libellule ed efemere
Sentinelle degli stagni
L’ordine degli Odonati, comunemente detti libellule, e quello degli Efemerotteri comprendono insetti assai antichi, capaci di volare nella fase adulta. Le loro larve, invece, sono acquatiche e vivono sul fondo degli stagni, dei laghi e dei corsi d’acqua. Alcune specie di efemere sono utilizzate come indicatori ecologici poiché vivono esclusivamente in acque non inquinate. Le libellule adulte sono predatrici di mosche, zanzare e altri insetti, mentre le efemere adulte non si nutrono e hanno una vita brevissima
Il nome Paleotteri (dal greco paleòs «antico» e pteròn «ala») viene usato dagli zoologi sistematici per riunire due ordini di Insetti che presentano numerosi caratteri primitivi. Si tratta degli Odonati e degli Efemerotteri, diffusi in tutto il mondo, rappresentati rispettivamente da 5.000 e da 2.200 specie. Resti fossili di Paleotteri risalgono al Carbonifero (circa 300 milioni di anni fa) e pertanto costituiscono i più antichi reperti di insetti sul Pianeta. Con ogni probabilità, i loro antenati hanno preso origine da Artropodi primitivi ancora sconosciuti, che avevano conquistato le acque dolci e le terre emerse a partire dall’ambiente marino già molto tempo prima.
Fra i caratteri primitivi che questi insetti conservano, figurano un apparato masticatore semplice, quattro ali attraversate da piccole e numerose venature, e almeno 10 segmenti addominali più o meno uguali tra loro. Se, per confronto, osserviamo un insetto molto evoluto, per esempio una mosca, vediamo che questa possiede organi boccali assai modificati e una struttura corporea più accorciata. Infatti, la bocca delle mosche ha una breve proboscide aspirante, le ali sono soltanto due, attraversate da poche venature molto grandi, e gli ultimi quattro segmenti addominali sono assai ridotti, spesso fusi tra loro. Nonostante la loro anatomia primitiva, i Paleotteri sono riusciti a sopravvivere fino ai nostri giorni, conservando il proprio ruolo ecologico e resistendo alla competizione con altri insetti più evoluti.
Sia le libellule che le efemere conducono una vita anfibiotica, ossia le larve si sviluppano nell’acqua mentre gli adulti volano e si posano sulle piante. Quando le larve sono mature escono dall’acqua, arrampicandosi sullo stelo di una pianta palustre o su un sasso, e subiscono l’ultima muta da cui prende origine l’insetto adulto. Tuttavia, fra questi due ordini esistono notevoli differenze: per esempio, le libellule possiedono ali anteriori e posteriori più o meno della stessa grandezza, mentre le efemere hanno quelle posteriori molto più piccole e talvolta assenti. Inoltre, le libellule hanno un volo assai veloce ed efficiente, con cui piombano sulla preda; viceversa, le efemere sono più lente, poiché usano le ali soltanto per disperdersi nell’ambiente, favorite dal vento, alla ricerca dei loro partner o di nuove pozze d’acqua. Infine, i maschi delle libellule sono territoriali e aggressivi tra loro, mentre le efemere dedicano il breve tempo della loro esistenza ad accoppiarsi liberamente, se non vengono mangiate prima da uccelli, pipistrelli o anfibi. Di conseguenza, la struttura corporea è robusta nelle libellule, assai fragile nelle efemere. Anche nella dieta delle larve si riscontrano differenze: quelle delle libellule sono predatrici di girini e invertebrati acquatici, mentre quelle delle efemere generalmente mangiano detriti o vegetali.
L’ordine degli Odonati si divide in due sottordini molto ben distinti: Anisotteri e Zigotteri. I primi vengono chiamati dragoni e possono raggiungere dimensioni assai grandi. La più grande specie vivente di quest’ordine ha un’apertura alare di circa 20 cm, ma tra quelle fossili ricordiamo il genere Meganeura che raggiungeva almeno 65 cm. Lungo il perimetro degli stagni, possiamo vedere facilmente i dragoni mentre sorvegliano il territorio rimanendo sospesi nell’aria come elicotteri, oppure in agguato sui loro posatoi preferiti, in cima a rametti secchi o sulle canne. Da queste posizioni di controllo aggrediscono gli intrusi della propria specie che osano violare i confini invisibili del loro territorio, oppure si lanciano su una farfalla in volo e la divorano.
Le larve dei dragoni sono veri mostri in miniatura che tendono l’agguato a tutti i piccoli animali del fondale. Il loro apparato boccale funziona come un’arma a scatto, grazie al labbro inferiore conformato a pinza che si allunga istantaneamente afferrando la preda.
Il sottordine degli Zigotteri comprende le damigelle, libellule più piccole ed esili rispetto ai dragoni. Mentre questi ultimi, quando sono posati, mantengono le ali aperte e perpendicolari all’asse del corpo, le damigelle le tengono chiuse in posizione verticale. Inoltre, tendono a posarsi sulle erbe e sugli arbusti delle rive, spesso sui giunchi, evitando di mettersi troppo in mostra. Infatti, le loro dimensioni più piccole e la minore rapidità nel volo rispetto ai dragoni le espongono a un rischio di predazione più elevato. Tuttavia, anche le damigelle sono territoriali e aggressive con i membri della stessa specie, e voraci predatrici di altri insetti. Le loro larve hanno una forma più allungata e sottile ma anch’esse sono provviste della micidiale maschera, ovvero il labbro inferiore conformato a pinza. Inoltre, all’estremità dell’addome possiedono tre appendici simili a foglioline allungate: si tratta delle tracheobranchie, con cui respirano sfruttando l’ossigeno disciolto nell’acqua.
Il nome Efemerotteri (dal greco ephèmeros «che dura un solo giorno») si riferisce all’esistenza brevissima di questi piccoli e leggiadri animali. Infatti, molte specie di efemere hanno una vita veramente effimera: dopo la metamorfosi, l’adulto vive soltanto per poche ore, giusto il tempo per provvedere alla riproduzione, senza nemmeno nutrirsi. Per questo motivo, l’apparato boccale e quello digerente delle efemere sono atrofizzati, ovvero ridotti e incapaci di funzionare. I maschi si accoppiano e subito dopo muoiono, mentre le femmine hanno un po’ più di tempo per deporre le uova. Pertanto, la vera vita dell’animale è quella che si svolge durante lo stadio larvale e che può durare diversi mesi o un anno. Tuttavia, bisogna considerare che in molte specie un certo numero di femmine adulte può rimanere in vita per mesi, all’interno di rifugi naturali come le grotte o le cavità dei tronchi, aspettando l’inizio della stagione favorevole per deporre le uova. Talvolta può capitare di trovare un’efemera all’interno di un’abitazione umana, immobile su un muro per tutto l’inverno.
L’utilità degli Efemerotteri come indicatori ecologici delle acque dolci è emersa da molti anni. I ricercatori e i tecnici che controllano lo stato delle acque interne usano alcune specie di efemere che mostrano una bassissima tolleranza verso i fattori inquinanti, come la quantità di nitrati, fosfati e batteri. Invece di fare quotidiane analisi chimiche, è sufficiente verificare la presenza di certe efemere e di altri insetti per avere la garanzia che i fattori inquinanti di un fiume si mantengono al di sotto di una certa soglia. Inoltre, queste larve sono molto note ai pescatori sportivi che le usano come esche.
Invece, le libellule sono simbolo di grazia, eleganza e femminilità, soprattutto per chi ignora la loro indole di voraci predatori. Tuttavia, l’uomo è il peggiore nemico delle libellule e ne causa la scomparsa attraverso le disinfestazioni contro le zanzare e soprattutto con la distruzione sistematica degli stagni.
Campanellino (in inglese Tinker Bell) è un grazioso personaggio inventato da Walt Disney per il film Le avventure di Peter Pan (1953), e ispirato alle libellule nella forma delle ali e nel movimento. Un altro felice personaggio di Disney è la generosa libellula dal nome Evinrude che, nel film Le avventure di Bianca e Bernie (1977), aiuta i due topolini protagonisti a fuggire navigando su una foglia, offrendosi come... motore fuoribordo! Affaticandosi fino allo stremo, questo personaggio esprime bene il grande dispendio energetico del volo delle libellule e ci fa capire perché gli insetti più evoluti abbiano escogitato modelli alari più semplificati ed efficienti.