vedere con l’egemonia culturale, per varie ragioni. (Christian Salmon, trad. di Fabio Galimberti, Repubblica, 26 giugno 2016, p. 42, RCult).
- Derivato dai nomi propri (Jean-Marie e Marine) Le Pen con l’aggiunta del suffisso -izzazione.
- Già attestato nella Stampa del 10 febbraio 1997, p. 8, Estero (Tullio Giannotti).