• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

LESENA

di Bruno Maria Apollonj - Enciclopedia Italiana (1933)
  • Condividi

LESENA (fr. saillie de pilier; sp. refuerzo de pilar; ted. Pfeilervorlage; ingl. pilaster strip)

Bruno Maria Apollonj

Leggero risalto del muro con funzione prevalentemente decorativa; se usata come elemento dell'ordine architettonico si compone, come la colonna, di tre parti: capitello, fusto e base, e segue ordinariamente le stesse proporzioni (v. colonna; ordini; ecc.).

Mentre l'uso della mezza colonna aggettante dal vivo del muro rimonta al secolo IV o V a. C. nelle disposizioni pseudoperiptere, l'uso abituale della lesena non sembra molto anteriore al periodo dei Flavî, del quale ci restano interessanti esempî, tra cui uno dei più notevoli è quello dell'ultimo ordine del Colosseo. Tuttavia il suo tipo si può ricollegare a quello delle ante (v. anta) così diffuse nell'architettura greca, o anche ai non infrequenti pilastri a pianta quadrata.

Tra i molti esempî di lesena, intesa come proiezione della colonna sul muro retrostante, pervenutici, notevoli quelli degli avanzi del Foro di Nerva, dell'Arco di Traiano a Timgad e dell'Arco degli Argentarî al Foro Boario (202 a. C.), nel quale ultimo la lesena è adorna della caratteristica candeliera secondo una forma decorativa che sarà poi cara agli artisti del primo Rinascimento.

Nei periodi paleo-cristiano, bizantino e romanico rari ne sono gli esempî, mentre invece ne sussistono alcune rappresentazioni, di cui una caratteristica scolpita nel sarcofago dell'arcivescovo Felice (705-723), in S. Apollinare in Classe a Ravenna. Fu impiegata per far risaltare la distinzione delle tre navate sui prospetti delle chiese romaniche, come ad es. nella cattedrale di Modena, o anche per determinarne gli spigoli, nel qual caso però fu fatta voltare anche sui fianchi dell'edificio perdendo quindi la sua funzione decorativa e passando a quella più statica di pilastro. Nelle costruzioni chiesastiche ogivali italiane il suo uso è limitato quasi esclusivamente agl'interni, dove risulta talvolta quale elemento dei pilieri, mentre più spesso si slancia al disopra di quelli a sostegno dei voltoni della nave maggiore.

La suddivisione dei prospetti di palazzi e di chiese in telai rettangolari, caratteristica del Rinascimento, accanto al più semplice motivo dello sviluppo orizzontale, segna un periodo di larghissimo uso di questo elemento architettonico, di cui in principio la fantasia degli artisti varia l'espressione decorativa, per poi riportarla alle forme semplici e alle proporzioni fisse degli ordini.

Gli architetti del Seicento, nella ricerca di effetti plastici di grande rilievo, la sostituirono sui prospetti delle chiese, dapprima con la mezza colonna, poi con i tre quarti di colonna o con la colonna inalveolata, quindi con la colonna libera, alla quale ultima, anche in quel periodo, tornò talvolta ad accoppiarsi. Il Borromini ne fece uso spesso nelle sue fabbriche, specie nel prospetto dell'oratorio dei Filippini in Roma, in cui la lesena appare nelle sue più varie applicazioni, preludendo a forme decorative che gli artisti del Settecento, valendosi della duttilità dello stucco, porteranno al massimo sviluppo. Molto la usò, riprendendo i motivi del Palladio, il periodo neoclassico.

Nelle fabbriche moderne che mostrano la struttura portante ha frequenti applicazioni in riquadri rispondenti alla cellula cementizia.

Bibl.: E. Bosc, Dictionnaire raissonné de l'architecture, Parigi 1877.

Vedi anche
Ravenna Comune dell’Emilia-Romagna (653 km2 con 153.388 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. È situata nella bassa pianura, nell’area meridionale del delta padano, a poca distanza dal Mare Adriatico, cui è congiunta dal Canale Corsini (11 km; aperto tra il 1737 e il 1780). I quartieri più occidentali formano ... San Pietro in Lama Comune della prov. di Lecce (di 7,9 km2 con 3672 ab. nel 2008). Frutticoltura e lavorazione del tabacco. ● La parrocchiale dell’Assunta è una tipica costruzione del barocco pugliese (17°-18° sec.) con facciata a due ordini e fastigio, modulata da lesene, nicchie e stucchi. Filippo Brunelléschi Brunelléschi, Filippo. - Architetto e scultore (Firenze 1377 - ivi 1446). Riconosciuto, già dai suoi contemporanei (dall'Alberti che gli dedicò il suo trattato Della Pittura, all'autore della nota biografia, dai più identificato con Antonio Manetti), tra i fondatori del rinascimento per le sue opere ... Francesco Borromini Borromini (o Borromino; propr. Castèlli), Francesco. - Architetto (Bissone 1599 - Roma 1667), col suo antagonista G. L. Bernini è una delle due più originali e importanti figure dell'architettura del sec. 17° in Italia. Dopo un soggiorno a Milano, venne forse nel 1614 a Roma, dove fu impiegato come intagliatore ...
Altri risultati per LESENA
  • lesena
    Enciclopedia on line
    Risalto verticale di una parete muraria, ripetuto in genere ritmicamente, che può avere funzione sia decorativa sia di rinforzo della parete medesima (v. fig.). Quando ha funzione tendenzialmente strutturale, è più propriamente detta parasta.
Vocabolario
leṡèna
lesena leṡèna s. f. [etimo incerto]. – Risalto verticale di una parete muraria, ripetuto in genere ritmicamente, con funzione sia decorativa sia di rinforzo della parete stessa: ha per lo più l’aspetto e la conformazione di un mezzo pilastro...
saliènza
salienza saliènza s. f. [der. di saliente]. – 1. non com. Sporgenza, prominenza, rilevanza: una s. ossea; la s. di una lesena; la strada segnava una s. assai pronunciata (Tarchetti). Con uso fig., importanza, particolare rilievo di un fatto....
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali