lettera (littera)
Nel senso proprio di " segni dell'alfabeto " s'indicano con lettere (Pg XII 134) le P che l'angelo custode ha inciso sulla fronte di D. e che questi trova ridotte da sette a sei dopo aver percorso il primo girone (trovai pur sei le lettere che 'ncise / quel da le chiavi a me sovra le tempie). Così anche in Cv IV VI 3 e III IX 14: a chi non vede bene, le cose non paiono unite ma disgregate, quasi a guisa che fa la nostra lettera in su la carta umida... per che molti... si dilungano le scritture da li occhi... e in ciò più rimane la lettera discreta.
Estendendone il significato con una sineddoche, D. indica con lettere le " note " mozze, ossia abbreviate, con le quali nel libro divino saranno ricordati i molti vizi di Federico III di Sicilia (Pd XIX 134). Il senso più generico di " scrittura " ha invece (Cv II XIII 14) lettera, che risulta da un emendamento operato sulla lezione corrotta dei manoscritti (la terra). Riprendendo infatti un concetto di Brunetto Latini, D. indica la duplice funzione del rettorico, quella cioè di parlare " direttamente " agli uditori o da lettera, che può intendersi come il luogo figurato donde procede la parola dell'oratore o il mezzo da lui usato per raggiungere da lontano gli uditori. La l. indicherà quindi anche l'arte propria dei litterati (Cv I IX 3) e forse in particolare la conoscenza del latino contrapposto alla lingua ‛ parlata ' volgare (cfr. IV I 11).
L'uso di l. per designare invece il significato primario ed evidente di una scrittura in contrapposizione col suo significato secondario e allegorico compare nel Convivio, dove appunto il " senso letterale " è detto senso de la lettera (III XII 1) o semplicemente lettera, nell'espressione secondo la lettera (II I 7, IVI 11), che corrisponde a litteraliter di Ep XIII 24 (cfr. expositionem litterae, § 42). Cfr. inoltre [... la lettera de le parole fittizie...], in un passo che sana una lacuna dei manoscritti (Cv II I 3). Littera appare in questo senso specifico in IV XXVIII 10 in ispirito non in littera, in una citazione da s. Paolo (Rom. 2, 29). V. LITTERALE.
Un senso più generico assume talvolta il medesimo termine in espressioni come la littera di questo commento (Cv II XI 1), dove littera equivale a " testo " in generale. Un senso particolare assume invece nell'espressione ‛ a l. ' (non è qui mestiere di procedere dividendo, e a littera esponendo, II XII 10), che traduce " ad litteram " latino e si riferisce alla consuetudine, che l'autore intende abbandonare, di spiegare meticolosamente, parola per parola, il significato di tutto il testo, laddove gli basterà ora chiarire il significato riposto di alcuni termini, perché risulti evidente il significato complessivo.
Vale " missiva " in Rime XCIII 7 forse che per mia lettera mandare / saresti d'ogni colpa risanato (il Contini avanza l'ipotesi che possa trattarsi " del sonetto stesso "), Fiore LXII 12, LXXVIII 2, LIV 9 e 2 Se tu non puo' parlar a quella ch'ami, / sì le manda per lettera tu' stato.