Trockij, Lev Davidovic
(Trotzki), Lev Davidovič (pseud. di Lejba Bronštein) Rivoluzionario e politico russo (Janovka, Cherson, 1879-Coyoacán, Città di Messico, 1940). Proveniente da una famiglia israelita di medi contadini, aderì ben presto al movimento rivoluzionario, venendo arrestato (1898) e deportato in Siberia (1899). Riuscito a fuggire nel 1902, raggiunse Lenin a Londra ed entrò nella redazione dell’Iskra. Schieratosi con i menscevichi nel II Congresso del Partito operaio socialdemocratico russo (1903), assunse negli anni successivi una posizione intermedia fra questi e i bolscevichi, adoperandosi senza successo per ricomporre l’unità del partito. Tornato in Russia nel genn. 1905, fu presidente del soviet di San Pietroburgo (nov.-dic.). Nel corso del 1905 formulò la teoria della rivoluzione permanente, secondo la quale al proletariato spettava il compito di realizzare la rivoluzione borghese e democratica nei Paesi economicamente arretrati, come la Russia, la cui borghesia era giudicata troppo debole. L’egemonia politica raggiunta così dal proletariato avrebbe comportato la trasformazione della rivoluzione democratica in rivoluzione sociale, avviando il processo di costruzione del socialismo, il cui esito sarebbe comunque dipeso dall’eventuale diffusione della rivoluzione anche in Paesi economicamente avanzati. Scaturita dall’analisi degli avvenimenti rivoluzionari in corso, la teoria della rivoluzione permanente costituì poi il riferimento teorico dell’intera attività rivoluzionaria di T.; fu quindi il principale bersaglio degli attacchi polemici di Stalin, che nel 1924, in opposizione a essa, lanciò la parola d’ordine della costruzione del «socialismo in un Paese solo». Nel 1906 T. fu nuovamente deportato; fuggito nel 1907, fu in esilio in Austria, quindi in Francia e negli USA. Raggiunta nel maggio 1917 la Russia, in agosto aderì al bolscevismo. Presidente del soviet di Pietrogrado (ott. 1917) fu a capo del comitato militare rivoluzionario di questo, protagonista dell’insurrezione del 25 ott. 1917. Commissario del popolo agli Affari esteri (ott. 1917-febbr. 1918), guidò la delegazione russa durante le trattative di Brest-Litovsk, adottando la formula negoziale «né guerra né pace», nel tentativo di guadagnare tempo in vista di una diffusione della rivoluzione in Germania. Commissario del popolo per l’esercito e la marina (1918-25), durante la guerra civile guidò l’Armata rossa, portandola alla vittoria sulle forze controrivoluzionarie. A partire dal 1923, convinto della necessità di superare la NEP e di promuovere una radicale trasformazione (attraverso la nazionalizzazione dell’industria, la collettivizzazione dell’agricoltura e la pianificazione dell’economia) della struttura economica del Paese, entrò in urto con Bucharin e Stalin, appoggiati fino al 1925 da Kamenev e Zinov′ev. Promosse quindi la cd. opposizione di sinistra (portandola nel 1926 all’alleanza con Kamenev e Zinov′ev, da cui nacque l’opposizione unificata), che alla battaglia sulla strategia economica affiancò quella contro la burocratizzazione del partito e dell’Internazionale comunista. Sconfitto da Stalin, che aveva con sé la maggioranza, T. fu espulso dal partito (1927), confinato in Kazakistan (1928), quindi esiliato in Turchia (1929). In seguito risiedette in Francia e in Norvegia e promosse la riorganizzazione delle forze del marxismo antistalinista, sfociata nella costituzione della quarta Internazionale (1938). Condannato a morte in contumacia (1936) durante il primo dei processi della grande purga staliniana, si trasferì a Città di Messico nel 1937; là fu ucciso da un agente della GPU. Tra le sue opere: Von der Oktober-Revolution bis zum Brester Friedensvertrag (1918); Vojna i Revoljucija («Guerra e rivoluzione», 1925); Die Fälschung der Geschichte der Russischen Revolution (1928); Moja žizn’ («La mia vita», 1930); Permanentnaja revoljucija («La rivoluzione permanente», 1930); Geschichte der Russischen Revolution (1931-33); Stalin (1936).
Nasce a Janovka
Deportato in Siberia
Durante la Rivoluzione presiede il soviet di San Pietroburgo
Prende parte alla Rivoluzione d’ottobre nelle file dei bolscevichi
Come commissario del popolo agli Affari esteri, firma la pace separata di Brest-Litovsk
Guida l’Armata rossa durante la guerra civile
Commissario del popolo per l’esercito e la marina
Entra in urto con Stalin
Espulso dal partito, è costretto a lasciare l’URSS
Condannato a morte in contumacia
Tenta di organizzare i comunisti antistalinisti nella quarta Internazionale
Ucciso a Coyoacán (Città di Messico) da un sicario di Stalin