LIECHTENSTEIN
(XXI, p. 105; App. I, p. 793; II, II, p. 200; III, I, p. 992; IV, II, p. 337)
Secondo il censimento del 1990 la popolazione del regno era di 28.877 ab., compresi 10.218 stranieri (per il 44% Svizzeri); la capitale, Vaduz, allo stesso anno contava 4870 abitanti. Negli ultimi decenni la tradizionale struttura economica del L. basata prevalentemente sul settore agricolo-pastorale, è mutata: oggi solo l'1,8% della popolazione attiva è impiegato nell'agricoltura (che ha come principali prodotti cereali e patate) e nell'allevamento del bestiame. A fronte di questa contrazione del settore primario ha registrato un notevole progresso il secondario, che al tradizionale settore tessile ha affiancato impianti chimici, farmaceutici e di precisione (ottica ed elettronica). Tuttavia, la maggiore fonte di redditi deriva dal forte afflusso di capitali stranieri, attirati dalla stabilità politica del paese e dal poderoso sistema bancario. Inoltre, numerose imprese e società finanziarie straniere (svizzere, in particolare) pongono la loro sede nel L., richiamate da una favorevole legislazione fiscale.
Storia. - Il ritorno nel 1974 del Partito progressista dei cittadini, nella persona del suo leader W. Kieber, a capo del nuovo governo − che, come accadeva dal 1938 e ha continuato a verificarsi fino a oggi, era formato da una coalizione fra gli unici due partiti presenti in Parlamento, quello progressista, appunto, e l'Unione patriottica −, durò tuttavia una sola legislatura. Nelle elezioni politiche del febbraio 1978, infatti, la posizione si rovesciò nuovamente a favore dell'Unione patriottica (8 seggi contro i 7 del Partito progressista) il cui leader H. Brunhart guidò così il nuovo governo di coalizione. Tali risultati segnarono l'inizio di una nuova fase nel rapporto di forza tra i due partiti: nelle successive elezioni politiche del febbraio 1982, del febbraio 1986 e del marzo 1989 è stata confermata, seppure sempre di stretta misura, la supremazia elettorale dell'Unione patriottica che ha così continuato a detenere la guida del governo di coalizione sempre diretto da H. Brunhart. Tale situazione di sostanziale immobilità del quadro politico è rispecchiata, d'altra parte, dalle scarse e il più delle volte solo occasionali differenze di programmi fra i due partiti (accomunati da un analogo impegno conservatore), e dalla irrilevanza quantitativa di altri raggruppamenti (l'ultimo a presentarsi alle elezioni politiche del 1986 e del 1989, la Lista libera, d'impostazione fondamentalmente ecologista, non ha infatti ottenuto neanche il quorum dell'8% previsto dalla legislazione elettorale per assicurarsi una rappresentanza parlamentare).
Nel quadro del profondo tradizionalismo che caratterizza la vita del paese non solo sul piano più strettamente politico, l'ultimo decennio è stato comunque testimone di alcune significative trasformazioni sul piano dei diritti civili. Mutamenti sociali e di mentalità a livello di opinione pubblica si sono infatti tradotti in nuove, anche se circoscritte, misure legislative.
Innanzitutto, per quel che riguarda il problema dell'emancipazione delle donne. Se nel dicembre 1985 un referendum nazionale bocciò la proposta di un emendamento costituzionale che garantisse il principio di eguaglianza fra i sessi, nel luglio 1984 un precedente referendum aveva invece approvato (seppure con una maggioranza minima: 2370 voti a favore contro 2251 contrari) la proposta di estendere il diritto di voto alle donne (tale referendum riguardava il voto nelle elezioni politiche nazionali, mentre per quelle comunali il Parlamento aveva approvato già nel 1977 una legge in merito, aggiornata poi con un ulteriore referendum nel 1984 e un altro nel 1986, che includevano nella riforma gli ultimi comuni ancora legati al vecchio sistema elettorale).
In un diverso ambito, ma pur sempre di segno innovatore, s'inserisce la modifica del Codice penale: caldeggiata dall'erede al trono, principe Hans Adam, nel suo programma del 1984, pronunciato quando fu investito dei poteri esecutivi dal padre Francesco Giuseppe ii (morto poi nel 1989), tale riforma, elaborata e approvata dal Parlamento nel giugno 1987, aboliva la pena di morte, anche se manteneva il divieto di aborto.
Per quel che riguarda la politica estera, infine, il L., dopo essere stato ammesso (1978) nel Consiglio d'Europa, nel settembre 1990 è entrato a far parte dell'ONU e nel 1991 è divenuto membro a pieno titolo dell'EFTA (European Free Trade Association).
Bibl.: G. Batliner, Zur heutigen Lage des liechtensteinischen Parlaments, Vaduz 1981; B. Malunat, Der Kleinstaat im Spannungsfeld von Dependenz und Autonomie: eine Fallstudie über das Fürstentum Liechtenstein, Francoforte sul Meno 1987; Liechtenstein - fürstliches Hans und staatliche Ordnung: geschichtliche Grundlagen und moderne Perspektiven, Vaduz 1988; P. Geiger, Liechtenstein, Kleinheit und Interdependenz, ivi 1990.