Neogreca, letteratura
Dagli anni Settanta e Ottanta del 20° sec. la l. n. ha confermato la grande vitalità testimoniata dalle generazioni apparse dopo la Seconda guerra mondiale a partire da quella detta della sconfitta, rappresentata da M. Katsaròs (1919-1998), con la raccolta Katà Saddukaion (1953, Contro i Sadducei); dal poeta M. Anaghnostakis (1925-2004), fondatore nel 1959 della rivista letteraria Kritikì; da K. Kiru (n. 1921), soprattutto con la raccolta Anazitisi (1949, Ricerca); da A. Alexandru (1922-1978), che troverà poi la sua più alta espressione in prosa con il romanzo To kivotio (1975, trad. it. La cassa), e da T. Livaditis (1921-1988). Dominante in questi poeti risultava l'esperienza del carcere e del confino come in T. Patrikios (n. 1928). La delusione storica e politica si era trasformata in inquietudine e in un profondo senso di amarezza e solitudine, mentre più vicina al Surrealismo era stata la corrente 'esistenzialista' che si riconosce nei nomi di N.P. Papaditsas (1922-1987), M Sachturis (1919-2005), T. Sinopulos (1917-1981), E. Kaknavatos (n. 1920).
Guerra e conflitto civile si ritrovano anche nella narrativa. I nomi sono molti e tutti notevoli: S. Tsirkas (1911-1980) che, con la sua opera Akivernites politeies (Città ingovernabili), articolata in tre romanzi usciti tra il 1961 e il 1965, e ambientata tra Egitto e Gerusalemme, raggiunse gli esiti più alti della prosa degli anni Sessanta, D. Chatzìs (1913-1981), A. Zei (n. 1925), M. Liberaki (n. 1919), D. Sotiriu (n. 1909), S. Plaskovitis (n. 1917), A. Franghiàs (1921-2002), A. Kotziàs (1926-1992), N. Kazdaghlis (n. 1928), N. Bakolas (1927-1999).
La generazione immediatamente successiva, definita da alcuni critici generazione perduta, si sentì relegata a un ruolo decentrato dalla situazione storica di transizione in cui si trovò a vivere e reagì in maniera diversa al disagio esistenziale della propria epoca. Delusi dagli ideali sociali e politici, indifferenti a essi, gli autori si chiusero in sé stessi con un atteggiamento riflessivo e individualista. Voci rappresentative di questo periodo sono quelle di D. Christianopulos (n. 1931) che, andando controcorrente rispetto alle tendenze della sua generazione, svolse un importante ruolo di raccordo di poeti e prosatori intorno alla sua rivista Diagonios, fondata a Salonicco nel 1958 e attiva fino al 1983; di N.-A. Aslanoglu (1931-1996), tra i poeti della rivista, con la sua prima raccolta O diskolos thanatos (1954, Morte difficile); di M. Meskos (n. 1935), nella cui poesia tradizione e innovazione s'incontrano conciliandosi con le suggestioni da una parte del canto popolare e dall'altra del Surrealismo; di K. Dimulà (n. 1931), autrice capace di fare poesia del profondo partendo dalle presenze più umili del quotidiano. Più o meno contemporanee sono le esperienze di N. Isaia (1934-2003) e di K. Anghelaki-Rooke (n. 1939).Oltre alla produzione poetica, anche quella in prosa del periodo si rivolse al mondo interiore degli scrittori. Significativo in questo senso è il nome di N. Kachtitsis (1926-1970), che nei suoi scritti propose una prosa in bilico tra realismo ed evocazione, ricorrendo all'uso del monologo interiore. Tra autobiografia e invenzione si colloca invece l'opera di Gh. Ioannu (1927-1985), il cui tono sommesso caratterizzerà tutta la prosa degli anni Settanta e Ottanta. Il monologo interiore domina anche la prosa di Gh. Chimonàs (1938-2000), all'insegna dell'essenzialità e della sinteticità. La storia fa invece da scenario alle vicende narrate in prima persona da To trito stefani (1962; trad. it. Il terzo anello, 1992) di K. Tachtsìs (1927-1988). Th. Valtinòs (n. 1932) continuò a ispirarsi ai temi della guerra civile e della Resistenza, con il suo racconto-testimonianza I kathodos ton ennià (trad. it. Il ritorno dei nove) del 1963, poi in volume nel 1978, o a tematiche sociali come l'emigrazione trattata in Sinaxari tou Andrea Kordopati (Storia di Andreas Kordopatis) del 1964, poi in volume nel 1972. Tra i coetanei di Valtinòs si ricordano V. Vassilikòs (n. 1933), M Kumandareas (n. 1931), Ch. Milionis (n. 1932). In quegli anni si impose il genere del racconto, che avrebbe poi dominato negli anni Settanta, con M. Chakkas (1931-1972), I. Papadimitrakopulos (n. 1930), e i più giovani T. Kazantzìs (1938-1991) e D. Nollas (n. 1940). Alcuni scrittori del Nord della Grecia, ruotavano intorno alla rivista Diagonios. Gli anni Settanta coincisero con la contestazione che in Grecia arrivò nel 1973, quando gli studenti del Politecnico di Atene si opposero alla giunta dei colonnelli.
La ribellione fu sedata nel sangue dopo tre giorni di resistenza (14-17 novembre). L'anno successivo vi fu l'occupazione di Cipro da parte della Turchia che portò alla caduta della dittatura. Anche la generazione letteraria che si trovò a operare in quegli anni fu aperta alla contestazione e rifiutò una società che non riusciva ad accettare. Molti scrittori guardavano agli Stati Uniti e alla Beat generation, ma non mancò chi invece volle recuperare la propria tradizione, soprattutto quella riguardante la musica popolare, come L. Pulios (n. 1944), M. Ganàs (n. 1944), J. Mastoraki (n. 1949). Altri poeti attivi in questi anni furono Gh. Kondòs (n. 1943), Th. Niarchos (n. 1945), N. Vaghenàs (n. 1945), M. Lainà (n. 1947), D. Kalokiris (n. 1948), D. Kapsalis (n. 1952), M. Pierìs (n. 1952), A. Fostieris (n. 1953), E. Aranitsis (n. 1955), Gh. Varveris (n. 1955), P. Bukalas (n. 1957), D. Chouliarakis (n. 1957), Ch. Vlavianòs (n. 1957), S. Paschalis (n. 1958), G. Koropulis (n. 1960), Th. Chatzòpulos (n. 1961), e, in ritardo sui suoi coetanei, A. Maroniti. In realtà, questa generazione, avendo persa la propria identità, era alla ricerca di sé stessa tentando, anche sul piano formale, varie strade.
Nel 1981 la Grecia entrò nella Comunità Economica Europea e la sua situazione socioeconomica iniziò a migliorare e a stabilizzarsi. Gli scrittori di questa generazione, definiti da M. Vitti come gli scrittori di una 'non generazione', erano chiusi in una 'visione privata', secondo l'espressione coniata dal critico I. Kefalàs che sottolineava: "non esiste più un mito comune al quale fare riferimento e i giovani sono portati ad un iperprotettivismo della vita personale".
Da un punto di vista formale cominciò a farsi strada il ricorso a forme metriche che negli ultimi decenni si era perso e, in maniera più generale, si fece sempre più presente una ricerca di dialogo con la propria tradizione. In questi anni vi fu un nuovo fermento culturale e nacquero diverse riviste intorno alle quali si raccoglievano nuclei e correnti letterarie: Porfiras di Corfù, Tram di Salonicco, fondata dal poeta D. Kalokiris, Lexi dei poeti Niarchos e Fostieris, Poiisi fondata da Vlavianòs. Proprio Kalokiris si rivelò uno dei più convinti assertori di un'apertura verso un mondo fantastico di maghi e sapienti che lo rese vicino alla poesia di J.L. Borges. La via del fantastico e del fiabesco costituisce anche un trait d'union con le ballate fiabesche della canzone popolare come in Ganàs, che continuava a scrivere accanto ai poeti della nuova generazione, e in Chatzòpulos.
Tra gli anni Settanta e Ottanta vi fu un ritorno al romanzo. A pubblicare furono anche gli scrittori coetanei di quelli impostisi nel decennio precedente. Si tratta di nomi di autori importanti che hanno lasciato un segno nella storia della letteratura greca: Z. Zateli (n. 1951), R. Galanaki (n. 1947), I. Karistiani (n. 1952), M. Duka (n. 1947), N. Themelis (n. 1947), Gh. Ghiatromanolakis (n. 1940), A. Panselinos (n. 1943), D. Dimitriadis (n. 1944), N. Chuliaràs (n. 1940), che si muovono tra il realismo magico e il romanzo storico. Ma la narrativa degli anni Ottanta seguì anche vie più sperimentali con alcuni scrittori più giovani, come E. Sotiropulu (n. 1953), V. Guroghiannis (n. 1951), V. Raptopulos (n. 1959), A. Sfakianakis (n. 1958), P. Tatsopulos (n. 1959), uno dei rappresentanti di maggior rilievo, che nella sua opera sottolinea come l'ottica politica sia ormai lontana da tale generazione. Tutti questi autori ricorrono ampiamente all'ironia e a modi espressivi che fanno propri gli strumenti della cultura di massa, in particolare il linguaggio pubblicitario e televisivo.
Negli anni Novanta si è andata estendendo sia in prosa sia in poesia la cosiddetta scrittura femminile, che aveva cominciato a imporsi proprio negli anni Ottanta con E. Sotiropulu. La fine del 20° sec. e gli inizi del 21° hanno segnato per la Grecia l'arrivo di molti immigrati, l'adozione della moneta unica (genn. 2002) e l'ingresso nell'Unione Europea di Cipro (aprile 2004). È stato un periodo di grande vivacità culturale in cui alcune importanti case editrici hanno aperto le porte a giovani scrittori, dando largo spazio alla pubblicazione delle loro opere. Questo spiega in parte l'apparizione di tanti nuovi nomi: poiché si tratta ancora di scrittori in fase di formazione, in molti casi all'inizio della carriera, diventa difficile offrire un quadro preciso e una collocazione valutativa. Accanto alle tante riviste letterarie, sono fiorite riviste e collane di traduzione. Anche da un punto di vista culturale e letterario, la Grecia ha così rivendicato un suo posto in Europa. È stato il momento dei romanzi di successo, veri e propri best seller, come I maghisses tis Smirnis (2001) di M. Meimaridi (n. 1950), tradotto con successo anche in Italia (Le streghe di Smirne, 2004), e i romanzi di E. Trivizàs (n. 1959).
I giovani scrittori, che invece non risultano appartenere ad alcuna corrente, si riuniscono intorno a varie riviste senza che esse presentino però nessun intento programmatico. Per la poesia sono da ricordare D. Kosmopoulos (n. 1964), M. Topali (n. 1964), F. Yannisi (n. 1964), K. Koutsourelis (n. 1967), V. Ruvalis (n. 1969), V. Amanatidis (n. 1970), A. Papalexandrou (n. 1970), D. Anghelìs (n. 1973), Ch. Michalopulos (n. 1978); per la narrativa V. Chatzighiamidis (n. 1967), Ch. Chrisòpulos (n. 1968), Th. Chimonàs (n. 1971), P. Kondoghiannis (n. 1972) e D. Eleftherakis (n. 1978). Le loro opere hanno visto la luce nei primi anni del 21° sec.: è del 2000 Enas akomi thanatos (Ancora una morte) di Anghelìs, del 2001 Niktikòs nous (Mente natante) di Ruvalis, del 2002 Latomeio (Latomia) di Kosmopoulos.
Gli scrittori di quest'ultima generazione, definita invisibile anche perché si scontra con una certa indifferenza di pubblico e di editoria, guardano all'Europa e agli Stati Uniti e la loro scrittura si può definire internazionale. A questa definizione risponde l'opera di S. Triandafillu (n. 1957), con il suo romanzo To ergostasio ton moliviòn (2000, La fabbrica delle matite), come anche Gh. Bramos (n. 1952), con Mavra matia (1999; trad. it. Occhi neri, 2001), o A. Stamatis (n. 1960), con Bar Flaubert (2000; trad. it. 2002), ambientato in vari Paesi europei, dalla Grecia all'Italia alla Germania, Th. Triaridis (n. 1970), N. Panaghiotopulos (n. 1963). Anche questi anni risultano caratterizzati da una letteratura al femminile, rappresentata in particolare da A. Michalopulu (n. 1966) e A. Kastrinaki (1961), con la raccolta di racconti Ekdochès tis Pinelopis (2003, Varianti di Penelope). Tra i poeti più giovani meritano di essere ricordati D. Kapantais (n. 1971), D. Kotoula (n. 1974), M. Alexopulu (n. 1976), D. Elefterakis (n. 1978), Ch. Psarras (n. 1982), che si trovano riuniti nell'omaggio che è stato loro dedicato dalla rivista Poiisi di Vlavianòs.
bibliografia
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