KEMP, Lindsay
Attore, mimo e regista inglese, nato a Irby (Chesire) il 3 maggio 1938. Precocemente attratto da ogni forma di esibizione artistica, si trasferì nel 1954 a Londra, iscrivendosi al Bradford College of Art per studiare pittura; ottenuta casualmente la sua prima scrittura (per un ruolo in Sei personaggi in cerca d'autore di Pirandello), entrò nel mondo del teatro, formando piccole compagnie o aggregandosi a gruppi già costituiti, danzando come ballerino di fila in molti musicals, curando messinscene e regie in teatri di provincia e nei cabarets di Soho, e cercando nel contempo di ampliare la propria cultura occupandosi di musica, poesia, danza.
Riscosse la prima notevole affermazione al festival di Edimburgo (1964), dove aveva esposto alcuni disegni e dove trovò un fertile terreno ideologico, sociologico e artistico. Improntati a moduli impressionisti − in particolare al vibrante cromatismo di Renoir, Degas, Toulouse-Lautrec −, ma fortemente caratterizzati da influenze dell'espressionismo e delle grandi esperienze figurative del Novecento (Picasso, Chagall), i disegni di K., espressione del suo mondo interiore, originati dalla teatralità del gesto con vigorose linee stilizzate, non sono qualcosa di marginale rispetto all'attività scenica, ma ne sono anzi parte integrante.
Conosciuto essenzialmente come regista e interprete, K. è creatore di un personalissimo stile di danza teatrale; la sua è una tecnica non dissimile dal collage, in cui elementi a contrasto sono tenuti insieme da un collante misto di passione e parodia, di violenza e di riso, di erotismo e di ritualità. Come attore, K. passa con facilità sorprendente dai ruoli tragici a quelli comici, muovendosi in equilibrio tra l'intensità dell'ispirazione e il distacco dell'autoironia. Dalla ricchezza delle moltissime e varie esperienze (ballerino con il Ballet Rambert, con S. Leeder e Ch. Weidman; mimo, con M. Marceau), K. ha ricavato una forma di stilizzazione teatrale liberata dalle pastoie della letteratura e della parola. Il suo teatro è teatro-poesia, teatro-sogno, teatro-immagine, dove tutto è studiato per dare rilievo al movimento scultoreo dei corpi.
Fondata nel 1962 la Lindsay Kemp Company, formata da artisti di ogni nazionalità, partecipò nel 1964 al festival di Dublino; in quell'anno mise in scena Woyzeck e fu protagonista di Child Christmas in Wales di Th. Dylan al Traverse Theatre di Edimburgo, dove rimase a lungo, realizzando fra l'altro lo spettacolo Illumination (1966). Del 1969 è il suo primo grande successo, Flowers, arrivato fino ai palcoscenici di Broadway. Definito nei manifesti "Una pantomima per Jean Genet", si tratta di una sequenza di sogni fatti da un carcerato: il carcerato è un sogno di Genet, e Genet un sogno di Kemp. Grande successo ottenne anche la messa in scena di Salomé di O. Wilde, nell'adattamento di D. Laughton con musiche di A. Wilson.
La fama conquistata con Flowers e Salomé gli aprì i più importanti teatri d'Europa e d'America; è iniziata così la lunghissima tournée delle sue caratteristiche performances miste di circo, mimo, music hall. Ricorrente in ogni evento scenico è l'archetipo del Pierrot; e di Pierrot K. ha la malinconia, il bisogno di piacere, di farsi amare, la paura della mediocrità, la timidezza.
Nel 1976, a Sydney, presentò Mr. Punch's pantomime, ricordo della propria infanzia e delle antiche pantomime natalizie inglesi. Del 1979 sono la re-invenzione del Sogno di una notte di mezza estate e il balletto Cruel garden, allestito col Ballet Rambert. Nel novembre 1980 debuttò a Roma con Duende, poema fantasioso, ideato in collaborazione con C. Coronado e C. Miranda: un'orgia di ombre e di colori, una spettacolare e rumorosa processione pasquale con gigantesche croci e, sopra un carro, F. García Lorca in doppiopetto bianco, cristallizzato nel dolore della propria morte. Nello stesso 1980 K. organizzò una mostra a Barcellona (poi ripetuta nel 1982 a Valencia e a Londra, nel 1984 a Roma e a Milano): centinaia di disegni, di manichini in posa e in costume, riproduzioni scenografiche, luci colorate in movimento e, a vista, attori in carne e ossa intenti a truccarsi per lo spettacolo. Nel 1984 al Petruzzelli di Bari andava in scena Nisinsky, spettacolo dedicato alla follia del celebre ballerino, e nel 1986 la Big Parade, dedicata ai grandi divi del cinema muto. Nel 1987 K. partecipa al film di M. Perlini Cartoline italiane e nel 1989 è con l'English National Ballet all'Opera di Berlino, e a Milano con Alice: una fantasia per Lewis Carrol: viaggio nello specchio delle meraviglie, ancora smaccatamente autobiografico; esattamente come Onnagata, il canto di Orfeo (1990), itinerario nella cornice del Giappone, dedicato alle eroine della danza e in particolare agli attori che, nel teatro Kabuki, interpretano ruoli femminili.
Bibl.: J. Walker, Beautiful dreamer, in Observer Magazine, 17 marzo 1974; D. Haughton, G. Harari, L. Kemp, Milano 1982; D. Haughton, L. Kemp: drawing and dancing, ivi 1982; I. Murray, A very shocking talent, in Observer Magazine, 16 ottobre 1983; R. Alonge, Dal testo alla scena. Studi sullo spettacolo teatrale, Torino 1984; K. Rea, Squeezing beauty out of gloom: the ''real'' L. Kemp, in Drama, 157 (autunno 1985); P. Puppa, Teatro e spettacolo nel secondo Novecento, Bari 1990; J. Stock, Mime and mum at home in Rome, in Independent, 11 aprile 1991; N. De Jongh, The great glitterer, in The Guardian, 14 aprile 1991; P. Freedman, Keep the Kemp fires burning, in Observer Magazine, 14 aprile 1991.