LERMA, Francesco Gómez de Sandovai Rojas, march. di Denia, poi conte, e dal 1600 duca di
Nacque nel 1552 da Bernardo, consigliere di Carlo V; esordì quale paggio, poi divenne aio e cavallerizzo maggiore dell'infaante di Spagna, che fu poi re Filippo III. Gli divenne assai caro, così da essere scelto a primo ministro quando Filippo III salì al trono. Non fu fornito né dell'intelligenza né della cultura che l'alta posizione avrebbero richieste, e inoltre a sua volta fu sotto l'influenza di favoriti, tra cui primeggiava Rodrigo Caldéron. La sua politica estera non si può dire accorta né fortunata: le due spedizioni contro l'Inghilterra (1590 e 1602) ebbero esito infelice, e lo ebbe anche quella contro l'Olanda, della quale Filippo fu costretto a riconoscere l'indipendenza con la pace del 9 aprile 1609. Sleale e meschina fu la politica di spionaggio e d'intrighi seguita contro Enrico IV di Francia. Non migliore, la politica interna, della quale i più celebri atti furono l'imposizione ai Biscaglini d'imposte senza rispettarne i fueros, e l'ordine emanato il 22 settembre 1609, per cui s'imponeva ai Mori di lasciare immediatamente la Spagna. L'ordine fu accompagnato da odiose persecuzioni e confische, che arricchirono particolarmente il duca e quelli della sua famiglia, i quali complessivamente guadagnarono cinque milioni. L'uscita dei Mori immiserì il paese, e ciò acuì gli odî contro il duca; ma quello che ingrossò le file del partito contrario furono i processi che il re fu dall'opinione pubblica tratto a ordinare contro funzionarî venali e disonesti. I condannati, che già lo avevano avuto a compagno nella corruzione, si credettero sacrificati dal L., e gli divennero nemici. Credette di porsi al sicuro sollecitando e ottenendo da Paolo V il cappello cardinalizio (1618); ma in quello stesso anno, per intrighi di corte che facevan capo al figlio stesso del L., il duca di Uceda, al famoso conte-duca di Olivares e a Gaspare Guzmán, il re lo licenziò dal suo servizio e lo obbligò a ritirarsi a Lerma. Il duca di Olivares persuase Filippo IV a processare gli uomini del passato governo, uno dei quali, il Calderón, fu condannato a morte, mentre il L. fu chiuso a Tordesillas e condannato a rendere un milione e quattrocentomila scudi. Ciò gli arrecò tanto dolore che lo trasse a morte (1623).
Bibl.: N. Alonso Cortés, La corte de Felipe III en Valladolid, Valladolid 1908; Férrer del Río,, El duque de Lerma, in Rev. España, XVIII; E. Rott, Philippe III et le duc de Lerme, in Revue d'hist. diplomatique, 1887; Reyes, Favoritas y Validos, Madrid 1918; J. Juderías, Un proceso político en tiempo de Felie IV, don Rodrigo Calderón marqueés de Siete Iglesias, Madrid 1906; id., Siluetas políticas de antaño; un monarca del siglo XVII y sus privados, in La lectura, II, 1916.