LICURGO (Λυκοῦργος, Lycurgus)
Figlio secondo i più di Driante, secondo altri di Ares. La leggenda omerica (Il., VI, 130 segg.) lo colloca in Nisa: colà egli avrebbe inseguito le atterrite nutrici di Dioniso, che per suo conto si sarebbe buttato in mare, accoltovi e salvatovi da Tetide. Gli dei si corrucciarono con L., Zeus l'accecò, ed egli non visse più a lungo. La leggenda postomerica colloca L. in Tracia, dov'egli è signore degli Edoni oppure dei Bistoni o signore della Tracia senz'altra indicazione. La più tarda collocazione di L. in Nisa di Nasso o d'Arabia ha sempre relazione con l'antica collocazione omerica.
La leggenda omerica era ripetuta all'incirca da Eumelo, il quale aggiungeva solo che L. aveva agito perché istigato da Era che odiava Dioniso. Nella tragedia L. non entra più in rapporto con Dioniso bambino, ma adulto. Nella trilogia eschilea Licurgia Dioniso veniva insultato insieme con le Menadi da L. che lo metteva poi in ceppi; la vendetta di Dioniso consisteva prima nel far provare a L. i ceppi che egli aveva sofferto e poi nello sprofondarlo entro l'Ade. Con la tragedia più tarda, che noi conosciamo dai cenni di Apollodoro e di Igino, la punizione di L. divien più crudele: egli, fatto impazzire da Dioniso, uccide il proprio figlio Driante, che scambia per un tralcio di vite da potare, e poiché la terra rimane senza frutti e l'oracolo tracio di Dioniso promette che il malanno cesserà se L. verrà ucciso, il disgraziato, ora rinsavito, viene portato sul Pangeo e colà ucciso dai cavalli. Oppure dopo una serie di dolori e di colpe egli uccide la moglie e il figlio e Dioniso lo fa sbranare dalle proprie pantere sul monte Rodope. Di origine alessandrina è probabilmente la punizione che troviamo narrata da Nonno (Dionisiache, XXI), secondo la quale una delle Menadi, Ambrosia, afferrata e trascinata da Licurgo, invoca la Terra, ed è da questa cambiata in un ceppo di vite che avvolge L. tra le spire dei suoi tralci esponendolo così alla vendetta delle altre Menadi.
I casi di L. furono spesso trattati dall'arte figurata, specie nella pittura vascolare e nei bassorilievi. L. è in origine un nume della vegetazione della stessa natura di Dioniso, col quale viene a conflitto, oppure una personificazione dell'ardente calore del sole.