LINFOGHIANDOLE (lat. scient. glandulae lymphaticae)
Dette comunemente ganglî linfatici, si trovano intercalate nel tragitto dei vasi linfatici e rappresentano stazioni di deposito e di rifornimento degli elementi della linfa (v. linfatico, sistema). Si presentano sotto la forma di corpiccioli di grandezza variabile, da un grano di miglio a un fagiuolo in condizioni normali; sono assai più voluminose in determinate condizioni patologiche. Hanno consistenza alquanto dura ed elastica, colorito roseo, a meno che non siano infiltrate di sostanze di colore differente; hanno forma variabile, ma più spesso simile a quella d'un fagiuolo; sono immerse nel connettivo e circondate da un'area grassosa, che ne favorisce la mobilità; possono essere isolate o riunite in gruppi o catene, come per esempio nella regione ascellare, nell'inguinale: nel nostro corpo, secondo M. Ph. Sappey, raggiungono il numero di 600 a 700. Nella periferia della linfoghiandola affluiscono parecchi vasi linfatici detti afferenti; viceversa da un punto detto ilo emerge un vaso più grande detto efferente.
Dall'esame microscopico della sezione di una linfoghiandola si vede che essa risulta formata da una sostanza midollare, da una sostanza corticale e da un rivestimento detto capsula. La capsula è formata da tessuto connettivo con fibre elastiche e in alcuni animali anche con fibre muscolari lisce; dalla faccia interna della capsula partono setti della stessa natura, che traversano la sostanza corticale e s'avanzano nella midollare verso l'ilo. La capsula non sta a stretto contatto con la sostanza corticale, ma ne è separata da un esile spazio, detto seno linfatico marginale, nel quale sboccano i vasi linfatici afferenti; questo spazio è attraversato da sottili travate fibroelastiche tese tra la capsula e la sostanza corticale. La sostanza corticale, che contiene tutti gli elementi del tessuto linfoide, ha un colorito grigio-giallastro e appare più compatta della midollare; essendo interrotta in corrispondenza dell'ilo, nelle sezioni assume la forma di un C; non si presenta continua, perché è attraversata dai setti mandati dalla capsula e da prolungamenti del seno periferico, i quali prendono il nome di seni intermediarî; rimane perciò divisa in più pezzi di forma rotondeggiante, detti follicoli corticali; entro questi si scorgono delle zone chiare, circondate da un anello più scuro; a queste zone fu dato il nome di follicoli secondarî: W. Flemming le chiamò centri germinativi, perché in esse abbondano cellule linfatiche in divisione cariocinetica. La sostanza midollare ha colorito roseo e consistenza spugnosa; presenta gli stessi elementi della sostanza corticale, ma con disposizione differente: infatti è costituita da cordoni i quali sono la continuazione dei follicoli e s'intrecciano in tutti i sensi delimitando degli spazî, detti seni midollari; questi seni verso l'ilo confluiscono tra loro e si continuano col vaso efferente. La linfa per mezzo dei numerosi vasi afferenti penetra nel seno periferico, attraversa la sostanza corticale scorrendo nei seni intermediarî, la sostanza midollare per mezzo dei seni midollari, e fuoriesce pel vaso efferente. Durante questo percorso subisce notevoli modificazioni chimiche e morfologiche. Le linfoghiandole sono nutrite da piccole arterie, che penetrano in gran parte per l'ilo.
Bibl.: T. Hellman, Die Lymphgefässe, Lymphknötchen und Lymphknoten, in W. Möllendorff, Handbuch d. Mikr. Anat., VI, I, Berlino 1930.