LETTERATURA E WEB.
– Mutazioni dei concetti di autore, lettore e testo. L’intermedialità e la letteratura. Letteratura, web e globalizzazione. Bibliografia
Mutazioni dei concetti di autore, lettore e testo. – Dall’inizio del 21° sec., in seguito al sempre più ampio uso del world wide web, ovvero della rete informatica che connette computer e banche-dati in tutto il mondo, si sono modificate la diffusione e, almeno in parte, la concezione stessa della letteratura. In primo luogo, si sta realizzando piuttosto rapidamente il passaggio dal libro cartaceo stampato, medium letterario per eccellenza a partire dalla rivoluzione tipografica, a prodotti digitali e/o virtuali, in particolare gli e-book, che permettono non solo una trasmissione elettronica e una lettura su reader o su tablet, ma anche di integrare con facilità informazioni multimediali. Essi si possono quindi configurare anche come ipertesti, spesso consultabili attraverso menù di navigazione, e a volte collegati al web per integrazioni o aggiornamenti. Questo tipo di lettura, non più necessariamente lineare, sta favorendo pure nuovi metodi di approccio ai classici: per es., opere di Dante, come la Monarchia, o di William Shakespeare sono ora disponibili in formati che integrano le informazioni sui manoscritti o sulle stampe antiche con il testo stabilito a livello filologico, rendendo così molto più immediata l’interpretazione di un’edizione critica.
In secondo luogo, e più in generale, la possibilità di leggere un’opera direttamente on-line, grazie a imponenti banche-dati e a servizi di web semantico (che consente una consultazione mirata, per mezzo di precisi marcatori inseriti in fase di digitalizzazione), sta allontanando soprattutto le ultime generazioni da una concezione statica e fissa dei testi. D’altronde, già nelle teorie strutturaliste e semiotiche si sosteneva che il concetto di testo variava nel tempo, e che non era possibile presupporre unicamente le caratteristiche derivate dalla scrittura e soprattutto dalla stampa senza considerare il lungo periodo di trasmissione orale, oppure l’integrazione fra parola e azione scenica nel caso di opere teatrali. Ma gli sviluppi avvenuti nel 21° sec. inducono a considerare come molto sfrangiati i confini della nozione stessa di testo. Le opere canoniche, riferibili a un unico autore e stabilite da una più o meno lunga tradizione, vengono di frequente fruite attraverso antologie, sunti, versioni che integrano la scrittura con immagini o filmati e così via. Inoltre, è sempre più frequente la realizzazione di testi, anche a più mani, attraverso i forum letterari creati nel web in appositi blog o in pagine dei social network: si parla allora di Lit-web, ovvero di una letteratura nata e pensata specificamente per la rete Internet, che a volte viene poi trasposta in libri autopubblicati (self publishing) oppure stampati da editori tradizionali, ma che più spesso resta consultabile solo on-line.
Questi ultimi fenomeni possono spingere a riconsiderare persino le figure dell’autore e del lettore, dato che, nel caso di opere prodotte a più mani, non si riesce a distinguerle nettamente. Sebbene al momento si tratti di una tendenza non maggioritaria, è già lecito stimare come piuttosto ampio il fenomeno dei cosiddetti nativi digitali che preferiscono trovare nel web opere letterarie di loro interesse, soffermandosi soprattutto su testi di moda o consigliati attraverso le communities, e magari intervenendo, quando previsto, per modificare trame o caratteristiche dei personaggi. Questa modalità avvicina la creazione letteraria ai ‘giochi di ruolo’ e permette di assegnare una funzione attiva ai lettori, che in pratica possono diventare collaboratori o addirittura coautori.
L’intermedialità e la letteratura. – Per passare a una esemplificazione, vanno innanzitutto considerate le nuove potenzialità che consentono di integrare pagine scritte e apparati multi o intermediali. Rispetto agli ipertesti di prima generazione, già analizzati negli anni Novanta del 20° sec. da George P. Landow, Espen Aarseth e altri, i nuovi e-book si distinguono per la facilità della consultazione o navigazione. A prescindere dalla mera riproduzione digitale di formati cartacei, sono ormai numerosi gli esempi di libri elettronici dotati di integrazioni audio-video, spesso indispensabili per una comprensione efficace della parte scritta, e molti repertori o testi enciclopedici o manuali scolastici si avvalgono di espansioni consultabili in rete o scaricabili periodicamente. Inoltre, soprattutto dalla fine del primo decennio del 21° sec. hanno cominciato a essere diffuse, grazie al web 2.0, pubblicazioni ‘aumentate’ o ‘arricchite’ (enhanced publications) specificamente pensate per l’ambito accademico. Come è stato notato, non si può ridurre questa nuova fruibilità al semplice impiego di media diversi: uno dei settori più interessanti nelle teorie collegate alla dimensione letteraria digitale o virtuale è quello dei CMT (Comparative Textual Media), ovvero dello studio comparativo nella realizzazione e ricezione di opere di letteratura non più pensate e prodotte per la struttura del libro tipografico.
Alcuni studiosi di formazione filosofica (come Andy Clark e David Chalmers) si sono spinti a considerare le nuove modalità di controllo multimediale e di programmazione contemporanea plurima (multitasking) come un’effettiva estensione delle capacità cognitive umane. Più specificamente, in rapporto alla letteratura altri studiosi (Derrick de Kerckhove, N. Katherine Hayles, Joseph Tabbi ecc.) hanno sottolineato che la nuova fruizione amplifica l’immersione completa nei testi, che non vengono solo studiati e compresi secondo il paradigma umanistico-rinascimentale nato tra il 15° e il 16° sec. anche grazie alla stampa, ma vengono fatti propri attraverso numerose e diverse operazioni. Ciò comporta un notevole allargamento dei confini testuali, soprattutto nel caso di narrazioni che implicano temporalità complesse, senza la possibilità di una riduzione alla consueta linearità storica.
A riscontro vengono spesso citati i lavori degli scrittori statunitensi Mark Z. Danielewski e Steve Tomasula. Al primo si deve un romanzo, House of leaves (2000; trad. it. Casa di foglie, 2005), in parte scritto direttamente per il web, nel quale espedienti tradizionali della narrativa, come il reperimento di un manoscritto inedito, vengono rinnovati secondo i principi della cosiddetta letteratura ergodica, ovvero quella che costringe il lettore a cercare le traiettorie più significative all’interno dell’opera senza seguire un percorso privilegiato. Addirittura, il lettore ideale dovrebbe a sua volta proporsi come curatore del manoscritto, e questa partecipazione attiva ha poi generato blog di discussione in Internet, tanto che parti ulteriori collegate a House of leaves sono state pubblicate in rete. Il gioco temporale e il proseguimento delle vicende oltre il nucleo testuale di partenza caratterizzano pure un successivo lavoro di Danielewski, Only revolutions (2006), che intreccia secondo punti di vista continuamente variati le storie di due ragazzi, Sam e Hailey, e presenta impaginazioni molto complesse, interpretabili in parte attraverso il ricorso allo specifico forum on-line (www.onlyrevolutions.com). Tomasula ha invece realizzato TOC. A new-media novel (2009), una narrazione concepita con caratteristiche intermediali, in cui la grafica fa da supporto al racconto scritto e orale sulla nascita stessa del tempo: in questo caso la versione on-line (www.tocthenovel.com) o quella per tablet costituiscono il supporto privilegiato per una fruizione ottimale, che deve tener conto di immagini appositamente realizzate da designer digitali.
Anche sul versante della poesia sono numerosi i tentativi di integrare l’aspetto fonico-grafico con quello visivo: gli autori mirano a fornire uno sfondo in cui collocare la genesi dei versi o delle frasi (essendo spesso superata ogni distinzione rispetto alla prosa continua) che vanno a costituire l’insieme delle varie opere. Molte delle sperimentazioni sono state esaminate (soprattutto da Christopher T. Funk houser) nell’ambito della Digital poetry, a sua volta inserita nella Electronic literature, che si è suddivisa in molte ramificazioni soprattutto nel corso del 21° sec. (si veda il sito www.eliterature.org). Fra le realizzazioni più significative si può citare Trope (2011) di Sarah Waterson, Elena Knox, Cristyn Davies, le quali hanno creato in Second life un’isola virtuale che, mentre viene percorsa, rivela testi poetici da fruire in ambienti non praticabili nella realtà. Chiare ascendenze surrealiste si intrecciano con suggestioni offerte dall’immergersi nella virtualità grazie alla creazione di un avatar che è insieme scopritore e creato re dei possibili messaggi poetici. Senza ricorrere a questa potenzialità, altri artisti inseriscono versi scritti o recitati in scenari ormai pensati in 3D: è il caso di the House (2006) e Borders (2010) di Mary Flanagan, che chiede ai suoi lettori di completare lo spazio architettonico digitalizzato; lo scopo è quello di renderli consapevoli dell’aspetto compositivo dell’opera, e in particolare dell’interazione fra linguaggio,media, mente e corpo.
Quest’ultimo aspetto richiama uno dei problemi teorici e scientifici spesso tenuti in considerazione nel realizzare opere letterarie digitali e inserite nel web: si tratta del processo di embodiment, ovvero della percezione corporea, e non unicamente cerebro-mentale, del mondo e in specie degli oggetti artistici. Mentre da un lato, infatti, molte delle tendenze attuali sembrerebbero rendere la fruizione artistica meno fisica e materiale, dall’altro vengono realizzate situazioni ‘immersive’ sempre più ricche, tali da far superare i vincoli dei vari media. Ciò è frequente nelle opere drammaturgiche o performance le quali, mentre coinvolgono gli spettatori, prevedono un’interazione fra movimenti degli attori e spazi virtuali, spesso creati utilizzando Internet (si vedano in particolare i progetti del Big Art Group di New York).
Letteratura, web e globalizzazione. – A partire dai primi anni del 21° sec. è andata espandendosi una forma di letteratura pensata appositamente per la rete e, come si è detto, di solito indicata con la sigla Lit-web. Le modalità creative sono varie: per es., a volte le opere nascono nei blog di giovani autori, che accolgono i suggerimenti dei lettori nel corso della realizzazione; altre volte vengono riuniti appunti o pagine di diario diffusi attraverso i social network. Un fenomeno di tipo sperimentale è quello di generare opere attraverso potenti motori di ricerca, ossia cercando in Internet notizie, immagini ecc., che vengono poi assemblate o addirittura tradotte e modificate più volte (come nelle scritture concettuali o in quelle flarf, che fondono dati estratti casualmente dal web): il testo può nascere dalla cooperazione fra più utenti, in vari Paesi del mondo. Molti di questi materiali e abbozzi vengono ulteriormente ripresi e, in alcuni casi, trasposti in altri media: da una prima stesura in rete possono derivare rielaborazioni utilizzabili per film, serie televisive o in streaming, ed eventualmente per una nuova versione scritta.
Si tratta di fenomeni in crescita, che stanno ponendo le basi per un inedito sistema di creazione e di diffusione della letteratura: più che il singolo autore sta diventando fondamentale un circuito che, da una versione messa a disposizione nel web, genera prodotti facilmente fruibili, spesso senza passare attraverso i filtri delle case editrici o quelli istituzionali in genere. D’altra parte, pure nella ricezione della letteratura canonica, a cominciare dai classici, si stanno realizzando progetti internazionali che riducono l’importanza
del singolo saggio monografico o della manualistica tradizionale. Nel settore dell’Umanistica digitale (Digital humanities; cfr. Burdick, Drucker, Lunenfeld et al. 2012), particolarmente sviluppata negli Stati Uniti, ma ormai praticata in tutto il mondo, numerosi atenei o enti di ricerca stanno progettando o mettendo a punto super archivi che riuniscono banche dati e repertori digitalizzati, dislocati in varie parti del mondo, e permettono di condurre ricerche sempre più complesse e aggiornate in tempo reale. Ciò spinge a integrare competenze scientifiche e tecniche un tempo separate in domini disciplinari ben distinti; non è inoltre più concepibile l’ideale di una conoscenza onnicomprensiva, persino all’interno di un singolo campo di studio, mentre è indispensabile una progettazione organica, che riesca a connettere le singole ricerche in un’architettura informatica e in una versione per Internet largamente accessibile e implementabile.
La rapida evoluzione di tutti gli ambiti letterari e umanistici sinora indicati garantisce notevoli opportunità, ma induce anche a qualche prudenza. Non sono pochi gli studiosi che vedono nella perdita di un’attenzione specifica e di una lettura lineare un rischio particolarmente forte proprio per la ricezione delle opere letterarie: il cosiddetto surface reading (lettura di superficie) può infatti favorire i collegamenti in forma reticolare, ma al prezzo di obliterare la dimensione più nascosta e allusiva delle opere, colta nel 20° sec. grazie alle interpretazioni indiziarie, spesso di tipo psicanalitico. Tuttavia, nuove forme di analisi possono avvantaggiarsi grazie alla costituzione dei grandi archivi in rete, che cominciano a consentire controlli e confronti sino a poco tempo fa impraticabili persino da gruppi di ricerca numericamente consistenti. L’integrazione di dati relativi alle letterature non occidentali e minoritarie potrebbe inoltre favorire indagini trasversali, in una rinnovata prospettiva di Weltliteratur.
Resta in ogni caso vero che il sostegno e la divulgazione in rete delle letterature nelle varie lingue sono obiettivi di grande importanza culturale. Numerosi studiosi della Internet culture sostengono che un buon uso del web non deve condurre al prevalere assoluto di alcuni modelli, bensì valorizzare le specificità stilistiche e la ricchezza delle diversità locali. In effetti, le attività relative alla lingua e alla cultura italiana in Internet non solo non risultano statisticamente irrilevanti (si vedano i dati forniti in Tavosanis 2011, che dimostrano come la presenza dell’italiano in rete sia ampia specie nel settore artistico-culturale, e che i nuovi generi letterari mantengono molte caratteristiche linguistico-stilistiche di quelli tradizionali italiani), ma per di più contribuiscono a diffondere suggestioni e informazioni sulle nostre opere anche là dove difficilmente potrebbero arrivare libri tradizionali: esemplare è il caso di Dante, divenuto una vera e propria ‘icona’ su scala planetaria e perciò presente adesso, oltre che in romanzi, film e videogame, in siti accademici, pagine Facebook, lezioni on-line ecc., spesso in versione bilingue (italiano e inglese). La letteratura globalizzata, insomma, trova nel web il suo medium più efficace, sia per nuove sperimentazioni, sia per potenziamenti e innovazioni nei modi di recepire i testi classici: e c’è chi ipotizza l’avvento di una nuova ‘Repubblica delle lettere’ (McGann 2014). Gli studiosi e i critici letterari concorrono, con i loro progetti digitali in rete, a non disperdere le competenze umanistiche formatesi almeno a partire dal 15° sec., e a riproporle in forme adeguate alle sfide delle attuali modalità comunicative e cognitive.
Bibliografia: D. Fiormonte, Scrittura e filologia nell’era digitale, Torino 2003; G.P. Landow, Hypertext 3.0. Critical theory and new media in an era of globalization, Baltimore 20063; J. Tabbi, Toward a semantic literary web. Setting a direction for the electronic literature organization’s directory, 29 gennaio 2007, http://eliterature.org/pad/slw.html; N.K. Hayles, Electronic lit erature. New horizons for the literary, Notre Dame 2008; M. Tavosanis, L’italiano nel web, Roma 2011; A. Burdick, J. Drucker, P. Lunenfeld et al., Digital_Humanities, Cambridge (Mass.)-London 2012 (trad. it. Milano 2014; sito web http://hyperstudio. mit.edu/); C.T. Funkhouser, New directions in digital poetry, New York-London 2012 (anche on-line, http://newdirectionsindigitalpoetry.net); N.K. Hayles, How we think, Chicago 2012; A. Casadei, Letteratura e controvalori. Critica e scritture nell’era del web, Roma 2014; J. McGann, A new republic of letters, Cambridge (Mass.) 2014; S. Calabrese, Anatomia del best seller, Roma-Bari 2015.