LIBITINA (Libitīna)
Divinità romana della sepoltura, appartenente probabilmente alla cerchia degli dei novensides e il cui nome si faceva derivare da libare, cioè dalle libagioni che si versavano all'atto del seppellimento del defunto. Ebbe un santuario, a Roma, probabilmente sull'Esquilino, dove si conservava, in età storica, una statistica dei casi di morte e al quale si poteva affidare, contro pagamento, la cura delle tombe. Nel tempio si custodivano tutti gli strumenti usati per il seppellimento; onde il nome di libitinarii, dato ai becchini, e l'espressione libitinam facere (o exercere), per indicare la pratica della loro arte.
Nei poeti, L. designa senz'altro la morte (p. es., Orazio, Odi, III, 30, 7). Più tardi la speculazione mitologica identificò L. con Lubentina o Lubentia, divinità il cui nome si faceva derivare da lubere, libido e che veniva perciò considerata come un'ipostasi di Venere-Afrodite.
Bibl.: G. Wissowa, in Roscher, Lexikon der griech. und röm. Mythologie, II, col. 2034; id., Religion und Kultus der Römer, 2ª ed., Monaco 1912, p. 245; K. Latte, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., XIII, i, col. 113 segg.