Lima
Tra le Ande e il mare
Un nobile e glorioso passato di capitale coloniale, che l’aveva resa una delle città più ricche del mondo, si confronta a Lima con un presente di industrializzazione e di impressionante affollamento edilizio e demografico: chiese e palazzi barocchi, grattacieli ipermoderni, e tutt’intorno le barriadas di cartone e lamiera che i contadini immigrati costruiscono in una notte
Lima, oggi capitale del Perù, è una delle più grandi città dell’America Latina e anche una di quelle dalla storia più antica e prestigiosa.
La città venne costruita dagli Spagnoli subito dopo aver completato l’occupazione dell’Impero inca, uno Stato più ampio dell’attuale Perù. I conquistadores, guidati da Francisco Pizarro e arrivati nella regione nel 1531, dopo aver sconfitto l’esercito inca, ucciso il sovrano Atahualpa e saccheggiato la grande capitale imperiale Cuzco, fondarono nel 1535 la città di Lima, battezzata dapprima Ciudad de los Reyes, e la resero il centro nevralgico della colonia – facendovi convergere le principali nuove vie di comunicazione – a scapito della capitale indigena, che si trovò emarginata e decadde.
La nuova città ebbe un impianto urbanistico all’europea, con ampie vie regolari e costruzioni nello stesso stile in uso in Spagna, caratteri che sono tuttora ben visibili nell’area del centro storico.
A differenza delle città indigene, costruite sull’altopiano andino – si trova dove le condizioni climatiche e le possibilità di coltivazione della terra sono molto migliori – Lima è a una dozzina di chilometri dalla costa dell’Oceano Pacifico, in una regione quasi desertica (però la città è bagnata dal fiume Rímac).
Come molte città costruite dai colonizzatori europei, anche Lima da principio non ebbe una funzione politica o amministrativa, ma commerciale: era il luogo in cui le merci e le ricchezze prodotte dalla colonia venivano concentrate per essere poi spedite via mare alla madrepatria. Addirittura, per un lungo periodo, Lima fu il centro di raccolta di tutte le colonie spagnole dell’America Meridionale, delle quali fu la capitale, diventando forse la città più ricca del mondo. Trovarsi poco distante dal mare era perciò molto vantaggioso, e proprio sulla costa venne attrezzato un porto: l’attuale centro di Callao (oltre 400.000 abitanti), ormai saldato a Lima.
Fino a tutto il Settecento la ricca Lima conservò un’aria aristocratica che si rispecchiava nelle barocche architetture religiose (come le chiese della Merced e di S. ;Pedro o i molti conventi) e civili della città e contava anche la presenza della più antica università, della prima tipografia e del primo teatro di tutta l’America. Purtroppo più volte violenti terremoti la danneggiarono, anche seriamente (soprattutto nel 1687).
Dopo le guerre di indipendenza dalla Spagna e la formazione dei vari Stati dell’America Latina, Lima si trovò a essere ormai capitale ‘solo’ del Perù. Per tutto l’Ottocento, così, perduta gran parte dell’importanza che aveva avuto in precedenza, la città visse una lunga fase di immobilità da cui si riscosse solo nel secolo scorso, investita da una rapida crescita demografica, edilizia ed economica.
All’inizio del Novecento gli abitanti di Lima erano poco più di 100.000, alla metà del secolo circa mezzo milione. Attualmente sono 6.465.000, che salgono a 7.594.000 nell’intera area metropolitana: più di un quarto dell’intera popolazione peruviana. Ma l’insieme delle attività che la capitale concentra è una quota maggiore: oltre il 40% della ricchezza prodotta nel paese, almeno due terzi di tutti gli stabilimenti industriali (metalmeccanici, tessili, alimentari), l’intero sistema finanziario, il grande commercio, istruzione e sanità, trasporti e – ovviamente – la pubblica amministrazione. Numerosi sono i musei (come il celebre Museo dell’Oro) e gli istituti di cultura.
L’addensamento di attività e la crescita demografica velocissima, alimentata dall’immigrazione dall’altopiano, hanno fatto enormemente dilatare la città. Quartieri di affari modernissimi, con grattacieli e palazzi di cristallo, strade a scorrimento veloce, aree residenziali di ville con giardino – ma accanto anche enormi quartieri poveri, specie di baraccopoli (barriadas) – si sono spinti fin sulla costa, a est nella valle del Rímac e a nord lungo la Carretera panamericana.