libro
Usato in tutte le opere volgari di D., si registra con particolare frequenza nel Convivio.
Compare per lo più nel senso proprio di " opera letteraria, filosofica ", ecc.: Vn XXV 9 ne lo principio de lo libro c'ha nome Libro di Remedio d'Amore; Cv III V 6 uno ... libro che si chiama Timeo; If V 137 Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse, cioè l' " opera " narrante gli amori di Ginevra; e ancora: Cv I I 17, VIII 18, II VIII 7, IV VIII 5, con riferimento al Convivio; I XI 14 (due volte), II XII 3, IV XII 7 e XXVII 15, dove si allude a opere di Cicerone; II XII 2 e IV XIII 14 (il De Consolatione di Boezio); II III 4, III IX 6, II 4 (due volte) e 7, VI 4 e 11, VII 2, IV XXI 9 (opere di Aristotele); III V 12 e VII 3 (Alberto Magno); II XIII 25 (Tolomeo); II V 16 (Alfragano); IV XXX 3 (s. Tommaso). Abbastanza frequente, nei passi ora citati, l'espressione allegato libro (cfr. II XIII 25, III II 7, ecc.). Per l'attribuzione del Libro de le quattro vertù cardinali (Cv III VIII 12) cfr. la nota di Busnelli-Vandelli; in II XII 5 (due volte) il termine ha valore generico: trovai... vocabuli d'autori e di scienze e di libri. In Fiore CXIX 12 si allude al Tractatus... de periculis novissimorum temporum, di Guglielmo di Saint-Amour (v.).
Documentati anche gli usi figurati del termine, che si riportano a quello che E.R. Curtius (La Littérature européenne et le Moyen Age latin, trad. francese Parigi 1956, 399-408; cfr. anche F. Mazzoni, Saggio di un nuovo commento, Firenze 1967, 177) chiama il " simbolismo del libro ", largamente impiegato nella Commedia (cfr. le voci QUADERNO; SQUADERNARE; VOLUME, ecc.). Più volte infatti, esso indica la " memoria ", il " ricordo ": cfr. Vn I libro de la mia memoria; Rime LXVII 59 libro de la mente, cioè della " memoria " (cfr. If II 8 o mente che scrivesti ciò ch'io vidi), e 66; Pd XXIII 54 libro che 'l preterito [" il passato "] rassegna. In senso figurato il sostantivo compare anche in Rime dubbie XII 9 e in Fiore CLXIV l.
Nel Convivio, il termine è impiegato talvolta per indicare " una delle parti " in cui è divisa un'opera letteraria, filosofica, ecc.:. III V 12 Lucano nel nono suo libro (e cfr. IV XIII 12); IV XXVI 8 lo quarto, lo quinto e lo sesto libro de lo Eneida (cfr. anche i §§ 11 e 14); e ancora: IV XXV 8, I XIII 4 (in un'integrazione accolta anche dalla Simonelli, ma non nella '21), II XIV 4. A l. della Bibbia si allude in Cv III XV 5 (due volte), IV XVI 1, VII 9, XXVII 6, e Fiore CIX 5. Da rilevare che, in questo significato di " parte di un'opera ", il termine è spesso sottinteso: Cv II III 4 nel secondo de Coelo et Mundo.