CIPRIANI, Lidio
Nacque a Bagno a Ripoli (Firenze) il 17 marzo 1892 da Cesare, maestro elementare, e Pia Nannelli. Terminate le elementari si iscrisse alla scuola tecnica pareggiata "S. Carlo" in Firenze, prendendo la licenza nel 1907, Frequentò poi la reale scuola normale maschile "G. Capponi" di Firenze, ottenendo, nel 1910, il diploma di abilitazione all'insegnamento elementare. Ebbe inizio a questo punto la sua attività di insegnante, esercitata nelle scuole rurali di Fucecchio, nelle scuole urbane di Galluzzo e, infine, a Firenze. Offertosi volontario per la prima guerra mondiale, prestò il servizio militare dal 24 nov. 1915 al 10 sett. 1919.
Il 10 genn. 1920 ottenne il diploma del corso di perfezionamento per i licenziati dalle scuole normali, annesso alla facoltà di filosofia e lettere del Reale Istituto di studi superiori di Firenze (aveva frequentato il primo anno di questo corso nel periodo 1912-1913 e il secondo negli anni 1918-1919, mentre si trovava ancora sotto le armi). Con la licenza dell'istituto tecnico sezione fisico-matematica si iscrisse all'università, laureandosi a pieni voti in scienze naturali il 20 genn. 1923 con una tesi sulla rotula umana che venne pubblicata parzialmente nell'Archivio per l'antropologia e la etnologia (LI [1921], pp. 116-131; LII [1922], pp. 45-90).
Nel febbraio 1923 venne nominato assistente volontario presso il Museo nazionale di antropologia ed etuologia di Firenze. Nel 1926 ottenne la libera docenza in antropologia. Ha inizio da allora la lunga serie di viaggi che, nel corso di numerosi anni, lo porteranno ad attraversare l'Africa, l'India, l'Europa, l'America e a esplorare, infine, le poco conosciute foreste delle isole Andamane.
Il primo viaggio, compiuto dal marzo al novembre del 1927, ebbe come meta lo Zululand, il Transvaal e il Bechuanaland, e come obiettivo primario una serie di osservazione di carattere geologico relative alle terrazze marine e ai depositi quaternari delle coste orientali dell'Africa.
L'anno successivo, dal 17 al 22 settembre, partecipò a New York al XXIII Congresso, internazionale degli americanisti, rivestendo la carica di presidente della sezione di antropologia fisica. In novembre ritornò in Africa, dove restò fino al maggio del 1930, toccando Gedda, Gibuti, Aden, la penisola di Hafun, Mogadiscio, Chisimaio, Mombasa, Dar-es-Salam, Beira, soffermandosi in particolare nella Rhodesia settentrionale, dove compì un interessante studio di antropologia fisica sui Baila. Nella Rhodesia del Sud rivolse particolare attenzione alle antiche pitture ed incisioni rupestri e soprattutto ai problemi presentati dalle rovine preistoriche, in primo luogo di Zimbabwe.
Dopo un solo mese di sosta in Italia, ripartiva per un terzo viaggio in Africa a capo di una spedizione che si prefiggeva di compiere ricerche sui Boscimani. Tornò nuovamente in Africa dal settembre al dicembre 1932, come membro della prima missione di ricerche scientifiche nel Fezzan, interessata ad indagini antropologiche ed etnografiche sui Tuareg, i Tebu, i Dauada, e allo studio della preistoria sahariana. Partecipò pure ad una seconda missione negli stessi territori compiuta fra il febbraio ed il marzo del 1933.
Fra il settembre del 1934 e il inaggio del 1935 compì il suo primo viaggio nell'Asia sudoccidentale, trattenendosi per un certo tempo soprattutto nell'India meridionale e nell'isola di Ceylon.
Nell'ottobre del 1935 Vittorio Emanuele, III lo nominò cavaliere dell'Ordine coloniale della Stella d'Italia per i suoi meriti scientifici. Due mesi pri si era offerto volontario per la guerra in Africa orientale: destinato in Somalia nel maggio del 1936, alla fine del mese fu, però, ricollocato in congedo. Nel gennaio del 1937 venne aggregato alla prima missione inviata dalla Reale Accademia d'Italia nell'Africa orientale italiana, sotto la guida di Giotto Dainelli: in quella circostanza si occupò delle popolazioni del bacino del lago Tana (Amhara, Falascia), nonché dei Baria, dei Cunama e dei Beni-Amer. Nel corso di una seconda missione nell'Africa orientale italiana, compiuta fra il dicembre del 1938 e l'aprile del 1939, si interessò soprattutto delle popolazioni Galla e dei Sidarna.
Nel 1938 era stato uno dei dieci firmatari della dichiarazione Il fascismo e i problemi della razza (pubblicata il 14 luglio sul Giornale d’Italia, e più nota come Manifesto degli scienziati razzisti o Manifesto della razza), in cui si teorizzavano la concezione ‘biologica’ del razzismo, l’esistenza di una pura razza italiana e la non assimilabilità degli ebrei, in quanto appartenenti a una razza non europea.
Complesse e misteriose vicende mai chiarite sconvolsero a questo punto la sua vita di studioso: nel giugno 1940venne allontanato dal Museo nazionale di antropologia ed etnologia di Firenze, dei cui Consiglio direttivo aveva fatto parte dal 1933 fino a ottenere, nel 1939, la carica di direttore. L'accusa ufficiale riguardava la vendita, a' proprio vantaggio, di maschere e altri oggetti di natura antropologica, raccolti nel corso di missioni compiute per scopi non personali e con sovvenzioni di origine pubblica. Venne radiato "per indegnità" anche da tutte le società scientifiche e culturali di cui era membro.Nell'ottobre del 1940 sposò la contessa Ada Maria Marenzi. Era stato promosso maggiore il 1° gennaio del 1940 e venne richiamato in servizio l'8 maggio 1942 per essere inviata nell'isola di Creta presso il comando delladivisione Siena. Catturato dai Tedeschi l'8 sett. 1943, rimase loro prigioniero nell'isola fino al giorno del rimpatrio avvenuto nell'ottobre dell'anno successivo. Nel, giugno del 1945 venne arrestato e condotto nel carcere di S. Vittore a Milano, sotto l'accusa di essere stato uno dei firmatari del Manifesto della razza: verrà liberato sette mesi dopo in seguito a un'ordinanza di non luogo a procedere.
Dal 1946 al 1948 visse a Viareggio; si trasferì a Firenze, assieme alla sorella Amina, dopo la morte della moglie, avvenuta l'8. nov. 1948.
Nel 1949 ricevette, da parte del governo indiano, un invito a partecipare a una spedizione di esplorazione delle isole Andamane. Partito per l'India nell'ottobre del 1949, dopo quattordici mesi, di studio e preparazione trascorsi prevalentemene a Calcutta, il 31 genn. 1951 si inbarcò alla volta delle isole Andamane, presso le quali egli si recherà anche negli anni successivi., fino al 1954, ritornando però, nel frattempo, alcune volte in Europa per partecipare a congressi scientifici internazionali.
Dopo un viaggio a New York, dove rimase ospite del dottor Nicola Brunori, un noto psicologo, dall'agosto del 1956 al marzo del 1957, trascorse i rimanenti anni della sua vita prevalentemente a Firenze, per allontanarsi solo in occasione delle numerose conferenze che venne chiamato a tenere in Svizzera, in Polonia, in Inghilterra, in Francia, in Cecoslovacchia, dove venne addiritttira decorato, per i suoi meriti scientifici, della grande medaglia d'onore Hrdička.
Il C. mori a Firenze l'8 ott. 1962 dopo lunghe sofferenze provocategli da un male incurabile.
Numerosissimi - più di, trecento - sono stati ili articoli, soprattutto di interesse antropologico, compilati dal C. nel corso di quarant'anni di attività scientifica e pubblicati, oltre che in alcuni dei più diffusi quotidiani italiani (il Corriere della sera, il Corriere d'Italia, La Nazione), in riviste scientifiche quali l'Archivio per l'antropologia e l'etnologia, la Rivista di biologia, L'Universo, il Boll. della Soc. geograf. ital., l'Azionecoloniale, ecc.: un elenco particolareggiato di tutti questi contributi, curato dallo stesso C. fino al 1940 e continuato, dopo la sua morte, fino al 1962 dal nipote Sario Falsettini, è reperibile nell'archivio di famiglia.
La sua prima pubblicazione di una certa consistenza fu senza dubbio il volume In Africa dal Capo al Cairo (Firenze 1932), contenente il resoconto dei tre viaggi da lui compiuti fra il 1927 e il 1931. Altre opere piuttosto significative, per quanto discusse e discutibili da molti punti di vista, possono considerarsi gli scritti: Considerazioni sopra il passato e l'avvenire delle popolazioni africane (ibid. 1932); Un assurdo etnico: l'Impero etiopico, (ibid. 1935); Fascismorazziale (Roma 1940); Creta e l'origine mediterranea della civiltà (Firenze 1943); Vita ignorata degli uomini e degli animali (Milano 1952); The Andaman Islanders (London 1966).
Fonti e Bibl.: Presso i suoi nipoti, a Firenze, è reperibile una notevole quantità di materiale comprendente ritagli di articoli di giornali riguardanti per l'appunto il C., originali di lettere che gli vennero inviate da svariati studiosi italiani e stranieri, suoi appunti e scritti concernenti i più disparati argomenti e soprattutto ben quarantadue quaderni, ognuno di oltre trecento pagine, comprendenti le sue Riflessioni, una vera e propria specie di diario, che va dal 16 maggio 1913 al 2 ag. 1962. In questo archivio di famiglia si conservano pure sedici grossi volumi contenenti numerose fotografie (ogni volume comprende circa cento fotografie) scattate dal C. durante i suoi viaggi. Cfr. inoltre R. Riccardi, Viaggio in Africa del Prof. C., in Boll. della Soc. geogr. ital., s. 6, V (1928), p. 592; A. Mochi, Pitture rupestri scoperte dalla spedizione Gatti nella Rhodesia merid., ibid. VI (1929), pp. 676-684; Id., Sui materiali palentologici dell'Africa meridionale, (provenienti dalle esplorazioni dei prof. L.C., 1928-1930) in L'Universo, XI(1930), pp. 987-1022; C. Massari, I viaggi in Africa del prof. L.C. e le loro risultanze scientifiche, in Riv. geogr. ital., XXXVII (1930), pp. 133-137; Id., Crani del Mozambico (raccolta C.), in Arch. per l'antrop. e l'etnol., LXII (1932), pp. 81-101; G. Dainelli, I viaggi africani di un giovane scienziato ital., in L'Illustraz. italiana, 4 dic. 1932, pp. 823-827; P. Graziosi, Industrie preistor. delle terrazze del Congo presso Léopoldiville (raccolta C.), in Arch. per l'antrop. e l'etnol, LXII (1932), pp. 115-131; R. Paluzzi, Viaggi nel mondo. Un'ora con L.C., in La Gazzetta, 16 luglio 1932; G. Z. Ornato, Il Fezzan, ricca miniera per le ricerche scientif. (a colloquio col Prof. C.), in La Stampa, 7 genn. 1933; E. Berio, Lepidotteri raccolti dal prof. L.C. nel Fezzan (1932), in Boll. della Soc. entom. ital., LXVI (1934), pp. 124-127; E. Biagini, Un ital. fra gli Zulu, in Il Secolo illustrato (Milano), 18 genn. 1934;. Id., Frà gli Zulu del Continente Nero, in La Lettura (Milano), 1 marzo 1934, pp. 276-279; E. Moltoni, Uccelli raccolti dal prof. L.C. nel Mozambico e nel Transvaal nel 1929, in Riv. ital. di ornitol., II(1934), pp. 65-71; Id., Uccelli raccolti dal prof. L.C. in Rhodesia nel 1929-1930, in Atti della Società ital. di scienze naturali, LXXIV (1935), pp. 311-332; I. Obenberger, Viaggio del prof. L.C. in Rhodesia, 1929-1930, in Boll. della Soc. entomol. ital., LXIX (1937), pp. 123-125; A.K.G. Marshall, Curculionidae collected in Northern Rhodesia by professor L.C., in Redia, XXV(1939), pp. 289-302; V.B. Brocchieri, La quasi incredibile avventura di un antropologo ital. a Calcutta, in La Domenica del Corriere, 21 ott. 1956, pp. 7 s.; G. Dainelli, Esploratori ital. in Africa, Torino 1960, II, pp. 762-766; G. Cogni, Un antropologo nelle isole Andaman, in Scena illustr. (Firenze), gennaio 1954, pp. 22 s.; Id., Un esploratore nella Piccola Andaman, in Corriere lombardo, Milano, 20 ag. 1954; Id., L.C., in Uomini e idee, IV(1962)., pp. 253-256; A. Rossi, Un antropologo fiorentino esplora l'isola di Andaman, in Paese Sera, 2 apr. 1960; W. Mackenzie, In mem. di L.C., in Giorn. ital. per la ricerca psichica, I(1963), pp. 3-7.