Ukraïnka, Lesja
Pseudonimo della poetessa e scrittrice ucraina Larisa Petrovna Kosač-Kvitka (1871-1913), che seppe compendiare una poliedrica assimilazione della cultura occidentale - dall'antichità ai tempi moderni - con gli accenti sociali dettatile dalle vicende del suo popolo. Con Franko (v.), Samojlenko e pochi altri contribuì a far conoscere in Ucraina, in versioni dirette, i monumenti delle letterature europee.
Colpita da mal sottile, viaggiò a lungo e fu anche in Italia, interessandosi della letteratura più recente (tradusse un frammento di De Amicis, scrisse un saggio su D'Annunzio e Ada Negri), ma soprattutto di D., della cui opera, con Ševčenko e Franko, fu tra i primissimi divulgatori in Ucraina. Influssi danteschi si possono scorgere in drammi come Blakitna trojanda, U pušči, e nel racconto Golosni struni; ma soprattutto nella lirica Zabuta tin' (" Severo Dante esule fiorentino / s'erge dalle tenebre medievali "). Di D. tradusse in terzine un frammento del V canto dell'Inferno: tale versione, risalente al 1898, è stata pubblicata nel 1945.
Bibl. - L.U., Tvori, Kiev 1951-1956, voll. 5. Sulla U. e D.: O. Dombrovskij, D. v tvorčosti Lesi Ukraïnki, in Pitanija Romano-germanskoj Filologii, Mosca 1961, 13-20; G. Kočur, D. v ukrajnskoj literature, in Dantovskie ctenija, ibid. 1971, 192-194.