INTERNAZIONALI, LINGUE (XIX, p. 396)
L'uso internazionale delle lingue naturali è stato fortemente sconvolto dalla seconda Guerra mondiale: l'inglese e il russo hanno molto guadagnato; il tedesco è ridotto a infime condizioni; anche l'italiano ha subìto perdite. Un tentativo per ovviare al caos attuale, pur senza risolverlo, è quello di adoperare nelle riunioni internazionali una complessa attrezzatura telefonica con una schiera d'interpreti, in modo che le frasi degli oratori si possono sentire tradotte pochi secondi dopo che sono state pronunziate.
Tra i progetti di semplificazione di lingue naturali che hanno avuto una certa fortuna va ricordato il Basic English (v. in questa Appendice).
Quanto alle lingue internazionali artificiali, il panorama non è molto cambiato nell'ultimo quindicennio. Alcuni dei maggiori progetti sono adottati praticamente da un certo numero di seguaci (che però in complesso non superano qualche decina di migliaia). L'Esperanto continua ad avere il primo posto fra gli altri nelle applicazioni pratiche (periodici, radiofonia, ecc.), l'Ido e il Latino sine flexione sono in regresso, il Novial è scomparso, l'Occidental è in progresso. Singoli studiosi hanno continuato a pubblicare progetti, più o meno funzionali: 1932, M. E. Amador (Panamá): Panamane (mescolanza d'inglese e di spagnolo); 1943, H. Heimer (Örebro): Mondial (di tipo naturalistico); L. Hogben: Interglossa (con molti grecismi); 1947, P. Mitrovich (Sarajevo): Inter-sistemal Gramatic; G. Morin (Villefranche): Auxilia. Particolarmente elaborati sono tre progetti paralleli (uno di tipo naturalistico, uno intermedio e uno di tipo schematico), studiati per incarico dell'IALA (International Auxiliary Language Association) da A. Martinet e J.-P. Vinay (1945-46). Ecco qualche riga secondo i tre progetti:
Più che mai si vede che il problema è tecnicamente solubile, ma che è estremamente difficile raggiungere quel tanto di accordi ufficiali che permettano di passare alla fase di effettiva realizzazione.