Ragazzi, letteratura per
Negli ultimi quindici anni del 20° sec. la l. per r. è stata protagonista in Italia di una grande trasformazione. A. Faeti (2001) utilizza il termine svolta per dare l'idea della vera rivoluzione in atto in questo settore. E non si tratta di un'esagerazione: la visione del libro rivolto a bambini e ragazzi ha subito un vero e proprio capovolgimento che ne ha rinnovato la funzione e il significato. Fino ad allora i testi rivolti a lettori giovani e giovanissimi, sino alla prima adolescenza, si facevano carico prima di tutto di un dovere pedagogico, ossia di trasmettere valori e ideologie per facilitare l'inserimento delle nuove generazioni nelle strutture sociali e immaginative già prestabilite dagli adulti. Una visione quindi istruttiva quando non apertamente didascalica ha conformato la nostra tradizione. E certo non basta a cambiare tale prospettiva la presenza di grandi eccezioni del passato come Collodi (pseud. di Carlo Lorenzini), Vamba (pseud. di Luigi Bertelli), A. Rubino, S. Tofano, né i primi importanti tentativi di rinnovamento che si sono susseguiti a partire dagli anni Cinquanta con collane rivoluzionarie come Il martin pescatore della Vallecchi, curata da D. Ziliotto, o Tantibambini dell'Einaudi, con la nascita di case editrici coraggiose come la Emme Edizioni di R. Archinto o La Coccinella di L. Farina, con figure di fondamentale importanza quali I. Calvino e G. Rodari.
Soltanto a partire dalla metà degli anni Ottanta questi segnali di cambiamento, eccellenti ma ancora isolati, si sono trasformati in un vero e proprio processo strutturale di rinnovamento che riguarda, prima di tutto, un modo diverso di pensare al libro per ragazzi: non più strumento essenzialmente educativo, ma vera e propria opera letteraria. Non che nei nuovi autori non vi sia un'attenzione verso la sensibilità e l'esperienza inevitabilmente ancora limitata dei lettori. Ma essa passa prima di tutto attraverso la qualità estetica delle proposte, il desiderio di sollecitare il piacere della lettura, la volontà di comunicare la realtà in tutta la sua complessità, non limitandosi a rigidi canoni ideologici. Responsabili di questo rinnovamento sono soprattutto la Mondadori, con le collane Junior curate da M. Forestan e F. Lazzarato, le Edizioni Elle di O. Fatucci, la collana Gl'istrici della Salani curata ancora dalla Ziliotto, senza dimenticare altre presenze come le Nuove Edizioni Romane, la Fatatrac, I delfini della Bompiani, Il battello a vapore della Piemme.
Il primo importante esito di questa trasformazione è un nuovo rapporto con il pubblico: i libri non si rivolgono più agli adulti, ai genitori e agli insegnanti, ma 'dialogano' direttamente con il giovane pubblico che sempre più diventa autonomo nelle scelte e nelle preferenze. A segnare questo mutamento è anche la nuova veste dei testi proposti: si afferma il formato tascabile, più maneggevole e, soprattutto, più economico, adatto alle possibilità d'acquisto dei piccoli lettori, mentre la collana non è più un semplice contenitore editoriale ma diventa uno strumento fondamentale di comunicazione e di orientamento. Dotate di un'identità solida e ben connotata, le collane si rivelano capaci di catturare la fiducia del pubblico che, in base ai propri gusti e all'età, impara a rivolgere l'attenzione a specifici scaffali di librerie e biblioteche.
Questo rinnovamento esteriore coincide con una profonda trasformazione dei contenuti e dei toni narrativi. La traduzione di grandi autori stranieri ancora inediti in Italia o non presentati con la cura necessaria è fondamentale per svecchiare la nostra tradizione e diventa anche un utile termine di confronto per la maturazione di nuovi scrittori del nostro Paese. L'inglese R. Dahl (1916-1990), che con Il GGG (ossia Il Grande Gigante Gentile; tit. orig. The BFG, 1982) ha aperto nel 1987 la collana Gl'istrici, può essere assunto simbolicamente come importante capofila: i suoi romanzi si distinguono per il tono irriverente e grottesco con cui si inscenano veri e propri scontri tra 'piccoli' e 'grandi', per il gusto surreale con cui si recupera la tradizione fiabesca contaminandola con temi ancora mai entrati nella letteratura per bambini. Altri autori, pur nella diversità delle loro poetiche, hanno aderito a nuove modalità di rappresentazione dell'infanzia: bambini e bambine si ritrovano in una realtà che non è a loro misura, ma anzi tenta in ogni modo di schiacciarli; non resta allora che accettare con lucidità questa condizione sfavorevole, non per rassegnarsi di fronte a essa ma piuttosto per combattere con coraggio e irriverenza pur di conquistare il premio di una crescita libera da imposizioni. A questa letteratura dalla parte dei bambini e dei ragazzi appartengono, per es., le storie illustrate di Pef (pseud. di Pierre Elie Ferrier, n. 1939), Q. Blake (n. 1932), T. Ross (n. 1938), G. Solotareff (pseud. di Grégoire el-Kayem, n. 1953), o i romanzi della scrittrice inglese J. Wilson (n. 1945: Secrets, 2002, trad. it. 2005), di Ph. Ridley (n. 1967: Krindlekrax, 1991, trad. it. 1995), anch'egli inglese, e dell'austriaca C. Nöstlinger (n. 1936: Konrad oder das Kind aus der Konservenbüchse, 1975, trad. it. Il bambino sottovuoto, 1988), senza dimenticare la lezione della svedese A. Lindgren (1907-2002), universalmente nota soprattutto grazie al personaggio di Pippi Calzelunghe, e l'opera dell'italiana B. Pitzorno (n. 1942: Clorofilla dal cielo blu, 1975; Extraterrestre alla pari, 1979; Speciale Violante, 1988; Ascolta il mio cuore, 1991).
Un altro grande cambiamento è l'apertura verso tematiche ancora inedite in questo settore: per la prima volta, in particolar modo nelle proposte per i lettori più grandi, viene ritratta la realtà in tutti i suoi aspetti, senza ignorare i lati più inquietanti. La collana Ex libris della EL e analoghe proposte di altri editori hanno ottenuto un grande successo da parte di giovani lettori che attraverso queste storie cominciano a fare i conti con problematiche gravi, siano esse collettive come la guerra o la questione ecologica, oppure individuali come la malattia, la trasformazione dell'assetto familiare, la droga, la violenza sessuale. Questi testi sono, nei casi migliori, libri validi prima di tutto sul piano letterario, con intrecci avvincenti e personaggi a tutto tondo, accurata documentazione e, soprattutto, con il desiderio di dare coordinate interpretative per comprendere il reale nelle sue contraddizioni, opponendosi così al colpevole silenzio di tanti genitori e insegnanti e alla banalità spettacolarizzata dell'informazione.
Anche la rappresentazione dei personaggi si è trasformata in modo sostanziale. Negli autori più importanti - siano essi stranieri o italiani - emerge la medesima volontà di penetrare la psicologia dei protagonisti bambini e adolescenti e di riuscire a dare voce a una gamma variegata di emozioni e riflessioni. Si ricordano gli inglesi R. Westall (1929-1993: The machine-gunners, 1975, trad. it. Una macchina da guerra, 1988), A. Chambers (n. 1934: Dance on my grave, 1982, trad. it. Un amico per sempre, 1994), P. Lively (n. 1933: The ghost of Thomas Kempe, 1973, trad. it. 1988), D. Almond (n. 1951: Skellig, 1988, trad. it. 2000); la neozelandese M. Mahy (n. 1936: The haunting, 1982, trad. it. Occhi di gufo, 1997); lo statunitense J. Spinelli (n. 1941: Stargirl, 2000, trad. it. 2001); tra gli italiani, infine, B. Solinas Donghi (n. 1923: Le fiabe incatenate, 1967; La gran fiaba intrecciata, 1972; Quell'estate al castello, 1986), M. Milani (n. 1928), noto soprattutto per il ciclo romanzesco di Tommy River (1959-1972), S. Gandolfi (n. 1940: La scimmia nella biglia, 1992; Pasta di drago, 1993), A. Nanetti (n. 1942: Le memorie di Adalberto, 1984), R. Piumini (n. 1947: Lo stralisco, 1987; Il sasso nel muschio, 1988, 1a ed. in Il lungo incantesimo, 1982), B. Masini (n. 1962: Se è una bambina, 1998). Essi mostrano una nuova e importante forma di rispetto nei confronti del giovane pubblico che attraverso le vicende interiori dei personaggi impara anche un proprio 'alfabeto sentimentale' e si riconosce nelle loro speranze come nei timori, nei desideri come nelle disillusioni. Spicca in particolare la rappresentazione del personaggio femminile, che finalmente, grazie alla collana Gaia junior della Mondadori e alle iniziative di altri editori immediatamente successive, risulta libera da modelli stereotipati e dai canoni prestabiliti della letteratura rosa.
Tuttavia un compiuto ritratto della nuova l. per r. non può limitarsi a considerare gli aspetti positivi, pur numerosi e importantissimi, senza evidenziare alcuni fenomeni preoccupanti. Giunta al culmine a metà degli anni Novanta, 'la svolta' ha subito infatti un arresto, di cui si possono indicare diverse cause: un progressivo esaurimento dei titoli stranieri inediti validi; una maggiore cautela nella sperimentazione di collane davvero innovative; il calo vertiginoso della lettura in età preadolescenziale. Ma è stato soprattutto il grande successo economico dei libri per bambini a determinare una vera e propria involuzione. Case editrici che non si erano mai occupate del settore (come Feltrinelli, e/o, Adelphi, Fanucci) si sono gettate nell'impresa con esiti e fortune alterne. Il mercato si è così inflazionato: se nel 1987 le novità proposte per tutte le fasce di età erano 952, nel 1998 risultavano 2032 e negli anni successivi sono arrivate a oltre 2200 titoli. Si fanno troppi libri, con le conseguenze immediate di un calo della qualità media proposta e di un affollamento degli scaffali di librerie e biblioteche che disorienta il pubblico. Gli editori, che pure concordano su queste analisi, non si fermano e insistono a produrre ai medesimi ritmi, investendo sempre di più sulla promozione e sulla competizione. Anche l'assetto gerarchico all'interno delle case editrici si è trasformato: il direttore del marketing ha spesso più peso del direttore editoriale. A rimetterci sono i giovani lettori: si rischia di perdere la visione culturale e acutamente pedagogica degli anni precedenti e prevale l'interesse economico; le collane via via si riducono o vengono chiuse a favore di produzioni seriali di discutibile qualità e tutte giocate sulla fidelizzazione verso un genere (come l'horror stereotipico dei Piccoli brividi, versione italiana della serie Goosebumps dello statunitense R.L. Stine) o verso un personaggio (il più famoso è il topo Geronimo Stilton, creato dall'italiana E. Dami, da anni impegnata nell'editoria per ragazzi). Il pericolo è di alimentare una nuova figura di giovane lettore, sempre meno aperto alla libera esplorazione degli scaffali e sempre più orientato nelle scelte attraverso il condizionamento di fenomeni e 'marchi' di successo. Questa progressiva penetrazione delle logiche di mercato e dei consumi nella l. per r. ha avuto un ulteriore incentivo con l'imprevedibile e planetario successo di Harry Potter, il maghetto creato dalla fantasia della scrittrice inglese J.K. Rowling (n. 1965). Un personaggio della letteratura per bambini è diventato l'eroe di un immaginario collettivo che unisce piccoli e grandi e Paesi di ogni latitudine. La reazione delle case editrici, italiane e straniere, è stata quella di mettersi all'inseguimento del prossimo best seller mondiale, uniformando di fatto gran parte delle proposte a un unico genere e lanciando ogni volta le proprie novità come successi annunciati.
In questa mutata situazione, per sottrarsi all'invadenza dei prodotti preconfezionati, tanto più necessaria diventa la capacità di orientarsi, sia pure con difficoltà, tra librerie e biblioteche (di cui non ci si stancherà mai di auspicare un adeguato incremento e diffusione sul territorio), alla ricerca dei libri belli e importanti non più riediti benché recenti e alla scoperta delle proposte valide che ancora giungono sugli scaffali pur senza il clamore della pubblicità.
bibliografia
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L'età d'oro. Storie di bambini e metafore d'infanzia, a cura di E. Varrà, Bologna 2001.
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