FRANCA, LINGUA
. Col nome di lisān al-faranǵ (o alifranǵ), gli Arabi chiamarono la lingua dei popoli romanzi con cui vennero a contatto, e specialmente l'italiano; di qui sorse il nome di "lingua franca", che designa quell'idioma, in gran parte artificiale e se non creolo per lo meno creolizzante (v. creole, lingue), che servì per gran tempo come lingua di commercio e di scambio fra gli Europei e gli Arabi e Turchi sulla costa africana del Mediterraneo (nota anche col nome di sabir o inesattamente aljamia).
Il lessico è quasi tutto romanzo (prevalentemente italiano e spagnolo), con relativamente pochi elementi arabi (aneb da ‛annāb; rai da rā‛ī; usif da waṣif ecc.); la grammatica è assai semplificata; i verbi vengono usati all'infinito ecc. Queste semplificazioni, al pari dì quelle avvenute nelle lingue creole, sono sorte in genere sulla bocca dell'Europeo che voleva ridurre al minimo le difficoltà della sua lingua, per meglio farsi comprendere. Come saggi di lingua franca, tratti da un dizionarietto pubblicato nel 1810, si posson qui ricordare (italianizzando l'ortografia francese): Chi star questo signor che poco-poco ablar per ti? (che poco fa parlava con te); Che ablar in città? (Cosa si dice in città?), ecc.
Bibl.: Dictionnaire de la langue franque ou petit mauresque, Marsiglia 1830; G. Grion, Farmacopea e lingua franca del dugento, in Arch. glott. ital., XII (1890-1892), pp. 181-86; H. Schuchardt, Die Lingua franca, in Zeitschr. f. roman. Philologie, XXXIII (1909), pp. 441-461; E. Rossi, La lingua franca in Barberia, in Rivista delle Colonie italiane, 1926, pp. 143-151.