LI LUNG-MIEN
. Pittore cinese, nato circa il 1040 e morto nel 1106. Viene considerato dai cinesi come il massimo artista della dinastia Sung, ma l'immensa fama di cui sempre godette non è dovuta solo al suo talento pittorico, ma anche all'aver egli impersonato l'ideale cinese dell'uomo colto e superiore: fu insieme archeologo, collezionista, studioso, calligrafo e poeta. Per quarant'anni impiegato statale, cominciò con lo studiare gli antichi maestri e con il copiare tutte le pitture di valore che gli capitarono sottomano. Acquistò fama dipingendo cavalli, che studiò con passione: per mezzo di un amico, capo delle scuderie imperiali, egli poté facilmente disegnare gli splendidi cavalli inviati in tributo o in dono dalle regioni occidentali dell'Asia. Dopo alcuni anni abbandonò la pittura di cavalli, o per motivi religiosi o perché il suo amico fu trasferito (1087) in una lontana provincia. Si diede allora a copiare i maestri buddhisti della dinastia T'ang. Generalmente copiava le pitture con disegno a soli contorni. Solo nel replicare un vecchio dipinto usava carta anziché seta. Pare che le sue opere originali si limitassero generalmente a schizzi non colorati. I suoi rotoli con paesaggi ebbero carattere topografico se si paragonano con i romantici paesaggi del sec. XIII. Si distinse piuttosto nel ritrarre figure con un acuto senso d'osservazione. L. s'interessò molto a tipi e usi stranieri, che illustrò in un celebre dipinto: Portatori di tributo. 107 sue opere sono nella collezione dell'imperatore Hui Tsung. Numerose pitture buddhiste, di bel disegno e colore, tuttora esistenti in Giappone e tradizionalmente attribuite a L., gli vengono ora tolte. Disegni a puri contorni a inchiostro si trovano in numerose collezioni, specie nella collezione Freer di Washington. Due copie di un rotolo: "Arhat" che traversano il lago sono nel British Museum.
Bibl.: A. Waley, Chinese Painting, Londra 1923; A. Meyer, Li Lungmien, New York 1923; L. Binyon, Painting in the Far East, Londra 1923.