LETGALLIA (in lettone Latgale, dal nome dei Letgalli o Alti Lettoni; A. T., 58)
È una delle quattro provincie della Lettonia, l'unica che non si affacci al mare, la quale occupa la parte SE. dello stato e si estende su 15.679 kmq. Essa faceva parte nell'anteguerra del governatorato di Vitebsk ed è detta talora anche Livonia Polacca, per essere restata più a lungo legata alla Polonia; confina a E. con l'U.R.S.S., a N. con l'Estonia, a O. e SO. con la Livonia e la Semigallia, a S. con quest'ultima e con la Polonia. Essa consta d'una regione collinosa nella parte di SE. (colline di Letgallia o Latgales augstiene, alte al massimo 289 m.), ricca di laghi (tra cui, notevole, quello di Rēzna), e d'una parte pianeggiante, di di cui la zona centrale (bassura di Aiviekste) è occupata dal lago di Lubāna (superficie kmq. 81; bacino 2800), poco profondo e a livello variabile. Prevalgono i terreni devonici (dolomiti), ricoperti da una spessa coltre di depositi glaciali, specie morene di fondo e morene terminali, che si raggruppano in modo da mostrare, col loro andamento ovoidale, dove si raccoglieva il lobo di ghiaccio che si è andato ritirando verso la Finlandia. A O. prevalgono, lungo le rive della Daugava, depositi lacustri argillosi. Il clima è piuttosto rigido, essendo la Letgallia tagliata in gennaio dall'isotermia di − 7°5. La piovosità varia da meno di 500 mm. a 7-800 nelle parti più alte.
La grande frequenza di laghi e di terreni poveri fa sì che il 19, 1% del territorio sia costituito da terreni improduttivi; il 37,2% è però occupato da seminativi (contro 32,4% in Lettonia), il 13,8 da prati, il 13,9 da pascoli e solo il 10,0 (contro il 26,8 in Lettonia e il 36,6% in Curlandia) da boschi. Le colture principali sono quelle della segala, trifoglio, avena, quindi orzo, lino, patate. Numerosi i cavalli (108 mila) e diffuso l'allevamento bovino (252 mila capi). Gli abitanti, dediti quasi esclusivamente all'agricoltura e all'allevamento, spesso esercitati ancora in forma collettiva, sono poco più di mezzo milione (541.127 nel 1930), in modo che la densità (35,4 per kmq.), è alquanto superiore a quella media dello stato (29,2). Notevoli le minoranze alloglotte (27,4% Russi, 5,3 Polacchi, 5,3 Ebrei, 4 Russi Bianchi), soprattutto nei centri abitati, e alto l'analfabetismo (33% della popolazione superiore ai 10 anni, contro 13,5 in tutta la Lettonia). La presenza di Russi e Polacchi si rispecchia pure nell'elevata natalità che produce un forte incremento della popolazione (12,9 per mille, nel 1931, contro 5,2 in Lettonia), come pure nel fatto che la popolazione, a differenza che nelle altre parti della Lettonia, dove prevalgono i luterani, è in maggioranza cattolica (57,7%) e ortodossa (16,3%); numerosi anche i vecchi credenti e gli ebrei (per l'analogia dei Letgalli, v. lettonia). I cattolici hanno il loro centro spirituale nel santuario di Aglona. La città più importante è Daugavpils (in russo Dvinsk e in tedesco Dünaburg), terza città della Lettonia per numero di abitanti (43,226), un tempo importante fortezza, ora notevole nodo ferroviario. Da ricordare sono anche Rēzekne (ab. 12.580) e Ludza (5359), con alte percentuali di ebrei, come jaunlatgale (10 km. dal confine sovietico). Queste città sono anche i capoluoghi dei 4 distretti (aprinkis) della provincia.
Bibl.: C. von Weimarn, zur physischen Landesnatur Lettgallens,, in Zeitschrift für Geomorphologie, V (1930), pp. 167-200.