LEPTIMINUS (anche Leptis minus; λέπτυς, oggi Lamta)
Città dell'Africa settentrionale, sita sulla costa orientale. Quando fosse fondata non sappiamo; nel sec. III a. C., al tempo della guerra dei mercenarî contro Cartagine, è già ricordata come centro urbano d'una certa importanza. Annibale vi approdò tornando dall'Italia dopo lo sbarco di Scipione nell'Africa. Al principio della terza guerra punica abbandonò Cartagine, per seguire le parti di Roma, che, dopo la vittoria, la ricompensò con la concessione della libertà: come città libera essa figura nella legge agraria del 111 a. C. Il suo nome ricorre frequentemente nella narrazione della guerra africana di Cesare: essa seguì le parti di questi e fu teatro, sia sul mare che in terra, di scontri fra i due avversarî. Rileviamo dalla narrazione che essa aveva allora un porto di difficile accesso, ed era guarnita di mura. Sul principio dell'impero era ancora città libera e aveva il diritto di battere moneta; ma la sua importanza più tardi sembra andasse molto diminuita. Tra il primo e il secondo secolo d. C. aggiunse al nome l'appellativo di minus (v. leptis magna); nel sec. III fu il centro di una regione procuratoria per l'amministrazione dei beni imperiali; Giustiniano la fece, insieme e alla pari con Capsa, sede del dux della Bizacena. Fu altresì sede vescovile. Tombe puniche, romane e cristiane; gli avanzi dell'anfiteatro, del teatro e del foro sono i resti più notevoli della città antica.
Bibl.: St. Gsell, Hist. ancienne de l'Afrique d. Nord, II, 2ª ed., Parigi 1921, p. 135 segg.; Corpus inscriptionum latinarum, VIII, p. 14; Atlas arch. de la Tunisie, f° 66, ecc.