WERTMULLER, Lina
Wertmüller, Lina (propr. Arcangela)
Regista e sceneggiatrice cinematografica, nata a Roma il 14 agosto 1928. Dotata di una sensibilità estrosa e di un tratto registico satirico e pungente, ha tentato di rinnovare la commedia all'italiana con un ostentato e spesso ridondante uso del grottesco e del surreale, riuscendo a delineare generali tendenze di costume, senza però approfondirle in una serrata analisi delle dinamiche sociali e politiche italiane. Molto amata all'estero, ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, aggiudicandosi la Vela d'argento al Festival di Locarno con la sua opera prima, I basilischi (1963), nonché una doppia nomination all'Oscar nel 1977 con Pasqualino Settebellezze (1975) per la regia e la sceneggiatura, prima donna nella storia del premio a essere candidata come migliore regista.
Conseguito il diploma all'Accademia Teatrale Pietro Sharoff di Roma, lavorò nella compagnia di burattini di M. Signorelli e, in teatro, al fianco di P. Garinei, A. Giovannini e G. De Lullo. Dopo aver realizzato numerose regie radiofoniche e televisive (tra cui nel 1959 quella della prima edizione di Canzonissima) fece il debutto nel cinema nel 1963, quando ebbe l'opportunità di lavorare come assistente di Federico Fellini in 8 1/2. Nello stesso anno firmò la sua prima regia: I basilischi. Ritratto leggero ma venato di autenticità di un gruppo di vitelloni di un paesino del Sud, fu accolto con entusiasmo dalla critica che ne sottolineò l'eversiva forza ironica nel delineare uno spaccato della realtà italiana di allora. Si dedicò quindi alla regia televisiva della fortunata rivista musicale Il giornalino di Gian Burrasca (1964), per poi dirigere il film a episodi Questa volta parliamo di uomini (1965), con un inconsueto Nino Manfredi, diresse due musicarelli, Rita, la zanzara (1966, in cui si firma con uno dei suoi pseudonimi, quello di George H. Brown) e Non stuzzicate la zanzara (1967), entrambi con Rita Pavone, e cimentarsi (questa volta con lo pseudonimo di Nathan Wich) nel genere western con The Belle Starr story (1968), interpretato da Elsa Martinelli. Chiusa questa parentesi, la regista riprese il filo interrotto dell'esordio firmando la sua commedia più riuscita, Mimì metallurgico ferito nell'onore (1972) che, oltre a lanciare la fortunata coppia di attori Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, anticipò quella che sarebbe stata la sua cifra stilistica, approfondita ampiamente nei successivi lavori degli anni Settanta, da Film d'amore e d'anarchia ovvero: "Stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza" (1973) a Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto (1974), da Pasqualino Settebellezze fino a La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia (1978), ovvero un'irrinunciabile vena corrosiva, pronta a usare ogni mezzo in nome di una satira di costume a tratti solo abbozzata dove anche il messaggio politico-sociale viene assorbito dai dominanti toni sopra le righe.
Gli anni Ottanta e Novanta hanno visto una sostanziale conferma delle linee direttrici del cinema della W. che ha firmato Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada (1983), in cui la stravaganza è portata all'estremo; Sotto… sotto… strapazzato da anomala passione (1984), reazionaria commedia sull'omosessualità; Notte d'estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico (1986), ancora una storia di passione primitiva; In una notte di chiaro di luna (1989), sulla fobia collettiva dell'AIDS; Io speriamo che me la cavo (1992), dal fortunato romanzo di M. D'Orta; Ninfa plebea (1996), dal romanzo di D. Rea; Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e di politica (1996), inverosimile storia di passione tra un operaio comunista e una parrucchiera leghista; Ferdinando e Carolina (1999), sulla vita di Ferdinando I di Borbone.
Sposata con lo scenografo e costumista Enrico Job, dal 1988 al 1993 è stata commissario straordinario del Centro sperimentale di cinematografia.
G.A. Foster, Women film directors, London 1995, ad vocem; T. Sossi, Dizionario delle registe, Roma 2000, ad vocem.