LINGIARDI
. Famiglia di organari del secolo XIX, che si mantenne sempre fedele alle tradizioni italiane. La ditta, fondata da Giovanni Battista (nato nel 1765, morto il 15 marzo 1850), allievo dell'Amati di Pavia, iniziò la sua attività nel 1807 e continuò per oltre un secolo, fino alla morte di Ernesto, avvenuta nel 1920. La figura più importante fu Luigi, figlio di Giovanni Battista (nato nel 1814, morto il 7 agosto 1882). Il fratello Giacomo, morto il 10 novembre 1871, fu suo collaboratore tecnico. L'ultimo discendente che si dedicasse all'arte organaria fu Ernesto, figlio di Luigi, nato nel 1860. I L. costruirono oltre 300 organi.
Vanno segnalate alcune particolarità introdotte dai L. Fino dal 1836 avevano perfezionato il tiratutto, rendendo possibile con l'azione di un solo pedale la preparazione di una duplice combinazione di registri. Nel 1839 applicarono i pedaletti per l'introduzione collettiva di determinati registri. In seguito vollero eliminare la seconda tastiera dell'organo, eco, trasportando la cassa espressiva, con tutti i suoi registri, sul somiere principale. Queste innovazioni, come è facile comprendere, riuscirono ad allontanare sempre più l'organo italiano dalle forme che tale strumento aveva assunte fuori d'Italia. In genere tutte le migliorie e gli sforzi de L. mirarono a un'evoluzione a sé dell'organo tramandato dai Serassi senza curarsi menomamente delle necessità imposte da una letteratura organistica imponente, ma ignorata in Italia. Nell'intonazione dei ripieni conservarono scrupolosamente il tipo italiano, mentre nella parte strumentale usarono registri nuovi, sacrificando però altri simpatici registri tramandati dalla tecnica organaria settecentesca.
Bibl.: Aus Pavia, in Wiener Allgemeine Musikzeitung, Vienna, VIII (1848), p. 112; G. Arrigo, L'organo nel santuario e la musica religiosa, Alessandria 1875; C. Dell'Acqua, Lorenzo Gusnasco e i L. da Pavia, Milano 1886; L. Alberti, L'organo nelle sue attinenze colla musica sacra, Milano 1889, pp. 58-75.