Howard, Leslie
Nome d'arte di Leslie Howard Stainer, attore cinematografico inglese, nato a Londra il 3 aprile 1893 e morto nel Golfo di Biscaglia (al confine tra Spagna e Francia) il 1° giugno 1943. Interprete mite e sensibile, specializzato nella rappresentazione di figure di idealisti, di intellettuali raffinati, di perdenti nella vita, con il suo volto allungato, i capelli biondi, gli occhi chiari e disarmati, fu il classico esempio di artista inglese destinato a essere particolarmente amato dal pubblico americano. Infatti, pur se una parte importante della sua carriera si svolse tra Londra e Broadway, i grandi successi li ottenne a Hollywood. Tra i ruoli cinematografici sostenuti figurano personaggi leggendari come la Primula Rossa o il professor Higgins di Pygmalion (1938; Pigmalione), film diretto dall'attore con Anthony Asquith ‒ per la cui interpretazione H. vinse la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia e ottenne una nomination all'Oscar ‒, ma il pubblico lo ha eternamente fissato in quello elegante e romantico dell'americano del Sud Ashley Wilkes, amato appassionatamente dalla capricciosa Rossella (Vivien Leigh) e dalla mite Melania (Olivia de Havilland), ossia dalle due eroine del più popolare melodramma sulla guerra civile americana, il famosissimo Gone with the wind (1939; Via col vento) di Victor Fleming.Intellettuale dal fervente temperamento dedito alle nobili cause, nato in una famiglia di origine ungherese, studiò al Dulwich College di Londra. Mentre la madre lo spingeva a coltivare le sue attitudini artistiche incoraggiandolo a recitare (nel 1914 partecipò anche a un breve film, The heroine of Mons, diretto dallo zio Wilfred Noy, che si può considerare il suo esordio nel cinema), il padre lo convinse a lavorare in banca, attività che però H. detestava e che abbandonò allo scoppio della Prima guerra mondiale per arruolarsi. Nel 1917 l'esplosione di una bomba gli provocò un forte shock. Venne così congedato e i medici gli consigliarono di risolvere le conseguenze dell'incidente continuando a recitare. Nacque da qui la sua definitiva passione per il teatro e la sua fortunata carriera. A partire dal 1917, quando fece il suo debutto ufficiale con Peg o' my heart, non abbandonò mai il palcoscenico, anche quando era ormai un famoso attore di cinema. Negli anni Venti andò a New York dove trionfò in numerose rappresentazioni a Broadway. Alternò costantemente le scene di Londra a quelle statunitensi e memorabile fu il suo Hamlet rappresentato nel 1936 a New York, così come grande era stato il successo ottenuto l'anno precedente con l'interpretazione di Alan Squier in The petrified forest di R.E. Sherwood. Frattanto era arrivata l'affermazione nel cinema che sempre più lo impegnò a partire dal 1930, anno in cui per il grande schermo recitò negli Stati Uniti in Outward bound, diretto da Robert Milton, e già da lui interpretato in teatro. Se una prima affermazione era giunta con il film fantastico Berkely Square (1933; La strana realtà di Peter Standish) di Frank Lloyd, per il quale nel 1934 ottenne anche una nomination all'Oscar, il suo primo successo cinematografico fu Of human bond-age (1934; Schiavo d'amore) di John Cromwell, prima versione del noto romanzo di W.S. Maugham. H. vi appare nel ruolo, che spesso gli sarebbe stato affidato, dell'amante deluso, in questo caso claudicante e plagiato da una cameriera avida, al fianco di una delle sue partner ideali, Bette Davis, che avrebbe poi ritrovato due anni dopo nella versione cinematografica di The petrified forest (La foresta pietrificata) di Archie Mayo, in cui ripropose la parte del sognatore fragile e sensibile, per molti versi stereotipato. Ma il suo brio inglese gli consentì anche di tratteggiare personaggi comici, come in Stand-in (1937; Ed ora… sposiamoci) di Tay Garnett, con Joan Blondell; o brillanti e dallo spirito British come l'aristocratico inglese in apparenza frivolo, ma impegnato in realtà a salvare gli aristocratici dalla ghigliottina ai tempi del Terrore rivoluzionario francese in The Scarlet Pimpernel (1935; La Primula Rossa) di Harold Young, con Merle Oberon; o come il ben noto, ironico e amabile professor Higgins di Pygmalion, che girò in patria al fianco dell'elegante Asquith; o l'affascinante attore di It's love I'm after (1937; Avventura a mezzanotte), ancora di Mayo e ancora con Bette Davis. A volte H. non resisteva al fascino del ruolo e anche se ormai troppo maturo per i personaggi da interpretare accettava di ringiovanire sul set, come gli accadde per lo shakespeariano Romeo and Juliet firmato da Geroge Cukor nel 1936, che lo vide accanto a una Giulietta altrettanto avanti con l'età, ossia Norma Shearer, già coprotagonista con H. di A free soul (1931; Io amo) di Clarence Brown. Tra le altre sue partner celebri, da ricordare la giovane Ingrid Bergman nella parte di una sensibile maestra di piano, appassionatamente innamorata di un violinista (lo stesso H.) in Intermezzo: a love story (1939; Intermezzo) di Gregory Ratoff, film che l'attore volle a ogni costo interpretare tanto da porlo come condizione al produttore David O. Selznick in cambio della sua partecipazione a Gone with the wind che segnò il suo trionfo. Durante la Seconda guerra mondiale l'attore tornò in patria e in trasmissioni radiofoniche pose al servizio della causa antinazista la sua enfasi oratoria e il fascino lieve della sua popolarità. In quel periodo diresse anche tre film: Pimpernel Smith (1941) e The first of the few (1942; Il primo dei pochi), biografia del mitico costruttore dell'aereo da caccia Spitfire, ai quali prese parte anche come interprete, e The gentle sex (1943; Sesso gentile), in cui si ironizza sulle donne soldato e che da H. fu solo codiretto con Maurice Elvey. Partito dal Portogallo la mattina del 1° giugno 1943 con un volo di linea per Londra, l'attore, che doveva tenere una serie di conferenze in favore degli Alleati, morì inabissato in mare durante un misterioso attacco aereo tedesco. La tesi più accreditata è che i nazisti fossero convinti che sullo stesso volo viaggiasse anche W. Churchill. In realtà si trattava dell'impresario dell'attore, molto somigliante al politico inglese: proprio come in un tragico equivoco da film.
H. Dickens, Leslie Howard, in "Films in review", April 1959; L.R. Howard, A quite remarkable father, New York 1959; R. Howard, In search of my father: a portrait of Leslie Howard, New York 1982.