letteratura complottista
locuz. sost. f. – Nella raccolta di conferenze e saggi Vermutungen und Widerlegungen (1963), il filosofo Karl Popper analizza il bisogno dell’umanità di spiegarsi la realtà non attraverso la ragione e l’esperienza empirica, ma con la credenza nelle semplificazioni più rassicuranti, quelle che identificano miticamente un capro espiatorio. Su questi meccanismi narrativi si basa la proliferazione e diffusione delle leggende metropolitane e delle teorie del complotto. Con queste ultime si intende l’insieme di elementi reali e immaginari i quali, uniti in un ragionamento paralogico, vorrebbero mostrare come vi siano una o più regie occulte a determinare lo svolgersi dei fatti del mondo. Tra gli scrittori più interessati all’argomento spicca il semiologo e romanziere italiano Umberto Eco, che alla paranoia del complotto ha dedicato la sua seconda opera narrativa Il pendolo di Foucault (1988). Prima di Eco, l’abbondanza di riferimenti all’occulto, all’esoterismo e alle cospirazioni più diverse era già al centro di The Illuminatus! (1975-84), trilogia di Anton Wilson e Robert Shea, antesignani, insieme a Philip K. Dick e Thomas Pynchon, del movimento artistico avantpop, derivazione del postmodernismo. Hanno poi suscitato un vivace dibattito che ha coinvolto anche autorevoli teologi e aperto un filone sul mondo delle eresie medievali e delle reliquie cattoliche i libri di Dan Brown: Angels & demons, uscito in coincidenza con le celebrazioni per l’Anno santo della Chiesa del 2000, in cui l'autore combina le ricerche sull’antimateria con la Santa Inquisizione, immaginando un complotto cattolico contro il progresso che risale al tempo di Galileo Galilei (17° sec.), e The da Vinci code (2003; v. codice da Vinci), in cui l'affresco del Cenacolo di Leonardo è analizzato come un testo esoterico che apre la strada alla conoscenza di verità eterodosse su Gesù. Vangeli apocrifi, Sacro Graal, Templari, Priorato di Sion e Opus Dei sono gli ingredienti, in bilico tra realtà e finzione, del romanzo. Tradotti e pubblicati in Italia nel 2004, i due romanzi hanno riscosso un successo planetario e venduto milioni di copie; da essi, inoltre, sono stati tratti due film campioni di incassi nel mondo. In questo quadro rientrano le opere d’esordio di Matthew Pearl e Patrick Graham. Pearl, studioso di Dante Alighieri, pubblica nel 2003 The Dante Club, ambientato a Boston all’indomani della guerra di secessione (1861-65), dove un gruppo di accademici protestanti conservatori si oppone alla traduzione in inglese delle «sconcezze cattoliche» raccontate dal poeta fiorentino nella Divina Commedia e la trama sviluppa un complotto contrassegnato da una serie di omicidi ispirati alle pene infernali ideate dall’Alighieri. Patrick Graham, ancor più direttamente influenzato dai bestseller di Brown, è autore di L'évangile selon Satan (2007), titolo di un testo maledetto di cui si perdono le tracce in Italia durante la peste del 1348, al centro di una vicenda intorno alla quale ruotano una setta erede dei Templari, che complotta per rovesciare il papa, e un'agente dell'FBI che indaga su un serial killer coadiuvata da un esorcista cattolico. Echi degli attentati dell’11 settembre 2001 e dell’uragano Katrina si riverberano invece nel successivo L'Apocalypse selon Marie (2008), dello stesso autore. I segreti inconfessabili della Chiesa cattolica e le cospirazioni per occultarli sono un vero e proprio filone fitto di titoli, tra i quali si possono ancora ricordare: Los crímenes del número primo (2008), di Reyes Calderon, The first apostle (2008), di James Becker, e Map of bones (2005), di James Rollins.
La letteratura complottista dopo l’11 settembre 2001. – Con gli attacchi terroristici alle Torri gemelle e al Pentagono, la sottocultura della cospirazione conosce un’amplificazione mediatica senza precedenti. Già popolata di pagine che espongono una presunta verità su fatti e personaggi più disparati – dai Templari agli UFO, da Nikola Tesla a JFK, dalla missione Apollo 11 alla principessa Diana – Internet costituisce il motore principale della diffusione di visioni alternative anche sui crolli del World trade center e del Pentagono. Il world wide web diviene rapidamente un gigantesco archivio alla portata di chiunque si possa connettere, offrendo informazioni che spaziano dai servizi della BBC all’opinione dei blogger, fino alle notizie difficilmente verificabili e ai falsi evidenti. Si sviluppa così una copiosa l. c. sull’11 settembre 2001 che è, direttamente o di riflesso, inestricabilmente correlata all’archivio aperto del web. Talvolta corredate da documentari allegati in DVD, le ricostruzioni alternative alla versione ufficiale dell’attacco sferrato da Al-Qā‛ida – per le ragioni evidenziate da Karl Popper e riprese più volte da Umberto Eco – sono da ascrivere alla categoria narrativa complottista. Esponente tra i più significativi in questo campo è l’inglese David Icke, autore di sedici libri in cui espone la sua teoria apocalittico-cospirazionista, arricchita da ingredienti new age. I suoi scritti sono stati accusati di antisemitismo, tuttavia, non pochi ritengono che l’accusa sopravvaluti la mediocrità delle sue farneticazioni. Alla luce di questo exploit delle teorie complottiste, Eco pubblica il suo romanzoIl cimitero di Praga (2010). Quest'ultimo, ambientato sul finire del 19° sec., è popolato di personaggi realmente esistiti e attraverso le gesta di un falsario antisemita (unico frutto della fantasia dello scrittore), ricostruisce il contesto culturale della fabbricazione pseudo-scientifica dell’ebreo come nemico, sviluppo e superamento del plurisecolare e radicato antisemitismo cattolico di matrice teologica. Il protagonista è l’autore di un falso verbale che diventa modello dei Protocolli dei savi di Sion, uno dei falsi più spudorati della storia realizzati in Russia dalla polizia segreta zarista e pubblicati nel 1903 che esibivano come dimostrata l’esistenza di un complotto ebraico per il dominio del mondo.