Liguria
Monti con i ‘piedi’ nel mare
Dal grande e antico sviluppo delle città portuali all’industrializzazione del Novecento, alla forte presenza del turismo: in Liguria storia, popolamento, economia dipendono da secoli dal rapporto con il mare, anche se poche montagne sono suggestive come quelle nell’entroterra ligure. Suggestive, ma scomode: non lasciano spazio all’agricoltura né alle strade e nemmeno ai porti e alle città. Oggi la grande crescita industriale si è fermata e la popolazione ha iniziato a diminuire, ma la Liguria sta tentando la scommessa di un altro tipo di sviluppo, basato sul turismo e sulla globalizzazione degli scambi economici e culturali
La Liguria è la più marittima e insieme una delle più montuose regioni italiane: una stretta striscia arcuata che comprende il versante meridionale delle Alpi Marittime (alte fino ai 2.200 m del Monte Saccarello) e dell’Appennino Ligure – che si uniscono al Colle di Cadibona – e qualche tratto del versante settentrionale.
Le Alpi Marittime sono formate da rocce molto resistenti, e quindi hanno forme aspre e dirupate, mentre i monti appenninici (che sono più bassi) hanno preso forme arrotondate in conseguenza dell’erosione.
Le montagne e i loro contrafforti collinari arrivano fino alla riva del Mar Ligure; solo in pochi tratti sulla costa si apre qualche breve pianura (intorno ad Albenga e a sud di La Spezia) e solo qualcuno dei corsi d’acqua ha formato valli di una certa ampiezza (Valle dell’Arroscia, Valle di Fontanabuona, Val di Vara).
La costa ligure, perciò, è in gran parte alta e rocciosa e ha un aspetto molto pittoresco, apprezzato da viaggiatori e turisti: famosissimi sono il Promontorio di Portofino, le Cinque Terre, la Penisola di Lerici e la veduta della costa ligure dal mare.
In tutto il litorale, comunque, si aprono piccole baie sabbiose dove sono sorti moltissimi centri abitati, compresi tutti quelli più importanti della regione, sempre dotati di un porto più o meno ampio. La facilità di raggiungere il mare e la difficoltà, invece, di penetrare nell’interno hanno certamente spinto la popolazione ligure, nel passato, a privilegiare le attività marittime, conservando pochi rapporti con l’entroterra. Ancora oggi le comunicazioni tra la costa ligure e l’interno sono faticose.
L’idrografia, il clima e la vegetazione spontanea della ;Liguria risentono nettamente dell’altitudine e della distanza dal mare. I fiumi liguri sono brevi, data la vicinanza delle montagne al mare: il più lungo è il Vara (circa 60 km di corso). Piccoli e poco numerosi sono anche i laghi. Lungo la costa, distinta in Riviera di Ponente (a ovest di Genova) e Riviera di Levante (a est), il clima è di tipo mediterraneo, con estati non troppo calde; qui la vegetazione spontanea non è più molto diffusa, perché è stata sostituita da quella coltivata e da piante ornamentali, che rendono lunghi tratti delle Riviere molto simili a grandi giardini. Il clima della costa è piacevole e, con la bellezza dei paesaggi, le Riviere sono tra le prime aree turistiche frequentate in Europa. Basta salire in quota, però, e le temperature si abbassano mentre aumentano le precipitazioni, più intense sui rilievi alle spalle della Riviera di Levante. Sul versante settentrionale dell’Appennino, poi, il clima è quello dell’area padana, praticamente continentale. Sui monti i boschi sono molto estesi – più di metà del territorio regionale – ma spesso (come i castagneti) sono dovuti all’opera dell’uomo. E sempre all’uomo si deve che la fauna selvatica sia ormai molto scarsa, in terra e anche in mare.
La Liguria ha un popolamento molto fitto fin dall’antichità; con una differenza però molto netta fra la costa (oggi quasi tutta urbanizzata e con densità altissime) e l’interno, dove invece la popolazione è scarsa.
La regione è stata una delle prime in Italia ad avere un forte sviluppo industriale, che attirò immigrati da altre parti d’Italia. Il totale degli abitanti aumentò fino agli anni Settanta (poco meno di 2 milioni di abitanti).
Da allora, invece, la popolazione è diminuita, specie nelle città e soprattutto nel capoluogo, Genova.
Da una parte, infatti, le grandi aziende (cantieri navali, impianti siderurgici, porto di Genova) attraversarono una serie di crisi, l’offerta di posti di lavoro diminuì e l’immigrazione, di conseguenza, si ridusse; dall’altra parte la popolazione ligure cominciò a invecchiare. Il tasso di natalità divenne il più basso d’Italia mentre il numero di anziani aumentò; vi si aggiunsero molti pensionati, anche stranieri, che andavano a vivere sulle Riviere. Data la presenza di tanti anziani, il tasso di mortalità è il più alto d’Italia. Ma in questo caso non indica cattive condizioni di vita: al contrario, la Liguria è tra le regioni italiane con il reddito per abitante più elevato.
Il risultato dei due fenomeni, comunque, è che la popolazione ligure – che vive quasi tutta nelle città – continua a diminuire.
La città principale è ovviamente Genova, grande porto e centro industriale, ma anche città d’arte e di cultura, dalla lunga e importante storia. La città, ingranditasi enormemente nel Novecento, negli ultimi decenni ha visto diminuire i suoi abitanti. Nella provincia sono belle, attive e ricche di storia molte cittadine della ;riviera di Levante: Recco, Camogli, Santa Margherita Ligure, Rapallo e soprattutto Chiavari e Sestri Levante.
La Spezia si è sviluppata, come città soprattutto industriale e portuale, intorno ai cantieri navali (l’arsenale) della Marina militare; nei suoi dintorni vi sono alcune mete turistiche importanti (Lerici e le Cinque Terre) e il grosso centro industriale di Sarzana.
Anche Savona ha un porto notevole e attività industriali, è importante per le comunicazioni terrestri con il Piemonte e poi ha commerci molto sviluppati. Alassio, Albenga (dal bel centro storico) e Varazze sono altri centri notevoli nella provincia.
Imperia si formò nel Novecento dall’unione di due cittadine – Porto Maurizio, di aspetto medievale, e Oneglia – in un’area di produzione di olio e di fiori e dalle grandi attrattive turistiche; oggi è un centro industriale e commerciale. Nella provincia, San Remo (famosa per il festival della canzone) è il più rinomato centro di produzione di fiori in Italia; Ventimiglia e Bordighera sono altre cittadine popolose e importanti.
Al mare è legata quasi tutta l’economia della Liguria. In primo luogo, i traffici portuali. I porti sono molti, anche se sono ostacolati dalla mancanza di spazio e di buone vie di accesso. All’attività marittima si collegano anche le costruzioni navali, il notevole flusso commerciale, le attività bancarie e pure l’industria siderurgica e petrolchimica e, ancora, i trasporti terrestri, che uniscono i porti con l’entroterra.
Si è già detto dell’importanza economica del turismo, che è un’altra risorsa legata soprattutto al mare. È bene ricordare, però, che i turisti sono attratti solo dalla costa. L’interno della regione rimane di fatto tagliato fuori dai flussi turistici, ma anche dalle vie di comunicazione, dall’industrializzazione, dalla diffusione della ricchezza: non è quindi strano che si stia spopolando.
Al clima marittimo deve molto anche l’agricoltura, che però ha ormai poca importanza. Un tempo le colline costiere erano tutte coltivate a vite e olivo, a prezzo di una faticosa attività di terrazzamento: sui versanti più ripidi si spianava il terreno in modo da ottenere gradini pianeggianti, rinforzati da muri (e detti appunto terrazze), su cui si poteva coltivare. Oggi le terrazze sono quasi abbandonate, ma olivo, vite, fiori e ortaggi continuano a essere coltivati nelle piane costiere.