KAMENEV, Lev Borisovič (il vero nome è Rosenfeld)
Uomo politico russo, nato il 22 luglio 1883 a Mosca. Nel 1901 si aggregò ai social-democratici, seguendone l'ala sinistra. Imprigionato nel 1902 e nel 1904, e poi nuovamente nel 1908, si rifugiò in quest'ultimo anno all'estero, dimorando specialmente a Ginevra dove collabotò con Lenin. Ritornato a Pietroburgo nel 1913, diresse la Pravda; ma nel novembre 1914 fu arrestato e deportato in Siberia. Liberato dopo la rivoluzione del febbraio 1917, fu, dopo la vittoria bolscevica nell'ottobre, nominato presidente del comitato centrale esecutivo dei Soviet, a Mosca; ma dopo breve tempo lasciò questa carica per recarsi, come uno dei plenipotenziarî russi, a trattare con la Germania la pace di Brest-Litowsk. Fu poi successivamente presidente del consiglio economico, presidente del consiglio degli operai e dei soldati di Mosca; ebbe missioni all'estero, a Londra, nell'autunno 1920, e a Roma, come ambasciatore, dal gennaio al dicembre 1927. Ma la sua opposizione a Stalin, in unione a Zinov′ev, gli costò il richiamo da Roma e l'espulsione temporanea dal partito comunista. Il provvedimento fu però poco dopo revocato. Ha scritto Meždu dvumja revoljucijami (Tra due rivoluzioni).