LEVIO (Laevius)
Poeta latino del sec. II-I a. C. Nulla sappiamo della sua vita. Il suo nome venne spesso confuso nei manoscritti con quello di Livio, Nevio, Lelio. L'identificazione con Laevius Melissus, citato da Svetonio (De grammaticis, 3), è incerta. In un frammento degli Erotopaegnia si trova un'allusione alla lex Licinia sumptuaria del 103 a. C. Di qui l'ipotesi che L. fiorisse verso il 100-90 a. C.; ipotesi confermata indirettamente da un passo di Gellio (XIX, 9, 9) da cui risulta che Q. Lutazio Catulo, console nel 102, fu uno dei poeti erotici anteriori a L.
Si attribuiscono a L.: Gli Erotopaegnia "giuochi d'amore", composti forse a imitazione dei Paegnia di Filita di Coo: contavano almeno sei libri; i Polymetra, verosimilmente così chiamati dalla varietà dei metri. Che i Polymetra fossero distinti dagli Erotopaegnia è dubbio. Agli Erotopaegnia è probabile appartenessero i carmi mitologici Adonis, Alcestis, Centauri, Helena, Ino, Protesilaodamia, Sirenocirca, Phoenix. Levio fu propriamente un poeta ellenistico. Egli, con senso d'arte molto minore e forse senza vera sincerità di sentimento, appare per la sua tecnica un precursore non tanto dei poeti nuovi, quanto di Orazio.
I frammenti in W. Morel, Fragmenta poetarum latinorum, Lipsia 1927, p. 55 segg.
Bibl.: Oltre alle storie della letteratura latina, cfr. H. De La Ville De Mirmont, Études sur l'ancienne poésie latine, Parigi 1903, pp. 221-345; id., Étude biographique et littéraire sur le poète Laevius, in Bibliothèque des universités du Midi, IV.