LIBEREC (ted. Reichenberg; A. T., 59-60)
Città industriale della Cecoslovacchia, nella Boemia settentrionale, posta sul fiume Nisa (Neisse), affluente di sinistra dell'Oder, a 375 m. s. m., in una valle che separa i monti Ještěd dai monti Jizerské e costituisce una via naturale tra la Boemia e la Sassonia. Liberec è il centro più importante della regione ed è nota soprattutto per le sue fabbriche di tessuti (la "Manchester boema"). Prima della guerra vi erano 488 imprese che facevano uso d'energia elettrica, le quali occupavano 10.860 operai e lavoravano oltre 4 milioni di kg. di lana. Ora la fabbrica più importante (Liebieg) impiega 2000 operai e occupa un intero quartiere. Si lavorano anche il cotone e il cuoio e si fabbricano pianoforti, strumenti elettrici e macchine per panifici; vi è poi un'officina di riparazioni ferroviarie 1630 operai) e nei dintorni alcune cave di graniti e centrali elettriche. Dal 1920 è sede d'una fiera campionaria che si tiene in agosto (per tessili, oggetti di vetro, ceramiche, macchine). Liberec non ha edifici di particolare rilievo; ricordiamo il municipio, costruito nel 1893, munito d'un'alta torre, e il museo industriale. La città conta ora (1930) 35.525 abitanti, per la massima parte Tedeschi e solo per un settimo Cèchi. Il distretto ne conta circa 73 mila, sparsi in villaggi di forma allungata, essi pure dediti all'industria, sorti ai piedi del bosco.
Storia. - Fu fondata durante il regno di Ottocaro II (1253-1278) in regione fino allora non abitata; fu colonizzata dai coloni tedeschi Nel 1278 passò come parte del dominio di Fruýdlant in possesso dei signori di Bieberstein, ma ancora nella metà del sec. XIV viene indicata come un semplice comune. Durante le guerre ussite Liberec fu del tutto distrutta e solo nel 1454 fu ricostruita come borgata. Estinti i signori di Bieberstein (1551), il dominio di Fruýdlant fu venduto nel 1558 ai signori di Redern, i quali favorirono lo sviluppo economico della città, in cui già allora cominciava a diffondersi l'industria dei panni. Liberec accettò in quel tempo il protestantesimo. Quando, dopo la battaglia della Montagna Bianca, i beni dei Redern furono confiscati e comprati da Alberto di Wallenstein, Liberec fu ricondotta forzatamente al cattolicismo anche a opera dei conti di Gallas, che ebbero Liberec dopo l'assassinio del Wallenstein nel 1634. La politica mercantile di Maria Teresa e di Giuseppe II, con la proibizione dell'importazione delle merci estere, aprì a Liberec la possibilità d'esportazione in Turchia, Italia e Russia. Nel 1790 fu eretta a Liberec, che rapidamente s'accrebbe di nuovi sobborghi, la prima fabbrica di panni; negli anni 1800-1803 vi furono introdotte le macchine a vapore, nel 1802 fu aperta la seconda fabbrica e poi, specie dopo il 1825, altre numerose. Da allora la città crebbe rapidamente; nel 1850 ebbe uno speciale statuto comunale (il cosiddetto magistrato), e fu scelta in seguito come sede d'istituzioni amministrative e culturali, divenendo centro economico e culturale dei Tedeschi della Boemia.
Bibl.: H. Hallwich, Reichenberg und Umgebung. Eine Ortsgeschichte mit specieller Rücksicht auf gewerbliche Entwickelung, Reichenberg 1872-74; Liberec, in Ottu̇v Slovník Naučný, XV, Praga 1900; J. Grunzel, Die Reichenberger Tuchindustrie in ihrer Entwickelung vom zünftigen Handwerk zur modernen Grossindustrie, in Beiträge zur Geschichte der deutschen Industrie in Böhmen, V, Praga 1898.