XILOGRAFICI, LIBRI (ted. Blockbücher; ingl. block-books)
Si chiamano libri xilografici quelli le cui pagine, impresse quasi sempre da una sola parte del foglio, sono interamente incise in legno. Non soltanto le figure, che nella maggior parte dei casi ornano questi libri, ma anche il testo - sia che occupi la pagina intera, sia che la divida con illustrazioni - è inciso in legno invece di essere composto con caratteri mobili. A volte il testo si trova scritto a mano (libri xilochirografici).
Evidentemente il libro xilografico rappresenta lo sviluppo naturale delle stampe religiose, che, impresse su fogli volanti, con un rigo o due di testo manoscritto o inciso, apparvero fin dalla seconda metà del sec. XIV (v. incisione). Gli esempî anteriori all'invenzione dell'arte tipografica sono quasi del tutto scomparsi, mentre quelli noti - fino a poco tempo fa creduti assai più antichi - o vanno di pari passo con i primi saggi dell'arte tipografica o furono pubblicati quando già essa era in pieno sviluppo.
Pare che nessuno dei libri xilografici noti sia anteriore al 1440-1450; una Biblia Pauperum reca in fine la nota "Friederich Walthern Mauler zu Nordlingen und Hans Hurning habent dis buch mitt einander gemacht 1470" (British Museum); un'altra Biblia Pauperum, del 1471, reca il nome di "Hans Spoerer", che produsse anche un'Ars Moriendi datata 1473. Un'altra edizione dell'Ars Moriendi fu incisa da "Ludwig zu Ulm" (circa 1470-75); due edizioni dell'opera Die Kunst Chiromantia di J. Hartlieb recano il nome di "Jorg Schapff" di Augusta nominato in alcuni documenti del 1478 (Bibl. John Rylands di Manchester e Bibl. Nationale di Parigi). In fine il nome di "Hans Wurm" di Landshut si legge nell'Art of Wrestling, considerato il più tardo dei libri xilografici tedeschi, apparso probabilmente nel primo decennio del sec. XVI.
Le impressioni dei più antichi libri xilografici appaiono fatte con inchiostro bruno o grigio; poi fu adoperato l'ordinario inchiostro tipografico; i caratteri erano quelli dell'ordinaria scrittura gotica. Il centro principale della produzione più importante fu l'Olanda; e se in Germania quel genere di libri anche abbondò, esso fu meno interessante e derivò in gran parte dall'arte olandese. In Francia se ne videro pochissimi e di quelli italiani ne restano quattro ricordati più innanzi. La classifica accurata dei libri xilografici appassionò numerosi studiosì ed essa vien riassunta per ultimo da A. M. Hind nella sua Introduction to a History of Woodcut (1935). Qui si citeranno i più celebri fra quelli conosciuti.
A) Olandesi: Exercitium super Pater Noster, col testo fiammingo scritto a mano, noto per l'esemplare della Bibl. Nationale di Parigi; l'Apocalisse, di 48 fogli, conservato a Manchester (Bibl. J. Rylands); l'Ars Moriendi, esemplare del British Museum (riprodotto da L. Cust The Master E. S. and the Ars Moriendi, Oxford 1898); Biblia Pauperum (v. bibbia, XXI, tav. XVII, riproduzione di una pagina); Speculum Humanae Salvationis (Firenze, Monaco, Vienna).
B) Tedeschi: Oltre varie copie da originali olandesi qui sopra indicati, sono noti: tre edizioni del Symbolum Apostolicum (conservate aVienna, Heidelberg, Monaco); Danza della Morte (Heidelberg), serie dei Pianeti (Parigi, Principe d'Essling); Ars Memorandi (tre edizioni diverse conservate a Gotha, British Museum, Manchester); Defensorium Virginitatis Mariae di Franciscus de Retza, inciso da Friedrich Walter a Nordlingen nel 1470 (British Museum); Donatus, De octo partibus orationis, inciso da Dinckmut a Ulm verso il 1475-80 (nel Deutsches Museum di Lipsia).
C) Italiani: 1. Storia della Passione, 18 soggetti incisi su nove fogli, conservati nel Kupferstich Kabinett di Berlino; fu impressa a Venezia verso il 1460. Gli stessi legni, segate le tavolette col testo inciso, sostituito da composizione tipografica, furono impiegati poi in un'edizione di Bonaventura, Meditazioni sopra la Passione, apparsa a Venezia nel 1487 (Modena, Bibl. Estense; Roma, Bibl. Casanatense).
2. Mirabilia Romae, edizione in lingua tedesca (wie Rom gebauet ward) certamente incisa da un tedesco stabilito a Roma: reca le armi di Sisto IV e fu presumibilmente pubblicata nell'anno del giubileo 1475. Se ne conoscono i due esemplari del British Museum (riprodotto da J. P. Berjan, Londra 1864) e della Biblioteca Granducale di Gotha (facsimile a cura di R. Ehwald, Berlino 1905).
3. Opera nova contemplativa, Venezia, Z. A. Vavassore, non prima del 1510. Testo e figure, in numero di 120, incise sulle due parti del foglio.
4. L. Vicentino, La operina da imparare di scrivere littera cancellarescha, Roma 1522, libretto di 16 carte, anch'esso impresso sulle due parti del foglio.
Tutti questi libri xilografici venivano poi quasi sempre coloriti a mano, all'atto della pubblicazione; più preziosi sono oggi gli esemplari intatti, non coloriti. (V. tavv. CXXXV e CXXXVI).
Bibl.: H. Bouchot, Les deux cents incunables xylographiques du Département des estampes, Parigi 1903; Catalogue of Books printed in the XV Century now in the British Museum: Part I Xilographica, Londra 1908; H. W. Davies, Catalogue of a collection of early German BOoks in the library of C. Fairfax Murray, Londra 1913; T. F. Dibdin, Bibliotheca Spenceriana, Londra 1814, I, pp. I-LII; C. Dodgson, Catalogue of early German and Flemish woodcuts in the British Museum, Londra 1903-1911; id., Woodcuts of the Xv Century in the John Rylands Library Manchester, Manchester 1911; E. Dutuit, Manuel de l'amateur d'estampes, Parigi 1884, I, pp. 28-308; Principe d'Essling, Le premier livre xylographique italien imprimé à Venise vers 1450, Parigi 1903; G. Fumagalli, Bibliografia, 4ª ed., Milano 1935; C. H. Heinecken, Idée générale d'une collection d'estampes, Lipsia 1771; A. M. Hind, An introduction to a history of woodcut with a detailed survey of work done in the fifteenth Century, Londra 1935, I, pp. 207-264; R. Hochegger, Über die Entstehung u. Bedeutung der Blockbücher, Lipsia 1891; P. Kristeller, Ein venezianisches Blockbuch in Berlin, in Preussisches Jahrb., XXII, Berlino 1901; id., Die Apocalypse, Berlino 1916; id., Das italienische Blockbuch des Kupferstichkabinetts zu Berlin, in Monatshefte f. Bücherfreunde u. Graphiker, I, 1925; W. L. Schreiber, Der Totentanz, Lipsia 1900; id., Manuel de l'amateur de la gravure au XVe siècle, Berlino 1891-1911, voll. 8; id., Basels Bedeutungf. die Geschichte der Blockbücher, Strasburgo 1909; id., Handbuch der Holz- und Metallschnitte des XV. Jahrh., voll. 8, Lipsia 1926-30; S. L. Lotheby, Principia Typographica, voll. 3, ivi 1858; Monuments de la xylographie reproduits par A. Pilinski, Parigi 1882-83.