liberalismo
Il l. è il moderno movimento di pensiero e di azione politica che riconosce all’individuo un valore autonomo e tende a limitare l’azione statale, nelle sue varie determinazioni, in base a una costante distinzione di pubblico e di privato. Le premesse del pensiero liberale ottocentesco si trovano nella storia europea a partire dal Rinascimento e dalla Riforma: cioè nella lotta per la libertà religiosa; nella competizione fra la nobiltà inglese e l’assolutismo degli Stuart, che strappò al potere della Corona garanzie sul piano giudiziario e più propriamente politico (Petition of right, 1628; Habeas corpus act, 1679; Bill of rights, 1689); nella dottrina della divisione e dell’equilibrio dei poteri, ispirata al modello inglese e teorizzata da C.-L. Montesquieu; nella concezione di un diritto naturale, che da Grozio approda al contrattualismo di J.-J. Rousseau. Altrettanto importante è l’individualismo economico dei fisiocratici e della scuola classica inglese, per cui la massima utilità generale è garantita dalla libera competizione, intesa all’utile particolare e svincolata da ogni disciplina. Le dichiarazioni dei diritti americana (1776) e francese (1789) si pongono, dunque, al vertice di un processo storico, riassumendone i tratti essenziali: libertà di coscienza e di pensiero, di espressione e di associazione; inoltre, uguaglianza di fronte alla legge, diritto di concorrere alla formazione della legge stessa, diritto di proprietà.
Nel sec. 19° il l. si individua nella doppia opposizione contro l'assolutismo dinastico e la democrazia giacobina, nel confronto con l'esperienza storica della Rivoluzione francese e con la realtà della trasformazione industriale. Nel corso del secolo il l. in pieno sviluppo penetra entro sistemi differenti, dando origine a indirizzi di pensiero in cui la tradizione si incontra con la modernità: si produce, così, lo sforzo di adeguare il cattolicesimo alle esigenze di libertà individuale e nazionale, mentre nei Paesi di cultura tedesca nasce una nuova teologia, che riafferma e accentua il valore del libero esame e mette a fuoco la genesi storica del dogma. L. e democrazia hanno proceduto di pari passo e si sono influenzati a vicenda, ma non giungono nell’Ottocento a una vera e propria sintesi. Alla base di questa latente tensione c’è il rapporto conflittuale tra libertà ed eguaglianza, che non sempre sono compatibili. Per Tocqueville eguaglianza e libertà possono essere addirittura opposte, se perseguite oltre determinati limiti.
Il 20° sec. è per il l. il tempo di un aspro e drammatico confronto con le ideologie fasciste e socialiste. Sul terreno di questo conflitto il l. è sollecitato ad una profonda verifica delle proprie basi teoriche. In partic., il movimento liberale è indotto a interrogarsi sulle minacce alla libertà che provengono sia da un eccessivo potere dello Stato che dal modo in cui si strutturano i rapporti sociali. Da questo punto di vista il l. del Novecento sviluppa una più acuta sensibilità per la diseguaglianza sociale come minaccia alla libertà degli individui e dunque per le politiche riformistiche volte a correggere i meccanismi che producono tali diseguaglianze. Negli ultimi decenni del sec. 20° la cultura liberale ha ricevuto nuovo impulso, anche in seguito alla crisi del «socialismo reale», delle ideologie di ispirazione marxista e dei modelli di welfare state. A rinnovare l’interesse per il l. hanno contribuito sia i processi economici e sociali legati alla globalizzazione dei mercati sia l’affermazione di teorie volte a esaltare la razionalità di questi ultimi e la logica della competizione. Un ruolo significativo in tal senso ha assunto anche la diffusione delle tesi più recenti di F.A. von Hayek e K.R. Popper, che sostengono la superiorità del l. rispetto alle ideologie collettivistiche, anche in relazione alla sua capacità di evolversi nel tempo. Se Popper ha contribuito a svecchiare la dottrina liberale, connettendola con la democrazia e insistendo sul confronto fra posizioni diverse a tutti i livelli, che ogni sistema politico liberale dovrebbe garantire e istituzionalizzare, Hayek ha teorizzato il l. come la teoria e la pratica politica più adatte alle rinnovate società di mercato. In una società moderna fondata sulla divisione del lavoro e sul mercato, la maggior parte delle nuove forme d’azione sorge nell’ambito economico: di qui il nesso inscindibile fra l. politico e l. economico.
Si veda anche Il Liberalismo