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Il Principato del Liechtenstein, incastonato tra l’Austria e la Svizzera, è l’unico stato ancora esistente tra le unità politiche che costituivano il Sacro Romano Impero. La sua formazione risale al 1719, allorché Anton Florian (1656-1721), principe del Liechtenstein, acquistò i territori di Schellenberg e Vaduz, ancora oggi base territoriale del paese. Alla fine della Seconda guerra mondiale la Cecoslovacchia si impossessò per decreto delle proprietà della famiglia reale del Liechtenstein in Boemia, Moravia e Slesia, che occupavano una superficie di 1.600 km2, ovvero dieci volte le attuali dimensioni del paese. I regnanti non hanno mai rinunciato alle vie legali per riottenere le terre nazionalizzate dal decreto Beneš, ma dal 2009 Vaduz ha comunque avviato relazioni diplomatiche sia con la Repubblica Ceca, sia con la Slovacchia.
Il più stretto alleato e interlocutore del principato è oggi la Svizzera, che provvede alla sua difesa – il Liechtenstein è uno stato tradizionalmente neutrale e demilitarizzato – e che, sin dal 1919, rappresenta gli interessi diplomatici e consolari del paese negli stati in cui il Liechtenstein non ha rappresentanze istituzionali. Con la Svizzera è inoltre in vigore un’unione doganale dal 1923 (la seconda più antica al mondo tra quelle ancora vigenti) e un’intensa cooperazione di polizia. Come la Svizzera, infine, il Liechtenstein fa parte dal 1991 dell’Associazione europea di libero scambio (Efta, che comprende anche Norvegia e Islanda) e nel 2009 ha fatto il suo ingresso nello spazio di libera circolazione di Schengen.
Il Liechtenstein è una monarchia costituzionale guidata da un principe, affiancato da un parlamento elettivo costituito da 25 membri. Un referendum costituzionale, approvato nel 2003 dal 64% dei cittadini, ha ampliato notevolmente i poteri del principe, conferendogli il potere di veto sulle decisioni parlamentari, quello di nominare i giudici e di sciogliere il governo. Nel 2004 il principe Hans-Adam, al potere dal 1989, ha passato il testimone al figlio Alois, conservando però il titolo. La maggioranza dei seggi parlamentari attualmente appartiene, a seguito della vittoria elettorale del 2013, al Partito progressista dei cittadini (FBP). Capo del governo è stato designato Adrian Hasler, ex capo della polizia di stato.
La fortuna economica del Liechtenstein – il paese con il secondo Pil pro capite più alto al mondo, pari a 89.400 dollari nel 2009 – deriva principalmente dall’attrattiva offerta dal suo sistema bancario, caratterizzato da un basso livello di tassazione e da una rigida protezione del segreto bancario. A partire dai primi anni del Ventunesimo secolo, gli scarsi controlli finanziari previsti dalla legislazione nazionale sono stati tuttavia oggetto di crescenti critiche internazionali: il paese poteva offrire un approdo sicuro a capitali provenienti da attività criminali o illegali in attesa di riciclaggio. Il governo – sul quale la pressione è aumentata a seguito della crisi finanziaria del 2008 – ha così progressivamente introdotto una normativa più rigida in materia finanziaria e fiscale, adottando gli standard di trasparenza dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Oecd). In parallelo, ha stipulato accordi bilaterali in materia di tassazione e di scambio delle informazioni con diversi interlocutori, tra cui Usa, Regno Unito e Germania. Grazie agli sforzi compiuti dal governo, nel 2009 il Liechtenstein è stato rimosso dalla lista ‘grigia’ dell’Oecd dei paesi ‘non cooperativi’ in materia fiscale e finanziaria.
Nella seconda metà del secolo scorso, lo sviluppo del settore dei servizi è andato inoltre di pari passo con l’industrializzazione del paese. Il settore secondario copre il 28,2% del Pil nazionale e rende il Liechtenstein una delle aree maggiormente industrializzate del continente europeo.