leva
Strumento che amplifica la redditività dell’investimento, così come in fisica la l. moltiplica la forza.
La l. finanziaria si aumenta ricorrendo al debito, oppure investendo in prodotti derivati, che richiedono solo il versamento di un margine (➔), o ancora vendendo titoli allo scoperto. La l. finanziaria di un’azienda si misura con il rapporto tra attivo totale e capitale proprio, oppure tra debito e capitale proprio. Essa moltiplica il rendimento delle azioni rispetto a quello sull’investimento. Quando il tasso di rendimento sull’investimento supera il tasso d’interesse sul debito, il rendimento azionario è tanto maggiore quanto più alta è la l., poiché il capitale preso a prestito e investito nell’impresa rende più di quanto costa.
È dunque evidente il legame tra leverage elevato, volatilità della borsa e instabilità economica. Nelle fasi di espansione ciclica, l’alta l. contribuisce all’euforia del mercato azionario e dei consumi. Nelle contrazioni dell’economia, la l. porta crolli di borsa e panico (➔ panico bancario; sportelli, corsa agli), che alimentano la caduta dei consumi. Non sorprende, quindi, che la crisi finanziaria del 2008 sia associata alla notevole l. degli intermediari finanziari: negli USA l’attivo totale era circa 10 volte il capitale proprio per le banche commerciali e raggiungeva le 30 volte per quelle d’investimento. Ci si può domandare come sia possibile che il debito tocchi tali livelli. Un’azienda con l. alta viene infatti ritenuta rischiosa dai creditori che richiedono tassi di interesse elevati, per compensare la possibilità di non essere rimborsati. Questi tassi dovrebbero, a loro volta, rendere non conveniente per l’azionista l’aumento del debito. Occorre, però, tenere conto di 3 fattori, tutti presenti negli USA, prima della crisi. Da un lato, gli interessi sono deducibili dalle imposte; se l’aliquota fiscale è pari al 30%, il debito conviene rispetto a fonti finanziarie alternative, anche se è del 30% più costoso. I debiti possono inoltre avere la garanzia (➔ garanzie) di un terzo; in questo caso, il creditore non richiede aumenti del tasso di interesse, perché è coperto dall’incremento del rischio. Infine, la disponibilità di cassa nell’azienda può fungere da garanzia, rendendo conveniente indebitarla; la cassa assicura, infatti, tassi d’interesse relativamente bassi, deducibili dal reddito imponibile.
Gli hedge fund (➔) ricorrono ampiamente al leverage, grazie alle vendite allo scoperto. In una tipica strategia long-short si acquistano titoli, come quelli delle società a bassa capitalizzazione, vendendo un controvalore identico di altri titoli allo scoperto, per es. le società a elevata capitalizzazione. Le prime rendono in media più delle seconde, perché sono più rischiose; la l. è considerevole perché il capitale investito dal fondo è prossimo a zero e ciò amplifica il rendimento − e il rischio − della strategia.
Esistono altre due l. rilevanti per la finanza aziendale. La l. azionaria si può calcolare come rapporto tra capitale azionario totale di gruppo e quello investito nella capogruppo. Essa consente all’azionista di controllo di possedere una quota di azioni inferiore alla quota di voti controllati in una sussidiaria, grazie al capitale degli azionisti di minoranza. La l. azionaria aumenta quindi il valore del pacchetto di azioni di controllo nella capogruppo (il cui voto controlla tutto il capitale del gruppo) rispetto a quello di un analogo numero di azioni detenute dagli azionisti di minoranza. Tale effetto si ottiene anche in società che emettono azioni senza diritto di voto, o azioni a voto multiplo. Infine, con la l. operativa, cioè una maggior incidenza dei costi fissi su quelli variabili, si amplifica la risposta del reddito operativo a variazioni dei ricavi. Questa l., pari al rapporto tra margine di contribuzione (ricavi meno costi variabili) e reddito operativo (ricavi al netto dei costi totali), è determinata dalla tecnologia di produzione. Così, una centrale nucleare ha l. operativa maggiore di una termoelettrica.