Libri della Sommaia, Guglielmo
, Matematico e collezionista di libri (Firenze 1802 - Fiesole 1869), si distinse con la Histoire des sciences mathématiques en Italie, e fu membro dell'Institut de France (1833), professore alla Sorbona, dal 1843 al Collège de France. Raccoglitore ma anche commerciante e speculatore, si rese colpevole di incauti acquisti e addirittura di sottrazioni nelle biblioteche pubbliche francesi. In queste l'accesso gli era favorito, oltre che dalla sua notorietà, dall'incarico di segretario per la redazione del catalogo generale dei manoscritti delle biblioteche di Francia, incarico che gli fu affidato dal ministro Villemain, ufficialmente nel marzo 1844, in realtà prima. I suoi nemici seppero sfruttare momenti a lui politicamente sfavorevoli durante i moti del 1848 mettendolo in stato d'accusa per furto continuato di libri di pubblica proprietà. Per sfuggire al processo riparò in Inghilterra.
Fin dal 1847 egli aveva provveduto alla vendita della parte più importante della sua raccolta degli stampati e dei manoscritti. La vendita dei libri a stampa venne effettuata in asta pubblica a Parigi e ne resta il catalogo. I manoscritti furono ceduti nello stesso anno all'inglese Lord Ashburnham, che morendo lasciò la sua ricca biblioteca al figlio. Questi la depositò al British Museum in attesa di disfarsene. Ma le collezioni del L. non si esaurirono così; egli continuò ad accrescere il notevole nucleo librario rimastogli in Inghilterra dove effettuò altre vendite; per i manoscritti le più importanti furono quelle del Sotheby del 1859, 1862 e del 1864. La più ricca e preziosa raccolta di codici resta però la prima, quella venduta a Lord Ashburnham, della quale il governo italiano, su segnalazione di P. Villari, che fu poi incaricato delle trattative, poté ricomperare nel 1883-84 la parte attinente alla cultura italiana. I manoscritti acquistati furono depositati nella biblioteca Medicea Laurenziana, dove restano a formare il fondo detto appunto Ashburnham. Sono 1826, più dieci che costituiscono l'Appendice di detto fondo; questi dieci manoscritti - è opportuno ricordarlo qui perché si tratta di codici danteschi e per questa ragione si è talvolta generata confusione sulla loro origine - non sono di provenienza L., ma Kirkup; già ad Ashburnham Place facevano parte dell'Appendice di quella biblioteca.
I manoscritti L.-Ashburnham contenenti opere, commenti e traduzioni di D. in numero di 26, di cui 16 della Commedia (più un frammento dell'Inferno = Ashb. 838) sono in massima parte provenienti dalla biblioteca del marchese Pucci, che il L. aveva acquistato dalle eredi nel 1843 e trasportato da Firenze a Parigi. Molti di essi sono assai noti; notissimo tra tutti il codice Pucci (Ashb. 828), che era chiamato l'" Antichissimo " per la data che vi si legge, 1335. Pur essendo riconosciuta la sua antichità, che questa data sia autentica è però ormai messo in dubbio; come del resto è avvenuto per varie altre date e note di appartenenza che si trovano nei codici già del Libri. Ricorderemo ancora il codice Vecchietti (Ashb. 827), miniato, del sec. XV, che veniva detto l' " Elegantissimo "; e il " Magnifico ", cioè il codice Guidi (Ashb. 830); i tre Ricasoliani, noti come il " Correttissimo " (Ashb. 829), il " Nobile " (Ashb. 831) e l' " Ottimo " (Ashb. 832), il " Verrazzano " (Ashb. 837), e altri. Vi sono ancora due codici contenenti la Monarchia (Ashb. 619, sigl. E nell'ediz. curata da P.G. Ricci, Milano 1965; e Ashb. 1590); uno del Convivio (Ashb. 842), uno della Vita Nuova (Ashb. 843), questi ultimi del sec. XV. Poi Rime di D., commentari, chiose, ecc., nonché la traduzione in latino, del Ronto, della Commedia (Ashb. 1070).
Altri due manoscritti della Commedia, insieme con uno miscellaneo contenente la Monarchia e un altro pure miscellaneo con le Rime di D., appaiono nel catalogo della vendita Sotheby del 1859 (p. 72). Sono i due Antaldini, cioè due testi già appartenuti al marchese Antaldo Antaldi di Pesaro (un terzo Antaldino si trova presentemente nella South African Public Library di Capetown), alla storia dei quali si accenna nel citato catalogo. I due codici furono acquistati dal British Museum, dove hanno la collocazione Additional 22780 e 25771.
Bibl. - Un'ampia bibliografia selezionata e aggiornata si trova in fine all'opera di G. Fumagalli, G. L., a c. di B. Maracchi Biagiarelli, Firenze 1963, 169-186.
In particolare, per le sue raccolte di manoscritti dove figuravano codici danteschi, oltre alle varie relazioni e rapporti di L. Delisle sui codici di Ashburnham Place, elencati nell'opera sopra citata ai nn. 31-34, 42, 43, si veda: Catalogue of the manuscripts at Ashburnham Place part the first, comprising a collection formed by prof. Libri, Londra s.a. (ma 1853); Catalogue of the choiser portion of the magnificent Library formed by G.L..., Londra 1859; Regno d'Italia. Atti Parlamentari, Camera dei Deputati. Relazione della Commissione... sul disegno di Legge presentato dal Ministro dell'istruzione pubblica… il 12 giugno 1884. Acquisto e trasporto dei Codici italiani della Biblioteca Ashburnham. Seduta del 17 giugno 1884, Roma 1884; E. Narducci, Indici alfabetici per autori e soggetti e classificazione per secoli della Biblioteca Ashburnham ora nella Bibl. Medicea Laurenziana di Firenze, ibid. 1886; P. Papa, Les manuscrits italiens d'Ashburnham Place, in " Revue Internationale " I 3 (1883) 1-9.
Per il codice Pucci, v. G. PETROCCHI, L'antica tradizione manoscritta della Commedia, in " Studi d. " XXXIV (1957) 28-29; e per i due codici Antaldi, E. Moore, Contributions to the textual criticism of the D. C., Cambridge 1889, 593-594, 568-569 e 602.
Per il codice della Monarchia (Ashb. 619) cfr. P. G. Ricci, L'archetipo della Monarchia, in " Studi d. " XXXIV (1957) 133 ss., oltre l'ediz. critica citata.
Per il Convivio (Ashb. 842) v. l'ampia bibliografia in Mostra di codici ed edizioni dantesche, Firenze 1965, 42.