leso
Da ‛ ledere ' (non usato da D. in altre forme), si registra, in rima, in If XIII 47 anima lesa, cioè " mutilata ", " lacerata ", e quindi " danneggiata ", " offesa ": infatti l'espressione è riferita a Pier della Vigna, che D. ha involontariamente offeso, strappando un rametto dal cespuglio in cui è imprigionata la sua anima. " Idest offensa nunc manu unius ignorantis ", dice Benvenuto. È variante di lessi in If XXI 135 (per li lesi dolenti); cfr. Petrocchi, ad locum.