licenza (licenzia)
Significa " permesso ", " concessione ", in Pd XII 95 licenza di combatter, e Cv III X 10 molta discrezione in ciò [nel parlare di un altro] avere si conviene; la qual discrezione è quasi uno domandare licenzia (cfr. Madonna, s'ello v'è a grato, / io parlerò di voi..., in Amor che ne la mente 89-90).
In Vn XXV 7 a li poete sia conceduta maggiore licenza di parlare... a loro sia maggiore licenzia largita di parlare, la concessione è " libertà rispetto alla norma " (cfr. Orazio Ars poet. 9-10 " Pictoribus atque poetis / quidlibet audendi semper fuit aequa potestas "); mentre in Cv IV IX 17 con tutta licenza e con tutta franchezza d'animo è da ferire nel petto a le usate oppinioni, significa piuttosto l'effetto del disimpegno, cioè una condizione di libertà, autorizzata o resa conveniente dalle precedenti considerazioni sui limiti dell'arte imperiale.
In If XXVII 3 sen gia / con la licenza del dolce poeta, il disimpegno è propriamente " congedo ": Virgilio non trattiene più la fiamma biforcuta di Ulisse e Diomede, che prima aveva impegnata a sostare (non vi movete; ma l'un di voi dica, XXVI 83); la formula del congedo è poi riferita al v. 21 Istra ten va, più non t'adizzo.