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letigio

di Antonio Lanci - Enciclopedia Dantesca (1970)
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letigio

Antonio Lanci

Si registra in Pd V 15 Tu vuo' saper se con con altro servigio, / per manco voto, si può render tanto / che l'anima sicuri [" assicuri ", " garantisca "] di letigio.

Il termine è stato generalmente inteso, fin dai primi commentatori, nel senso giuridico di " lite ", " controversia " con la giustizia di Dio, al cui tribunale l'anima si presenta dopo la morte: così, all'incirca, Benvenuto, Landino, Lombardi, Tommaseo, Andreoli, Porena, Mattalia, Sapegno, Chimenz, ecc.; ma il Vellutello, che per altro leggeva si curi (" si liberi ") chiosava: " contrasto... che fa 'l rimorso de la conscientia in lei sempre ch'ella si sente, o dubita aver mancato in quello, ch'era suo debito di fare ". La chiosa del Vellutello fu ripresa dal Venturi, che tuttavia leggeva sicuri, " assicuri e liberi ". Il Brambilla (" Bull. " VII [1899-1900] 117) ha pensato a un tipo di contrasto affine a quello che, secondo un diffuso modulo leggendario medievale, si svolge fra s. Francesco e un d'i neri cherubini per il possesso dell'anima di Guido da Montefeltro (If XXVII 112 ss.), ovvero fra l'angel di Dio e quel d'inferno, alla morte di Bonconte (Pg V 104 ss.). Per tale interpretazione, non esclusa dal Vandelli, propende il commento di Casini-Barbi.

Vocabolario
servìgio
servigio servìgio s. m. – Variante ant. e letter. di servizio, con diversa estensione di significato. In partic.: 1. a. Rapporto di sudditanza, di vassallaggio, di fedeltà: l’avea messo a essere con altri gentili uomini al s. del re di...
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