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LEPTOSPIROSI

di Brenno BABUDIERI - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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LEPTOSPIROSI

Brenno BABUDIERI

. Le l. (sinonimi: spirochetosi ittero-emorragica, morbo di Weil, febbre delle risaie, febbre paludina, ittero castrense, febbre del fango, febbre del raccolto, febbre dei fiumaroli, meningite dei giovani porcai) comprendono un gruppo di malattie infettive sostenute da spirochete appartenenti al genere Leptospira.

Le leptospire sono microorganismi estremamente sottili (0,1 μ di diametro), lunghi da 2 a 15 e più μ, costituiti da un cilindro protoplasmatico avvolto a strette spire intorno ad un filamento centrale, probabilmente contrattile: l'assistile. Le estremità della maggior parte delle leptospire sono incurvate ad uncino in maniera molto caratteristica. Le leptospire sono visibili a fresco in campo oscuro, praticamente invisibili in campo luminoso. Si colorano bene con il Giemsa e con l'impregnazione argentica.

Esistono leptospire saprofite, ospiti abituali delle acque e del fango, e leptospire patogene, agenti di infezioni dell'Uomo e degli animali. Queste ultime si possono differenziare mediante prove sierologiche (agglutinazione e adsorbimento delle agglutinine) in numerosi serotipi e subserotipi: di questi sono stati finora riconosciuti ufficialmente 52.

Le leptospire sono ospiti di numerosi animali e particolarmente di piccoli roditori. Anche il cane, il maiale e più raramente bovini, equini, ovini, uccelli e rettili possono essere portatori di leptospire. Nell'animale portatore le leptospire sono situate nei reni e vengono eliminate con l'urina. Se questa raggiunge l'acqua o il terreno umido che abbiano una reazione neutra o debolmente alcalina, le leptospire in essa contenute possono sopravvivere anche per qualche settimana.

La più frequente via d'infezione, tanto per l'Uomo quanto per l'animale, è quella delle piccole lesioni cutanee o mucose che vengano a contatto con l'acqua contaminata. Di conseguenza le l. umane sono quasi sempre legate a determinate categorie di persone o a particolari lavorazioni, e quelle animali sono particolarmente frequenti in regioni umide, ricche di acque.

L'Uomo non diventa quasi mai portatore e la trasmissione interumana della malattia è eccezionale. I soggetti più frequentemente colpiti sono gli agricoltori, specie quelli addetti alla coltivazione del riso (l. delle risaie), quelli addetti a opere di bonifica, gli spurgatori di fogne frequentate dai ratti, i pescatori d'acqua dolce. Condizione favorente la diffusione epidemica della l., osservata nell'Europa centrale, è la coincidenza di gravi inondazioni con un forte incremento della popolazione murina.

Le l. possono rivestire gravità molto diversa da caso a caso, in rapporto sia al tipo di leptospira in causa, sia alla virulenza e alla entità della carica infettante, sia alla reazione dell'organismo infetto. Si va così dai gravi casi del cosiddetto "morbo di Weil", con ittero intenso, emorragie diffuse, nefrite, azotemia elevata ed esito spesso letale, a forme caratterizzate soltanto da una fugace puntata febbrile e scarse algie diffuse ai muscoli ed alle articolazioni.

Le l. sono malattie generali, che colpiscono tutto l'organismo, ma i singoli casi sono caratterizzati dal maggiore o minore impegno di tre organi in modo particolare: il fegato, il rene e le meningi. La presenza o l'assenza dell'ittero è nella maggior parte dei casi il segno più evidente della maggiore o minore gravità della malattia.

In base a queste considerazioni ed ai varî aspetti che la malattia può assumere, B. Babudieri ha classificato le l. in forme anitteriche (febbrili pure; con prevalente interessamento epatico, o renale, o epato-renale, o meningeo, o bronchiale) e in forme itteriche (benigne e gravi: queste con emorragie o con intensa compromissione renale).

Le forme anitteriche, e specie quelle febbrili pure, sono in Europa dovute soprattutto ad infezioni da Leptospira grippo-typhosa (febbre del fango) e da Leptospira bataviae (l. delle risaie). La forma meningea è più frequente nelle infezioni da Leptospira pomona e da Leptospira hyos (meningite dei giovani porcai). Le forme itteriche gravi sono sostenute per lo più da Leptospira icterohaemorrhagiae e da Leptospira canicola, serotipi che possono dare luogo anche ad infezioni lievi anitteriche. Le forme itteriche a carattere benigno sono piuttosto rare e si possono confondere con delle forme di epatiti virali. Ad ogni modo non esiste necessariamente, nelle l., uno stretto rapporto tra il serotipo responsabile e la forma clinica dell'infezione.

La malattia inizia bruscamente, dopo un periodo d'incubazione di circa 7 giorni, con febbre, brivido, cefalea, rachi- e mialgie intense, anoressia. Alle volte compare un esantema, per lo più scarlattiniforme. Caratteristica della malattia è l'intensa iniezione dei vasi episclerali. La febbre si mantiene elevata, e per lo più continua, per alcuni giorni, poi cade per crisi o lisi rapida, spesso in coincidenza con la comparsa dell'ittero, salvo a presentare una nuova breve puntata dopo qualche giorno. La cefalea s'accompagna spesso ad una sintomatologia meningitica più o meno evidente (segni di Kernig e di Brudzinski). Nell'urina è frequente il reperto di albumina, emazie, qualche cilindro. L'azotemia è elevata e alle volte può raggiungere livelli altissimi. La bilirubinemia è spesso aumentata, anche in assenza di ittero. Nei casi favorevoli la malattia si risolve in 5-10 giorni. Ad essa fa seguito una convalescenza prolungata, caratterizzata da notevole astenia. Nei casi letali la morte avviene quasi sempre per collasso circolatorio o per insufficienza renale. In genere con la guarigione si ha la restitutio ad integrum. Sono stati però descritti complicazioni e reliquati, specie a carico dell'occhio (irido-cicliti), del sistema nervoso periferico (neuriti, paresi), del rene (nefrosclerosi), del fegato (cirrosi). Esse sono però poco frequenti.

Negli animali domestici le l. possono decorrere con un quadro clinico simile a quello grave dell'Uomo, caratterizzato da ittero, emorragie e lesioni renali, oppure decorrere in forma pressoché asintomatica. Nei cani è frequente una forma ad andamento cronico, con disturbi intestinali e renali e progressivo deperimento (tifo di Stoccarda). Nei maiali giovani la l. può dare paralisi del treno posteriore. Tra le l. animali di maggior interesse economico vanno ricordate quelle dei bovini, specialmente diffuse negli S. U. A. e in URSS. Esse dànno con frequenza aborto e diminuiscono la portata lattea. Si calcola che nei soli S.U.A. le l. bovine causino un danno annuale che supera i 100 milioni di dollari. Anche nei maiali le l. possono dare l'aborto.

La diagnosi delle l. si fa sia con l'emocultura praticata in terreni particolari contenenti sempre siero di coniglio, sia con l'inoculazione di sangue o urina in cavia e ricerca in questa della spirocheta, sia con indagini serologiche (agglutinazione, deviazione del complemento, reazione di emolisi). L'emocultura si può praticare nei primi 4-5 giorni di malattia; le reazioni serologiche incominciano a farsi positive dopo la prima settimana, e persistono tali anche per molti anni. È da ricordarsi che le reazioni serologiche in soggetti che siano stati trattati precocemente con dosi elevate di antibiotici possono restare negative o dare una positività tardiva e molto debole. Molti antibiotici sono efficaci nelle leptospirosi. Tra i più attivi sono la penicillina (2-4 milioni di U. O. al dì) e le tetracicline (2 g al dì). Il trattamento va protratto oltre la defervescenza. Gli arsenobenzoli ed il bismuto sono inattivi.

Profilassi. - La profilassi generica delle l. consiste nell'evitare i contatti con acque o terreni infetti e con animali ammalati o portatori. Qualora si debba lavorare in acque infette è opportuno indossare stivaloni di gomma. È pure opportuno evitare di bagnarsi in fiumi che attraversino grosse città, là dove sboccano numerose fogne infestate da ratti. Anche la lotta contro i piccoli roditori, i più frequenti disseminatori delle leptospire, è un provvedimento profilattico utile.

La profilassi specifica consiste nella vaccinazione. Essa è stata ampiamente praticata nelle risaie in Italia e in Spagna e nelle campagne della URSS e della Polonia. Esistono anche vaccini contro le l. dei bovini e contro quelle dei cani, ed il loro uso, sporadico in Europa, è molto diffuso in America. Occorre che il vaccino sia preparato con ceppi di buon potere antigene e appartenenti ai tipi serologici contro i quali si vuole proteggere. Un vaccino opportunamente preparato dà un'alta protezione, che si mantiene valida per alcuni anni.

Le l. sono soggette in Italia all'obbligo della denunzia e, se contratte in risaia, sono considerate infortunio professionale e conseguentemente indennizzate.

Bibl.: J. M. Alston e J. C. Broom, Leptospirosis in man and animals, Edimburgo - Londra 1958; M. Austoni, Le leptospirosi, Padova 1953; B. Babudieri, Leptospirae and Leptospirosis in Italy, in Sc. Med. Ital., V (1957), pp. 658-702; B. Babudieri, E. Bussinello e coll., Studî sulla leptospirosi delle risaie della Valle padana, in Riv. Infort. Mal. Prof., III (1955), pp. 453-485; O. Gsell, Leptospirosen, Berna 1952; J. W. Wolff, The laboratory diagnosis of leptospirosis, Springfield (Illinois) 1954.

Vedi anche
Leptospira Genere di Batteri Schizomiceti appartenenti all’ordine Spirochetali e caratterizzati da esile corpo filamentoso, torto sul proprio asse in numerose e strette spire, e con estremità ricurve a uncino. Le Leptospira sono prive di ciglia o flagelli, hanno lunghezza di 3-45 μm; sono coltivabili in terreni ... Adolf Weil Weil ‹vàil›, Adolf. - Medico (Heidelberg 1848 - Wiesbaden 1916), prof. di medicina interna a Dorpat (1886). Ha legato il suo nome alla descrizione della leptospirosi itteroemorragica o morbo di Weil. spirocheta Nome comune del genere Spirochaeta appartenente, insieme a Borrelia e Treponema, alla famiglia Spirochetacee, ordine Spirochetali. I microrganismi di questo ordine sono spiraliformi, hanno movimenti vivaci, alcuni sono provvisti di uno o più flagelli. I generi Borrelia, Leptospira, Treponema comprendono ... zoonosi Malattie che possono essere trasmesse naturalmente dagli animali vertebrati all’Uomo e viceversa. Accanto a questo termine, onnicomprensivo, ne esistono altri, usati a volte in sinonimia, aventi significato più esplicativo e/o limitato: antropozoonosi (malattie trasmesse all’Uomo dagli altri vertebrati), ...
Tag
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    GIORNI Secondo l'opinione di varî autori, tra i quali A. Castellani, questa febbre, sempre benigna, è una varietà del dengue (v.). S'incontra in India e a Ceylon nelle città lungo la costa; a Calcutta si presenta da maggio a settembre. È frequente fra gli Europei, specie tra la gente di mare. Ha l'inizio ...
Vocabolario
leptospiròṡi
leptospirosi leptospiròṡi s. f. [der. del nome del genere leptospira, col suff. medico -osi]. – In medicina, termine generico (anche nella forma lat. scient. leptospirosis) per indicare malattie infettive dell’uomo e di alcuni animali causate...
leptospira
leptospira s. f. [lat. scient. Leptospira, comp. di lepto- e del gr. σπεῖρα «spirale»]. – Genere di microrganismi della famiglia spirochetacee, caratterizzati da esile corpo filamentoso, torto sul proprio asse in numerose e strette spire,...
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