LIBRO (XXI, p. 70)
Il commercio librario (p. 78). - Contratti fra editori e librai. - I rapporti economici fra le due categorie furono disciplinati per la prima volta in Italia dall'Accordo economico-collettivo per la disciplina del commercio librario, pubblicato con decreto del capo del governo, n. 942, del 14 giugno 1935, confermato con decr. luog. n. 369, del 23 febbraio 1944, che riassunse e confermò gli usi da tempo vigenti; lo sconto sui testi per le scuole medie, esteso dopo l'abolizione del libro di stato (1944-45) anche alle scuole elementari, è stato ridotto al 25%; è tuttora privo di regolamentazione lo sconto sulle dispense universitarie. Da qualche anno è nuovamente in uso e va diffondendosi - dopo un esperimento di breve durata negli anni 1919-21 - il doppio prezzo di copertina: il prezzo minore vale per gli acquisti effettuati nella città sede della casa editrice, il maggiore (di regola aumentato del 5-10%) comprende le spese di trasporto e imballo fino a qualsiasi altro centro della repubblica.
Scuole per i librai. - Negli anni 1938, 1939 e 1940 furono tenuti in Italia corsi per commessi di libreria: questi si svolsero a Milano, Firenze, Roma e Napoli; i corsi di perfezionamento a Firenze; l'iniziativa poi cadde e solamente nel 1947 è stata ripresa mediante un corso sperimentale svoltosi a Milano per iniziativa dell'Associazione librai italiani.
Tutela degli interessi librarî. - Disciolte nel 1943 le federazioni degli industriali editori e dei commercianti del libro, fu ricostituita per breve tempo (1944-46) l'AELI (Associazione editoriale-libraria italiana); successivamente gli editori si schierarono nell'AIE (Associazione italiana editori) che continua la pubblicazione del Giornale della libreria e del Catalogo generale della libreria italiana; i librai nell'ALI (Associazione librai italiani) che pubblica La libreria.
Nel 1938 esistevano in Italia 4541 librai e cartolibrai e 790 ambulanti e giornalai con vendita di libri, distribuiti in 1795 comuni, con la proporzione di una libreria ogni 8064 abitanti. Ecco il numero delle librerie in alcune nazioni (1938):
Commercio librario internazionale. - Le importazioni di libri stranieri in Italia e le esportazioni di libri italiani hanno avuto nell'anteguerra i seguenti valori:
Mancano dati attendibili per gli anni successivi.
Le malattie del libro.
Il libro è costituito da un insieme di materie organiche ed inorganiche, non allo stato originario, ma di prodotti che hanno subìto varie trasformazioni. Agenti fisici e biologici determinano in esse logorii, disfacimenti e degenerazioni, le quali, per analogia con gli stati morbosi che colpiscono animali e vegetali, sono state chiamate "malattie del libro". Questo parlare per immagini ha assunto un valore sempre più realistico a misura che ricerche scientifiche hanno consentito di identificare la natura e l'origine di quelle alterazioni. Si è giunti per questa via a istituire una "patologia del libro", intesa non come disciplina autonoma, bensì come coordinazione di varî metodi e sistemi di indagine. La necessità di chiamare a collaborare sistematicamente competenze diverse fu avvertita in maniera rudimentale dai tempi in cui s'industrializzò la fabbricazione della carta e si tentò di identificare l'origine delle degradazioni strutturali delle pelli nelle antiche legature. Studî e ricerche compiuti in tal senso fra gli ultimi anni del secolo XIX e i primi del XX orientarono però il problema quasi esclusivamente verso la chimica. Qualsiasi specie di macchia o di vegetazione imputabile a fattori microbici veniva considerata "muffa" e associata, per nozione empirica non priva di fondamento, all'idea di ambiente umido e malsano.
Si erano bensì tentate identificazioni, selezioni e classificazioni di specie entomologiche carticole, che costituivano in una nomenclatura che ebbe qualche fortuna non "malattie" ma categorie di "nemici del libro". Le conquiste posteriori si trovano documentate nella copiosa letteratura degli ultimi anni. Numerose sono le specie infestanti e, fra esse, le più temibili soprattutto le termiti. Grazie alle indagini ed alla sperimentazione si è oggi in grado di valutare l'aggressività vitale degli insetti nocivi, la loro voracità, il ritmo di riproduzione e di diffusione in rapporto alla qualità, quantità e vulnerabilità del materiale, alle condizioni climatiche ambientali ed all'impiego delle misure preventive o repressive da adottare.
Più tardi si risvegliò l'interesse degli specialisti per le ricerche microbiologiche, le quali condussero il Sée (1919) ad una prima classificazione di specie carticole. L'ipotesi che la sola azione dei funghi non fosse sufficiente a spiegare tutte le manifestazioni morbose delle materie librarie e che si dovesse ammettere, almeno come probabile, l'azione batterica preparatoria o concomitante era stata timidamente sostenuta fin dal principio del secolo, e poi più decisamente dal Galippe (1916), ma non ebbe successo perché le sue conclusioni, insufficientemente documentate da reperti, parvero poco attendibili. Dobbiamo giungere a S. Winogradsky (1929) per trovare accertata l'azione aerobi sicuramente cellulosolitica in alcune specie di nuovi generi di Cytophaga, Cellvibrio, Cellfalcicula. Dopo di lui fortunate e proficue acquisizioni si devono a studiosi italiani (O. Verona, G. Baldacci, G. Goidanich, G. Bonaventura, A. Camposano).
Simultaneamente hanno progredito gli studî sulle menomazioni morfologiche e strutturali che il libro subisce per traumi analoghi a quelli di organismi vegetali ed animali: schiacciamenti, scompaginamenti, ustioni, macerazioni, fratture, mutilazioni, sequestri di detriti, corrosioni, imbrunimenti, carbonizzazioni, incenerimenti, saldature, spappolamenti, abrasure, soluzioni di adesivi, di inchiostri, di sostanze coloranti. Si è andato formando tutto un complesso di esperienze che consentono di diagnosticare, anche precocemente, molte alterazioni, di prevenirle tempestivamente e, comunque, di adottare una razionale terapeutica di restauri e di recuperi (v. restauro, in questa App.).
Bibl.: P. Sée, Les maladies du papier piqué, Parigi 1919; V. Galippe, Des microrganismes vivant dans le papier, in Comptes-rendues de l'Académie des Sciences, CLXIX, 1919; S. Winogradsky, Étude sur la microbiologie du sol: sur la dégradation de la cellulosa dans le sol, in Annales de l'Inst. Pasteur, XLIII, 1929; A. Sartory, R. Sartory, J. Meyer-H. Baumli, Quelques champignons inférieurs destructeurs du papier, in Papier, XXXVIII, 1935; C. Sibilia, Le malattie crittogamiche dei libri, in Accademie e Biblioteche, IX, 1935; A. Gallo, Malattie dei libri, Milano 1935; O. Verona, Sopra le cause microbiche di danneggiamento dei libri, in Accademie e Biblioteche, XI, 1937; id., Normale presenza di germi cellulositici nelle carte di antica e recente fabbricazione, in Bollettino dell'Ist. di patolog. del libro, I, 1939; O. Verona e M. L. Paganini, Presenza di "Bact. pyocyaneum Fl.", in materiale librario, ivi 1939; G. Goidanich, G. Borzini, A. Mezzetti, W. Viviani, Ricerche su le alterazioni e sulla conservazione della pasta di legno destinata alla fabbricazione della carta, Roma 1938; G. Bonaventura, Di una caratteristica alterazione della pasta di cellulosa di canapa, in Bollettino dellIst. di patolog. del libro, I, 1939; G. Bonaventura e M. Paganini, Primo contributo alla microflora del materiale bibliografico, ivi, II, 1940; I. Politi, Alcune osservazioni sui microrganismi aerobi decomponenti la cellulosa, in Bollettino della Società italiana di microbiologia, XII, 1941; G. Illuminati, Introduzione allo studio della fauna carticola, in Bollettino dell'Ist. di patolog. del libro, IV, 1942; id., Metodo di determinazione degl'insetti carticoli dalle erosioni prodotte, ivi, IV, 1942; G. Bonaventura, A. Camposano, Secondo contributo alla conoscenza della microflora carticola, ivi, V, 1946.
Libri di commercio (XXI, p. 80).
Il codice civile del 1942 ha adottato, a differenza del vecchio codice di commercio un sistema graduale ed elastico, esonerando del tutto dall'obbligo della tenuta dei libri e dalle relative sanzioni (bancarotta) i piccoli imprenditori, cioè quelli che esercitano una attività commerciale con prevalenza del lavoro proprio e dei familiari rispetto al lavoro dei dipendenti e al capitale (art. 2083) e facendo obbligo alle imprese commerciali medie e grandi di "tenere le scritture contabili richieste dalla natura e dalle dimensioni di ciascuna impresa" (art. 2214); prescrivendo in ogni caso come minimum la tenuta del libro giornale e del libro degli inventarî.
Non è più prescritta la tenuta di un apposito libro copialettere, ma è fatto obbligo di conservare ordinatamente per ciascun affare la corrispondenza in arrivo (in originale) e la copia della corrispondenza in partenza. Il libro giornale e il libro degli inventarî, prima di essere usati, devono essere numerati e bollati in ogni foglio dall'ufficio del registro delle imprese o da un notaio (art. 2215) e sono sottoposti alla vidimazione annuale (articoli 2216-2217); per gli altri libri la bollatura e la vidimazione sono facoltative (art. 2218), ma necessarie per attribuire loro efficacia probatoria a favore di chi li ha tenuti (art. 2710).
Quanto al contenuto, mentre il libro giornale deve indicare giorno per giorno i risultati economici delle operazioni dell'impresa (ma non è più prescritta l'annotazione mensile delle spese di famiglia) l'inventario, da compilarsi all'inizio dell'impresa e successivamente ogni anno, entro tre mesi dalla chiusura dell'esercizio annuale, deve contenere un elenco completo delle attività e passività dell'imprenditore, comprese quelle estranee all'impresa, poiché egli risponde di tutte le obbligazioni con tutti i suoi beni; e deve chiudere col bilancio, che ne costituisce un prospetto riassuntivo, e col conto profitti e perdite, che dimostra il risultato dell'esercizio annuale. La valutazione delle attività e passività nel bilancio deve essere fatta seguendo i criterî rigorosamente prudenziali prescritti dalla legge (art. 2425) per i bilanci delle società per azioni. Il valore probatorio dei libri e il modo di valersene in giudizio non sono mutati.