BACCELLI, Liberato
Nacque a Lucca il 18 nov. 1772 da Giovanni Giuseppe di Domenico e da Maria Angiola di Antonio Marcucci. Compiuti in patria i primi studi e rimasto orfano del padre, passò a Roma all'Istituto delle scuole pie, dove il 7 nov. 1790 vestì l'abito calasanziano, assumendo al posto dei nomi Frediano Gaetano quello di Liberato di San Frediano; il 16 ott. 1791 faceva la professione solenne. Durante gli studi nel collegio Calasanzio di Roma si fece notare nelle difese, allora d'uso, di alcune tesi scientifiche; nel 1795 fu, per poco, nella casa di Narni, per trasferirsi quindi a Correggio come lettore di filosofia in quel collegio. Qui ebbe inizio la sua attività di ricercatore ed esperimentatore nel campo della fisica e la sua attività di insegnante. Cresciuta la sua fama, nel 1808 fu chiamato alla cattedra di fisica nell'Archiginnasio di Bologna, ottenendo in pari tempo la facoltà di conservar l'abito degli scolopi, che per altro dovette deporre due anni dopo. Nel 1812 e nell'anno successivo fu pure reggente magnifico di quella università. Alla caduta del governo napoleonico, però, dovette abbandonare Bologna e si recò a Venezia, dove Francesco I imperatore d'Austria gli promise la nomina a professore di fisica sperimentale in Pavia: ma non ci è noto il motivo per cui non ottenne mai quel posto. Ricostituito frattanto l'Istituto del Calasanzio, egli non vi fece ritorno, ma ottenne il permesso di restare sacerdote secolare. Trasferitosi a Milano, continuò le ricerche in un suo gabinetto particolare finché, nel 1817, riprese l'insegnamento in Correggio, dove organizzò il museo scientifico con strumenti propri e di altri. Dal 1825 in poi insegnò fisica sperimentale all'università di Modena. Morì a Lucca il 21 ott. 1835.
Il B., che coltivò pure la poesia latina e le arti figurative, fu membro dell'Accademia di scienze lettere ed arti di Modena, di quella dei Filomati di Lucca e della Società italiana delle scienze detta dei XL.
Il B. portò.ai vari campi della fisica contributi di un certo rilievo. Fra gli scritti editi ed inediti da lui lasciati si ricordano: Nuove esperienze sullo strignimento e distendimento dei fluidi aeriformi Per virtù di aumentata e diminuta pressione atmosferíca, in Giorn. di fis. chim. med. ed arti del Regno Italico, 1812; Risultati delle esperienze intorno alla azione dei filidi metallo elettrici sugli aghi calamitati e non calamitati, in Messaggiere modenese, 1821, poi riprodotti nell'Antologia, 1821, e, con note del B., nella Biblioteca Italiana, 1821; I fenomeni elettro-magnetici a due leggi ridotti con la loro cagione tolta dall'opinione symmeriana, Modena 1821; Lettere due sopra fenomeni elettro-magnetici al Signor Marchese Cosimo Ridolfi, Carpi 1822; Sul magnetismo del rame e di altre sostanze (in collab. con Leopoldo Nobili), in Bibliothèque universelle des sciences, belles-lettres, et arts, sect. sciences et arts, XI(1826), t. XXXI, pp.45-55. Postume sono uscite una Memoria sopra una macchina di diffrazione da lui inventata, in Memorie mat. della Società italiana delle scienze, 1845 e, nel1936, vari suoi scritti a cura del P. L. Picanyol (Un grande scienziato...).
La produzione scientifica del B. conserva integralmente ancor oggi la sua validità: se notevole è la sua opera attorno alla teoria dei gas, essa diviene di particolare interesse per quanto si riferisce alla liquefazione dei medesimi. In seguito ad ampie e rigorose verifiche sperimentali, il B. comprese la validità della legge di Boyle-Mariotte relativamente ad un gas in generale come legge limite cui si avvicina il comportamento dei "gas reali" e la sua piena validità solo per un "gas perfetto". A lui si deve la prima liquefazione di un gas: l'ammoniaca. Il B. fu un tenace assertore della teoria di Ampère per cui i fenomeni magnetici sono da considerare come manifestazioni esterne di correnti interne circolanti nei corpi magnetici. Avuta notizia delle esperienze di Oersted sulla deviazione degli aghi magnetici in presenza di fili percorsi da corrente il B. "vi accerta - sono parole del Lugli - che in qualsiasi delle toccate contingenze i moti dell'ago tendono sempre a dirigerne il braccio boreale alla sinistra di chi osserva, e pressoché perpendicolare al braccio resinoso del filo; e il suo mezzo a contatto di questo. Alla quale legge da lui fermata ne dà compagna un'altra circa la magnetica polarità sentita dagli aghi non calamitati. Messi in vicinanza o di traverso ad un filo metallico, sopra a cui si versi l'onda elettrica, questi si calamitano, e la punta volta a sinistra del riguardante ne dà il polo nordico. Che se poi l'ago si adagi dentro la spira del filo, l'ago si calamita al solo scintillamento, e la sua estremità a rimpetto del polo resinoso si fa nordica od australe secondo che le anella a spirali tengono vergenza a manca o a dritta". Dice ancora il Lugli che il B. "ritenne che circolassero i due rivi elettrici in due strati di estrema sottilità, nulla od appena inclinati all'asse del filo, fasciando l'asse ne, loro giri spirali di doppia elica cilindrica, di tanto poi questa rendutasi ampia ed impetuosa, quanto maggiore e rapido fosse lo sgorgo degli elettrici medesimi". Il B. ebbe a compiere una serie di importanti esperienze, verificando quanto aveva affermato Ampère sull'effetto magnetico delle correnti elettriche. Degne di ricordo sono ancora le esperienze descritte nella sua lettera stampata dal Picanyol Dell'attitudine che ha lo spato romboidale d'Islanda a divenire elettrico, quelle di ottica di cui ci restano in Modena i suoi apparecchi detti "macchina di polarizzazione" e "macchina di diffrazione" ed altre ancora.
Bibl.: G. Lugli, Elogio del Professore d. L. B., in Mem. d. Soc. ital. d. scienze, XXIII(1844), pp. LXXXVII-CXIII; A. Checcucci, Pompilio Pozzetti ed altri elogi d'insigni Scolopi. Elogio XVII, Firenze 1858, pp.315-329; M. Pierucci, Cimeli e glorie dell'Istituto di fisica di Modena, Modena 1934, pp. 10-16; L. Picanyol, Un grande scienziato: L. B. delle Scuole Pie, Roma 1936.