letame (litame)
In rima, in If XV 75 Faccian le bestie fiesolane [i Fiorentini] strame / di lor medesme, e non tocchin la pianta, / s'alcuna surge ancora in lor letame, / in cui riviva la sementa santa / di que' Roman.
Il termine indica " la lettiera di paglia o simili su cui si adagiano le bestie, che la insozzano coi loro escrementi " (Grabher) e che ancora oggi viene impiegata per concimare il terreno (onde pianta, con cui il poeta indica sé stesso); naturalmente allude alle " sordidezze e brutti costumi che ammorbano il paese ", cioè Firenze (Venturi).
La forma ‛ litame ' appare in Fiore CVII 2 E quand'io veggo ignudi que' truanti / su' monti del litame star tremando..., cioè " sui mucchi di letame ". Traduce fumiers del Roman de la Rose 11246 " Quant je vei touz nuz ces truanz / Trembler sus ces fumiers puanz... ".